tag:blogger.com,1999:blog-14212850908022060482024-02-07T03:08:14.321+01:00Il Temperino di Occam Considerazioni che cercano di rifuggire dall'emotività per seguire il principio di Occam e i criteri della<br> razionalità scientifica su: Nuovi Movimenti Religiosi, "Sette", Plagio, Gruppi Anti-Sette, eccetera.<br><br><br>Simonetta Pohttp://www.blogger.com/profile/13000408822511849578noreply@blogger.comBlogger20125tag:blogger.com,1999:blog-1421285090802206048.post-55022093692736100522014-11-02T13:08:00.000+01:002014-11-02T13:08:22.350+01:00Replica all'articolo "Il controverso caso Narconon: l’insopportabile parabola di un regime"<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Informazioni su Narconon/Scientology e relazioni dottrinali. Riflessioni di Simonetta Po, curatrice del sito "</span><a href="http://www.allarmescientology.it/" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Allarme Scientology</a><span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">", sull'</span><a href="http://www.agenziaradicale.com/index.php/rubriche/stile-libero/3012-il-controverso-caso-narconon-l-insopportabile-parabola-di-un-regime" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">articolo</a><span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;"> di Camillo Maffia comparso su Agenzia Radicale il 15 ottobre 2014. </span></div>
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;">(Inviato a Camillo Maffia per Agenzia Radicale il 19 ottobre 2014 con preghiera di pubblicazione integrale. Richiesta non accolta).</span><br />
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<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif; font-size: large;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">* * * * * * * * * *</span></div>
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<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">Gentile Maffia, </span></div>
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif; font-size: large;"></span><br />
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<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif; font-size: large;">
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forte della competenza che mi ha gentilmente riconosciuto nel suo recente <a href="http://www.agenziaradicale.com/index.php/rubriche/stile-libero/3012-il-controverso-caso-narconon-l-insopportabile-parabola-di-un-regime">articolo</a> sui Centri Narconon, ritengo doveroso fare alcune precisazioni. </div>
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Le connessioni tra Narconon e Scientology non derivano unicamente – come lei suggerisce – dal lavoro di William Benitez che si ispirò a un libro di L. Ron Hubbard (fondatore della Chiesa di Scientology). Vanno ben oltre. Per quanto riguarda l'Italia, a confermarlo ci sono la <a href="http://www.cesnur.org/testi/scie_mar2000_txt.htm">sentenza</a> della Corte di Cassazione del 2000 e le indagini della Procura di Milano negli Anni '80. In USA, molto interessante è l'<a href="http://www.cs.cmu.edu/~dst/Cowen/essays/agreemnt.html#2. Other examinations of Scientology-related">accordo</a> del 1993 tra <i>Church of Scientology e Internal Revenue Service</i>. Tra le “Scientology-related entities” oggi esentasse, figurano anche Narconon International e ABLE (Association for Better Living and Education), l'organizzazione ombrello da cui Narconon <a href="http://www.able.org/">dipende</a>. </div>
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A ulteriore conferma degli stretti legami operativi tra Narconon e Chiesa di Scientology c'è poi la recente <a href="http://www.allarmescientology.it/txt/catton_libro_01.htm">testimonianza</a> di Lucas Catton, per un certo periodo Presidente di Arrowhead - l'ammiraglia statunitense di Narconon, il quale racconta di aver operato alle dirette dipendenze della Presidente della già citata ABLE International. Soltanto i membri della Sea Organization, la élite della Chiesa di Scientology, <a href="http://www.allarmescientology.it/txt/narconon_decessi_catton2012.htm#a3">possono lavorare</a> in ABLE. </div>
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Riassumendo: Narconon dipende da ABLE, che a sua volta dipende dalla più alta gerarchia della Chiesa di Scientology. Sono legami ideologici e confessionali, ma soprattutto operativi e direttivi che però continuano a venire sottaciuti, minimizzati o addirittura negati dai centri Narconon. </div>
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A parte una poco simpatica mancanza di trasparenza, c'è la questione ben più importante della libertà religiosa, una libertà anche <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Libert%C3%A0_negativa">negativa</a>: libertà di <b>non</b> praticare rituali religiosi, di <b>non</b> avere a che fare con organizzazioni religiose, di <b>non</b> finanziarle. Tuttavia, pazienti Narconon e loro parenti non vengono informati che, come vedremo in seguito, tutto il programma disintossicante per cui pagano cifre considerevoli (oltre 20.000 euro per qualche mese di degenza) è in realtà religioso, basato su precetti, pratiche, rituali e credenze <b>religiose</b>. </div>
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Questo è soltanto uno degli aspetti delle <a href="http://www.allarmescientology.it/narconon.htm">molte controversie</a> che circondano Narconon, che scaturiscono dalla realtà pratica e operativa dei centri e che hanno poco a che fare con la “parabola del regime” citata nel titolo del suo articolo. </div>
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Contrariamente a quanto da lei scritto, in Italia la vicenda Narconon inizia molto prima della “improvvisa chiusura” del dicembre 1986. Quella chiusura fu solo il culmine di un'attività investigativa in corso da anni; lo stesso maxi-processo contro i vertici italiani di Scientology da lei citato prese avvio dai numerosi esposti e denunce presentati in tutta Italia da pazienti Narconon e loro parenti, i quali si sentivano truffati e lamentavano condizioni igienico-sanitarie del tutto inadeguate. Ben prima di quel dicembre 1986, infatti, le autorità avevano ordinato la chiusura per motivi strutturali e igienico-sanitari dei centri Narconon di Civitella di Romagna (Fc), Prazzo (Cn), Prata (Pn) e Ronago (Co). </div>
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L'ordinanza di rinvio a giudizio di 140 operatori Narconon/Scientology del 1988 cita per esempio una nota del Ministero della Sanità del <b>1985</b> in cui si fa presente che “<i>per quanto più volte ed in più occasioni siano state richieste ai responsabili di tali centri informazioni dettagliate sulla metodologia adottata e sui risultati conseguiti, nessuna notizia diretta è pervenuta alla scrivente direzione. Ciò contribuisce peraltro ad aggravare piuttosto che a dissipare i dubbi e le perplessità che si nutrono sulla "terapeuticità" dei trattamenti effettuati dal Narconon.[...]</i>”. </div>
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Ben prima di quel dicembre 1986 le diverse Procure si erano occupate di assenza di permessi e licenze; di decessi e tentati suicidi; di una rapina commessa da alcuni <b>operatori</b> e ospiti del centro Narconon di Grosseto. </div>
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Un rapporto dei NAS di Genova del <b>1981</b> sulla comunità Narconon di Pallare delinea una realtà ben diversa dal ritratto sereno che lei suggerisce in riferimento agli Anni '80. Eccone uno stralcio tratto dall'ordinanza di rinvio a giudizio del 1988: </div>
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“<i>… in tutti i locali vigeva il massimo disordine e vi erano profonde carenze igienico sanitarie. Infatti in ogni locale venivano constatate evidenti tracce di sporcizia accentuate dalla presenza di numerosi cani e gatti che circolavano indisturbati al loro interno lasciando anche i loro escrementi sui pavimenti. In cucina, oltre allo sterco degli animali domestici, si notavano pentole, piatti posate ed utensili con evidenti tracce di unto e gli stessi erano sparsi disordinatamente in tutto il locale; nel frigorifero si notavano tracce di ruggine, sangue essiccato, muffe ed unto di vario genere. Veniva rilevato che la quasi totalità di derrate alimentari custodita nelle dispense risultavano essere insufficienti per il mantenimento di così tante persone. </i></div>
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<i>L’unico bagno funzionante, ubicato al piano superiore dello stabile, presentava notevoli carenze igieniche e doveva bastare a soddisfare le esigenze dell'intera comunità (ben 33 persone) con tutti i problemi derivanti dalla forzata promiscuità; inoltre in quel vano, come si rileverà più avanti, molti ospiti della comunità usavano iniettarsi o fumare sostanze stupefacenti con gravi rischi per l’incolumità personale. </i></div>
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<i>Le condizioni igieniche si rivelavano ancor più precarie nelle stanze adibite a dormitorio delle persone ospitate; basti pensare che in una stanza di circa 12 metri quadrati erano contenuti ben 10 letti a castello […] in quelle stanze come del resto in tutto l'immobile l’aria era viziata e maleodorante</i>”. </div>
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La situazione di precarietà era nota alla dirigenza ben prima della chiusura del 1986. Tra i documenti agli atti del maxi-processo risulta infatti una lettera inviata da un avvocato del movimento a Giovanni Zanella, all'epoca dirigente Narconon e oggi dirigente della Chiesa di Scientology d'Italia. Nella missiva il legale intendeva sottolineare “<i>che la situazione dei centri è tale che non c’è da meravigliarsi che non vi siano riconoscimenti degli organi pubblici</i>”. Aggiungeva che “<i>quelle disfunzioni dei centri non possono essere riferite alla mancanza dei soldi perché una lettura anche superficiale dei bilanci lo impedirebbe</i>”. </div>
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Dopo i sequestri giudiziari del 1986 cominciarono ad arrivare i rapporti su ciò che i NAS di varie provincie avevano rilevato. Il comando di Milano redasse un rapporto riassuntivo in cui evidenziò, tra le altre cose, che: </div>
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“<i>le comunità Narconon non vogliono obiettivi, rifiutano linee e criteri di indirizzo delle autorità pubbliche, rigettano qualsiasi attività di controllo […] il metodo, semplicistico ed illecito è stato censurato dall’Istituto Superiore di sanità e dai medici dell’U.S.L. n.6 Bormida […] le condizioni di vivibilità all’interno dei Narconon superano le fantasie più fertili […] igiene inesistente, dormitori a castello su tre piani in spazi ristrettissimi, mancanza di ogni forma di riscaldamento, sanitari fuori uso, vitto inadeguato, punizioni umilianti per chi, comandato a rastrellare in giro quattrini, avesse avuto la disavventura di rientrare al Narconon con pecunio inferiore alle attese. […] Altro aspetto allarmante dal punto di vista igienico sanitario è rappresentato dal degrado in cui versavano gli ambienti destinati ad accogliere i conviventi sia dalle inesistenti misure di prevenzione circa il rischio di diffusione di</i> <i>malattie tipiche dei tossicodipendenti quali l’epatite virale, l’AIDS ecc. in considerazione anche della condizione di promiscuità in cui vivevano gli ospiti, dell’uso comune di oggetti personali, del confezionamento del vitto da parte di soggetti ad alto rischio. (cfr. relazione sanitaria del medico della USSL) [...] <b>collaboratori che continuano tranquillamente a drogarsi</b> […] all’alloggiamento provvedono gli stessi ospiti (materassi, coperte, lenzuola); per quanto riguarda l’alimentazione le spese erano ridotte al minimo (in più fascicoli personali si legge che per mancanza di soldi non si erano potute acquistare verdure o altri alimenti di prima necessità) oltre al fatto che, al momento della perquisizione nei locali del Narconon non sono state rinvenute derrate alimentari sufficienti al fabbisogno di una comunità di circa 40 persone</i>”. </div>
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E' sicuramente inquietante che, a seguito dei raid, “<i>centinaia di tossicodipendenti in crisi d'astinenza</i>” furono “<i>lasciati a vagare nelle campagne</i>”, come lei scrive. Altrettanto inquietanti erano però le condizioni in cui, secondo quanto rilevato dai NAS, avevano vissuto quelle stesse centinaia di giovani affidati alle costose pratiche religiose Narconon. </div>
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Parimenti inquietante fu la scoperta, mostrata dai documenti <b>interni</b> sequestrati, di <b>svariate decine</b> di casi di uso di sostanze stupefacenti all’interno dei centri, <b>anche da parte del personale Narconon. </b></div>
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Sono felice che le condizioni da lei rilevate nella sua recente visita siano del tutto diverse, <b>quasi idilliache</b>, rispetto agli Anni '80. </div>
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Ho letto con interesse la <a href="http://www.narconon.it/doc/articolo_studio_narconon_mod.pdf">perizia</a> dei dottori Gulino e Cozzula citata nel suo articolo e ampiamente pubblicizzata dai siti Narconon italiani. Ma più che di un “<i>considerevole tasso di successo nella <b>riabilitazione</b></i>”, parlerei di successo nella disintossicazione <b>fisica</b> dei pazienti al momento della dimissione, traguardo minimo che ci si attende al termine di un iter disintossicante “drug-free”. Sappiamo bene, però, che la <b>riabilitazione</b> va ben oltre la disintossicazione fisica. </div>
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Le conclusioni della perizia sono: “<i>preliminari e propedeutiche a un follow up multicentrico</i>” i cui risultati “<i>saranno presentati una volta completata la fase di validazione dei dati raccolti riguardanti gli altri centri europei</i>.” Nonostante da quella perizia siano trascorsi ormai un paio d'anni, non ho trovato ulteriori dati o informazioni in merito a questo “<i>studio multicentrico <b>europeo</b></i>”. </div>
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Gulino e Cozzula (entrambi professionalmente impiegati in <b>Piemonte</b>) hanno lavorato su un campione esiguo e <b>distante</b>: i 62 pazienti ospitati nel 2012 dal centro di Melendugno (<b>Lecce</b>), a mille chilometri dalla loro sede operativa. Eppure un centro Narconon <a href="http://www.comunita-recupero.it/">opera da anni</a> a Villafranca d'Asti, molto più vicino e controllabile. </div>
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I periti non specificano se i prelievi sangue/urine sono stati eseguiti personalmente, se affidati agli operatori del centro o a personale diverso. </div>
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Per quanto riguarda “<i>la fase di valutazione a distanza di tempo – follow up a distanza</i>”, gli esperti scrivono che “<i>non è stato possibile rintracciare soggetti già usciti dal programma</i>”. Ritengo la cosa decisamente preoccupante, stante l'ormai più che trentennale presenza di Narconon in Italia. Il follow-up è essenziale per valutare il tasso di successo <b>riabilitativo</b> del programma. </div>
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I due periti hanno così deciso di “<i>sottoporre</i> [i 19] <i><b>operatori della comunità</b> alla stessa batteria di esami a cui sono stati sottoposti i soggetti presenti nel percorso riabilitativo alla dimissione del programma</i>.” Ovviamente è sperabile che oggi, a <b>differenza</b> di quanto rilevato dai NAS a fine Anni '80, tutti gli operatori Narconon usciti dal programma abbiano definitivamente smesso di assumere sostanze, siano in buone condizioni psico-fisiche, siano socialmente integrati. </div>
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Gulino e Cozzula ci informano che la seconda fase del programma Narconon consiste in sedute di sauna. Philippe Laburthe-Tolra, antropologo, etnologo, già professore emerito alla Sorbona, <a href="http://www.allarmescientology.it/txt/parigi_jacobsen_testimoni03.htm#accademico">testimone della difesa</a> al recente processo parigino che ha condannato Scientology per truffa, sostiene che tali sedute sono un rituale religioso internamente definito “<a href="https://www.google.it/webhp?sourceid=chrome-instant&rlz=1C1PRFE_enIT593IT598&ion=1&espv=2&ie=UTF-8#q=site:www.allarmescientology.it rundown di purificazione">Rundown di Purificazione</a>”. La perizia non spiega se, come, quanto e per quali sostanze tale rituale religioso abbia inciso sulla disintossicazione fisica. In fondo potrebbe pure risultare del tutto ininfluente per alcuni agenti tossici, o per tutti. </div>
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La perizia italiana contrasta con quelle <a href="http://www.allarmescientology.it/txt/narconon01.htm">stilate in precedenza</a> da loro colleghi stranieri; interessanti sono anche il <a href="http://droghe.aduc.it/notizia/italia+scientology+entra+nel+club+invito+giovanardi_107193.php">giudizio</a> di Maurizio Coletti, presidente di Itaca Italia (Narconon “<i>è considerata generalmente fuori da ogni consesso scientifico e istituzionale a livello europeo. Tanto che non è stata ammessa nel Forum of Civil Society, un coordinamento di 35 grandi associazioni che operano sulle dipendenze costituito dalla Commissione europea</i>”) e <a href="http://allarmescientology.it/txt/narconon_modena.htm">quello</a> del Presidente del <a href="http://www.ceisroma.it/upgrade/cosa-facciamo/">CeiS</a> di Modena. </div>
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La seconda fase del programma consiste di “<i>seminari sulla comunicazione, sull’etica e sulla responsabilità verso sé stessi, la famiglia e la società</i>”. Sono in possesso dei testi utilizzati da Narconon e posso affermare che si tratta di quei corsi di base/introduttivi alla <b>religione</b> Scientology offerti da tutte le sue chiese. </div>
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Durante l'astinenza, “<i>gli assistenti del centro Narconon praticano all'ospite assistenza continua che permette di alleviare qualsiasi sintomo dovesse verificarsi</i>”. Si tratta di <b>pratiche religiose</b>, come ci spiega un <a href="http://www.volunteerministers.org/sites/default/files/booklets/assists-it.pdf">opuscolo</a> rinvenibile sul sito dei Ministri Volontari della Chiesa di Scientology. “<i>I fattori delle assistenze</i>” sono infatti “<i><b>un procedimento di Scientology</b> che serve ad alleviare una sofferenza del presente. [...] <b>I procedimenti di Scientology</b> sono molto numerosi e le assistenze formano una categoria distinta</i>.” </div>
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Infine, il <a href="http://www.scientology.it/books/catalog/scientology-the-fundamentals-of-thought-paperback.html">sito ufficiale</a> di Scientology così presenta “I Fondamenti del Pensiero” – libro che ispirò il detenuto Benitez: “<i>Descritto da L. Ron Hubbard come il <b>Libro Uno di Scientology</b>. Contiene le </i>Condizioni dell’Esistenza<i>, le </i>Otto Dinamiche<i>, il </i>Triangolo di ARC<i>, le </i>Parti dell’Uomo<i>, la completa analisi de </i>La Vita come un Gioco<i> […]. In un solo libro, quindi, abbiamo il punto di partenza della <b>disseminazione di Scientology a persone di ogni dove</b></i>.” </div>
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Riassumendo, il programma Narconon è Scientology in quanto: </div>
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<ul>
<li>è un programma <b>interamente religioso</b> basato sulle credenze del movimento; </li>
<li>si fonda sui precetti della “Bibbia” Scientology; </li>
<li>si avvale di <b>rituali e pratiche religiose</b>; </li>
<li>dipende da una “Scientology-related entity” (ABLE) il cui personale è composto esclusivamente da membri della élite ecclesiastica del movimento (Sea Organization). </li>
</ul>
</div>
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Narconon potrebbe ben essere “<i>un percorso di riabilitazione funzionale con un considerevole tasso di successo</i>” sebbene, come abbiamo visto, altri esperti sostengano il contrario. Ma la questione è un'altra e riguarda i diritti umani e la libertà religiosa: </div>
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<ul>
<li>libertà di <b>non</b> doversi sottoporre a rituali e pratiche <b>religiose </b>per riabilitarsi dalla droga; </li>
<li>libertà di <b>non</b> dover sposare credenze <b>religiose</b>; </li>
<li>libertà di <b>non</b> dover finanziare a propria insaputa un movimento <b>religioso</b> di cui si potrebbero ignorare e/o non condividere ideologie, credenze, pratiche. </li>
</ul>
</div>
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Sottacere, minimizzare o addirittura negare i rapporti fideistici e operativo-direttivi tra Narconon e Chiesa di Scientology significa negare questo diritto. </div>
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E' vero che, stante l'impegno che da quasi 20 anni dedico alla gestione del mio <a href="http://www.allarmescientology.it/">sito di informazione critica</a> sul movimento, le <b>molestie</b> ricevute dalla Chiesa di Scientology e dai suoi affiliati sono da considerarsi al “<i>minimo sindacale</i>”. Tuttavia, la mia affermazione va correttamente contestualizzata. </div>
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<br /></div>
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La Chiesa di Scientology si è guadagnata la reputazione di <b>movimento ostile</b> verso chi la critica; tale <b>ostilità</b> è stata sperimentata e documentata in tribunale da un lungo elenco di giornalisti, testate, ex membri e critici, e questo è uno dei tanti motivi di controversia che la circondano. “<i>Scientology non è una religione</i> porgi-l'altra-guancia”, come disse uno dei suoi <a href="http://content.time.com/time/magazine/article/0,9171,913995,00.html">portavoce</a> a un giornalista del Time. </div>
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Due dei motti del fondatore, fatti propri dai fedeli, sono: </div>
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<ul>
<li>“<i>attacca chi ti attacca</i>” (<b>demoliscilo</b> con attacchi <i>ad hominem</i>); </li>
<li>“<i>lo scopo di un'azione legale è <b>molestare e scoraggiare</b>, piuttosto che vincere. La legge può essere facilmente usata per <b>molestare</b>...</i>”. </li>
</ul>
</div>
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Quando nel 1997 decisi di aprire un <a href="http://www.allarmescientology.it/">sito</a> di informazione critica su Scientology – e poi un <a href="https://groups.google.com/forum/#!forum/free.it.religioni.scientology">newsgroup dedicato</a> – avevo già letto decine di procedimenti e testimonianze di pedinamenti, di gente che fruga tra i rifiuti, di campagne diffamatorie, di molestie a parenti e amici, di sabotaggi e atti assortiti di vandalismo, di cause legali insussistenti, di costruzione di prove false, addirittura di tentati omicidi. </div>
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In questi quasi 20 anni di informazione critica su Scientology ho subito <b>diverse molestie</b>, tra cui una azione legale <b>insussistente</b> intentatami dalla onlus “Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani”/CCDU, una di quelle entità Scientology che – al pari di Narconon – taciono, minimizzano o addirittura negano il collegamento operativo/direttivo con la Chiesa di Scientology. </div>
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Nel 2006 scrissi su un newsgroup che “<i>La Chiesa di Scientology, tramite il CCDU, sta raccogliendo fondi [...]</i>”. Roberto Cestari, presidente del CCDU, mi querelò. In <a href="http://allarmescientology.it/www.allarmescientology.it/ccdu/denuncia.pdf">denuncia</a> sostenne che “<i>dopo aver fatto riferimento al fatto che il CCDU <b>è parte integrante</b> della Chiesa di Scientology e che a suo dire - e la signora pare molto bene informata sugli interna corporis, almeno, <b>lo vuol dare a vedere</b> - ingloberebbe CCDU, si spingeva ad affermare: […] L'affermazione, oltrechè <b>completamente falsa</b> è massimamente diffamatoria</i>.” (per una analisi della vicenda si veda <a href="http://iltemperinodioccam.blogspot.it/2012/11/scientology-e-altre-onlus-molestano-una.html">questo</a> mio articolo). </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Una <a href="http://www.cs.cmu.edu/~dst/Cowen/essays/agreemnt.html#2. Other examinations of Scientology-related">entità <b>di</b> Scientology</a> si sentiva <b>diffamata</b> dall'essere accostata a Scientology. Il GIP di Milano, viste le prove da me fornite, decise per un non luogo a procedere. Roberto Cestari/CCDU/Scientology ricorse in Cassazione, la quale confermò la decisione del GIP. </div>
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<br /></div>
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La <a href="http://www.allarmescientology.it/ccdu/cassazione.pdf">sentenza</a> della Suprema Corte è decisamente interessante. Tra le altre cose vi si legge che: “<i>Nelle affermazioni della Po è </i>[…] <i>rinvenibile la <b>fondata</b> accusa di una <b>mancata trasparenza</b>. </i>[La Po] <i>afferma, e <b>fondatamente</b>, che <b>manca</b> comunque la <b>piena trasparenza</b> […] in violazione del <b>dovere morale</b> di chiarezza e sincerità che <b>vincola qualsiasi ente</b>, quando si rivolge alla <b>collettività</b> e ne chiede <b>consenso morale e sovvenzione materiale</b></i>.” [enfasi aggiunte]. </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La “<i>mancanza di trasparenza</i>” (con utenti, politici, giornalisti e la collettività in generale) sembra essere un vezzo e un vizio delle “Scientology-related entities”. </div>
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<br /></div>
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Una <b>causa insussistente</b> portata fino in Cassazione è una <b>molestia reale</b> che mi è costata svariate migliaia di euro, seppur inquadrabile al “<i>minimo sindacale</i>” nell'economia di una ricchissima multinazionale della spiritualità come la Chiesa di Scientology. E' al “<i>minimo sindacale</i>” se paragonata a quanto dovette subire per esempio la giornalista <a href="http://www.allarmescientology.it/txt/cooper2007.htm">Paulette Cooper</a>, ma resta una grave molestia contro chi ha detto semplicemente la verità. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Se è vero che <b>pedinamenti, foto scattate di nascosto e pubblicate in Internet</b>, <b><a href="http://allarmescientology.it/txt/simonetta_po.htm">campagne diffamatorie</a> al paesello in cui vivo e in Internet, e cause tanto pretestuose quanto costose</b> possono essere considerate il “<i>minimo sindacale</i>” rispetto a ciò che altri hanno dovuto subire, è altrettanto vero che si tratta di una <b>quantità considerevole di molestie</b> che non andrebbe sottovalutata né minimizzata. Se può essere vero che in alcuni casi la Chiesa di Scientology è stata “perseguitata dal regime”, è altrettanto vero che la stessa non si è risparmiata in tema di <a href="http://www.allarmescientology.it/libri/sptimes/index.htm">persecuzione dei suoi critici. </a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Tra i diritti umani fondamentali che noi tutti vogliamo difendere c'è quello di <b>opinione</b>; <b>molestare</b> chi esprime la sua opinione è una chiara violazione dei <b>diritti umani</b> fondamentali. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sono senz'altro d'accordo con le sue severe critiche alle associazioni cosiddette “antisette” e alla “Squadra Antisette” della Polizia di Stato, e anche io vorrei sapere che cosa fa, quanto ci costa, quali sono le qualifiche dei suoi “referenti privilegiati”. Condivido pienamente l'assurdità di distinguere surrettiziamente tra “religioni” e “sette”, e tutte le tragedie umane che tale assurda distinzione si porta dietro. <b>Ma i fatti sono e restano fatti</b>. Sottacerli, minimizzarli, negarli è comunque e sempre esecrabile. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Cordiali saluti </div>
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Simonetta Po </div>
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<br /></div>
</span><br />
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<br /></div>
Simonetta Pohttp://www.blogger.com/profile/13000408822511849578noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1421285090802206048.post-63138460747288619092012-12-15T10:23:00.000+01:002012-12-15T11:01:39.533+01:00Deprogrammazione in Italia<div style="text-align: justify;">
<br />
Leggo l'<a href="http://favisonlus.wordpress.com/2012/11/26/per-fare-chiarezza-su-un-caso-di-deprogrammazione-in-italia/" target="_blank">articolo</a> della FAVIS onlus intitolato "Per fare chiarezza su un caso di deprogrammazione in Italia" e mi pare che non si sia fatta molta chiarezza. Si è soltanto affermato che i responsabili di quel <b>sequestro di persona</b> e di quella tentata deprogrammazione furono assolti.
Ma la verità processuale racconta solo una parte della storia.<br />
<br />
L'<a href="http://www.agenziaradicale.com/index.php/diritti-e-liberta/858-quanto-costa-e-a-che-serve-la-squadra-anti-sette-interrogazione-radicale" target="_blank">articolo</a> di Camillo Maffia di <i>Agenzia Radicale</i> a cui la FAVIS risponde con questa terza replica citava passaggi della recente <a href="http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_16/showXhtml.Asp?idAtto=62154&stile=6&highLight=1" target="_blank">interrogazione parlamentare</a> di Perduca sull'operato della squadra antisette della polizia e sull'operato/professionalità delle associazioni sue referenti privilegiate. Tra le altre cose, Perduca faceva notare che una delle associazioni che compongono il "<i>forum</i> antisette” è l'ARIS, che non è «<i>esente da polemiche</i>». Il suo fondatore, infatti, era un sostenitore della "deprogrammazione", tanto che si attivò proprio per cercare di “deprogrammare” una ragazza scientologa (1988). Il caso fece scalpore e all'epoca alcuni parlamentari radicali presentarono interrogazioni sull'operato dell'associazione e sulla legittimità di tale pratica.<br />
<br />
La FAVIS ci tiene a precisare che i genitori e le altre persone coinvolte nel sequestro e nella tentata deprogrammazione di Alessandra furono totalmente scagionate. Ed <b>è vero</b>. Ma questo non sposta di una virgola il problema retrostante, cioè quello <b><a href="http://xenu.com-it.net/txt/simonetta_po_setta_antisette.htm#a5" target="_blank"><i>ideologico</i></a></b> che porta alcune persone a ritenere che un affiliato a un gruppo che il movimento antisette definisce arbitrariamente "setta", debba essere da lì distolto a <b>tutti i costi</b>, anche a costo di commettere un <b>reato grave</b> come il sequestro di persona in concorso con altri che mantengono la medesima <a href="http://xenu.com-it.net/txt/simonetta_po_setta_antisette.htm#wilk" target="_blank"><i>ideologia</i></a>. Di queste cose ho parlato in più occasioni, per esempio in <a href="http://iltemperinodioccam.blogspot.it/2011/12/scientology-lettera-aperta-del-prof.html" target="_blank">questo</a> articolo e in <a href="http://iltemperinodioccam.blogspot.it/2012/08/sette-antisette-setta-degli-antisette_2.html" target="_blank">quest'altro</a>. <br />
<br />
Mi pare che, nel suo tentativo di "fare chiarezza", la FAVIS confermi le preoccupazioni di Perduca del 2012, più o meno le stesse di Mellini e altri nel 1990 e di Staiti nel 1989. Del resto, la convinzione nell'esistenza del plagio va di pari passo con l'idea che in casi estremi si possa/debba ricorrere a rimedi estremi come la deprogrammazione.<br />
<br />
Ora cercherò di contestualizzare il caso di Alessandra P., l'unico italiano che per quanto ne so arrivò in tribunale, ma non l'unico tentato in Italia (<a href="http://tinyurl.com/cmlzsbd" target="_blank">qui</a> si parla di «<i>7 o 8 giovani Hare Krishna</i>»). Dai documenti in mio possesso non mi è stato possibile capire da quanto tempo la giovane Alessandra fosse un'affiliata a Scientology (suppongo da poco: apprendo da questo <a href="http://www.eticaeverita.org/quattro-dicembre" target="_blank">articolo</a> che a distanza di quasi 25 anni Alessandra non ha ancora raggiunto il vertice massimo di illuminazione spirituale scientologica). La sua tentata deprogrammazione avvenne nell'aprile 1988 (<a href="http://xenu.freewinds.be/sequestro_deprogrammazione.pdf" target="_blank">qui</a> la sua denuncia).<br />
<br />
Questo documento ci racconta che i genitori e il fratello a cui era più legata organizzarono una messinscena e la fecero salire in auto con una scusa, poi la portarono dalla Lombardia a un casolare in Toscana dove la giovane si ritrovò ad affrontare il famoso deprogrammatore Ted Patrick, fatto venire appositamente dall'America assieme a una sua collaboratrice. La modalità dell'intervento descritto sembra una via di mezzo tra la deprogrammazione "vecchio stile" come propugnata da Ted Patrick e Rick Ross, e l'"<a href="http://www.loritatinelli.it/2011/01/30/la-deprogrammazione-dai-culti-un-esame-della-procedura-di-intervento/" target="_blank">exit counselling</a>" propugnato da Hassan e Margaret Singer, apparentemente ancora caldeggiato dalle associazioni “antisette” nostrane (il link precedente, infatti, rimanda al sito personale di Lorita Tinelli, presidente del CeSAP).<br />
<br />
Nella sua denuncia, la ragazza disse che già tre mesi prima del sequestro di persona di cui fu <b>vittima</b> aveva visto circolare in casa sua tale Ennio M., fondatore dell'ARIS. La sua presenza l'aveva inquietata. Va notato che l'attività "deprogrammatoria" inventata da Patrick in USA e importata in Europa dall'inglese Fayers, era nota e particolarmente temuta tra i NMR (cosiddette "sette") nel mirino degli "antisette".<br />
<br />
Gli affiliati dell'epoca venivano invitati a "stare in guardia" e immagino fosse per questo che Alessandra si inquietò. Infatti, nella sua denuncia dice: «<i>... dopo qualche giorno pervenni a stabilire che la persona dinanzi detta era certo Sig. Ennio M. di Milano, e ciò posso dire perché lo riconobbi da alcune fotografie</i>.»<br />
<br />
Le parole della ragazza ci fanno capire che la sua famiglia:
<br />
<ul>
<li>non condivideva la sua scelta di seguire Scientology; </li>
<li>si rivolse all'ARIS per trovare aiuto/consiglio; </li>
<li>fu "indottrinata" alle teorie plagiarie mantenute dall'ARIS di allora (come da quello odierno); </li>
<li>si persuase che la faccenda era gravissima e non esisteva <b>altra alternativa</b> se non intervenire con la deprogrammazione coercitiva.
</li>
</ul>
Trovatasi "incastrata" in una situazione spiacevole da cui non poteva fuggire, la ragazza decise di fingere di adeguarsi alle richieste, ma alla prima occasione denunciò tutto (e tutti)
all'autorità.<br />
<br />
Alessandra aveva allora 23 anni (maggiorenne da cinque), lavorava ed era economicamente indipendente da diversi anni ma viveva ancora in famiglia, perciò <b>non</b> era stato esercitato su di lei «<i>L'isolamento del neofita dalla famiglia </i>[che]<i> rappresenta uno degli elementi essenziali per la <b>manipolazione</b> durante l'affiliazione al gruppo</i>», come si legge nella <a href="http://alessiaguidi.provocation.net/alessandra_richiesta_archiviazione.pdf" target="_blank">richiesta di archiviazione</a> del procedimento a carico degli implicati nel sequestro.<br />
<br />
Nel suo "chiarimento", la FAVIS scrive che: «<i>gli altri imputati nel processo di Brescia, vennero tutti assolti dalle accuse di sequestro di persona, violenza privata e lesioni personali dolose, in seguito a dettagliata perizia psichiatrica</i>.»<br />
<br />
Io ho a disposizione soltanto una <a href="http://alessiaguidi.provocation.net/alessandra_richiesta_archiviazione.pdf" target="_blank">parte</a> di quegli atti processuali, ma da quel poco mi sentirei di escludere sia il “processo”, sia la “dettagliata perizia psichiatrica”. Il primo non fu celebrato per “non luogo a procedere” richiesto dal PM e accolto dal GIP. La “dettagliata perizia psichiatrica”, fu in realtà soltanto una consulenza tecnica redatta per conto del PM da M. Di Fiorino (primario psichiatria Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Castiglione delle Stiviere, ecc.) e C. Scarpellini (professore associato di psicologia, Università Cattolica di Brescia).<br />
<br />
Il primo analizzò gli scritti dottrinali di L. Ron Hubbard, ritenendo che: «<i>in personalità labili, suggestionabili, le particolari tecniche evidenziate (auditing) possano ulteriormente indebolire le capacità critiche...</i>» le pratiche e le tecniche attuate dalla «<i>Chiesa di Scientology e/o dalla organizzazione denominata Dianetics possono determinare un danno nell'integrità fisica e psichica dei soggetti sottoposti.</i>»<br />
<br />
Nulla da rilevare, se non che anche pratiche, tecniche e dottrina cattolica «<i>possono ulteriormente indebolire le capacità critiche in personalità labili e suggestionabili</i>». Ritengo che la serie di trasmissioni <a href="https://www.google.it/search?q=vade+retro+youtube&ie=utf-8&oe=utf-8&aq=t&rls=org.mozilla:it:official&client=firefox-a" target="_blank"><i>Vade Retro</i></a> di TV 2000 sia illuminante in questo senso. <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Freud_and_religion" target="_blank">Freud</a> suggerì addirittura che «<i>religione e nevrosi sono prodotti <b>simili</b> della mente umana: la nevrosi, con il suo comportamento compulsivo, è una "religiosità individuale" e la religione, con i suoi rituali ripetitivi, è una "<b>nevrosi universale ossessiva</b>”</i>.»<br />
<br />
Il secondo perito basò le sue conclusioni su <b>due sole</b> [1] lettere di Alessandra: una scritta al fratello due anni <b>prima</b> la tentata deprogrammazione. La ragazza, all'epoca ventenne, confidava al fratello (al servizio militare) la sua insoddisfazione lavorativa e sentimentale. Un classico "momento no" come quelli che tutti viviamo, in particolare a 20 anni. La seconda lettera era stata scritta ai genitori <b>dopo</b> la tentata deprogrammazione e, nel rinnovare in modo formale l'affetto per tutta la famiglia, li pregava di LASCIARLA IN PACE.<br />
<br />
Da queste sole due lettere il perito concluse che: «<i>per quanto è dato rilevare dall'esame delle lettere, soprattutto all'epoca della prima lettera, la Sig.na Alessandra P. si trovava in una condizione contraddistinta da</i> [insicurezza, delusione affettiva, insoddisfazione lavorativa, ricerca adolescenziale di se stessa] <i>questi dati ci fanno propendere per una <b>personalità</b> di <b>grande</b> labilità e perciò a rischio.</i> [...] <i>Solo un approfondito esame clinico, con l'effettuazione di opportuni test psicodiagnostici, potrebbe - a nostro giudizio - consentire di dare una valutazione tecnica in merito</i>.» [Neretto aggiunto]<br />
<br />
Pare che nessuno dei due periti incaricati dal pubblico ministero abbia <b>mai</b> parlato con Alessandra.<br />
<br />
Nella <a href="http://alessiaguidi.provocation.net/alessandra_richiesta_archiviazione.pdf" target="_blank">richiesta</a> di archiviazione non si fa alcun riferimento a una «<i>dettagliata perizia psichiatrica</i>», ma soltanto all'esito peritale sopra riportato, che dice tutto e niente. E' presumibile che, fedeli all'assunto che le <i>sette plagiano</i>, che Alessandra era in una <i>setta</i> e perciò innegabilmente <i>plagiata</i> e che il <b><i>plagiato non sa quello che dice</i></b>, nessuno si preoccupò di interpellarla.<br />
<br />
Alessandra era stata <b>vittima</b> di un <b>sequestro di persona</b>, trattenuta contro la sua volontà per quasi una settimana, aveva riportato lesioni fisiche certificate. Era <b>LEI</b> la <b>vittima</b>, ma ci si prodigò a rappresentarla come una incapace. Anche questo atteggiamento è frutto dell'assunto plagiario mantenuto da alcune associazioni che offrono <a href="http://xenu.com-it.net/txt/simonetta_po_setta_antisette.htm#a7" target="_blank"><i>aiuto</i></a> ai familiari.<br />
<br />
Vale la pena leggere le conclusioni della memoria difensiva presentata dal padre di Alessandra. Sono in tutto 186 pagine di analisi dottrinale di Scientology e le conclusioni sono <a href="http://alessiaguidi.provocation.net/alessandra_memoria_padre.pdf" target="_blank">queste</a>. Alessandra viene dipinta come una poveretta, una <b>malata di mente</b> («<i>È infatti superfluo ricordare che il nostro Ordinamento <u>vieta di infliggere ad altri una malattia del corpo o della mente)... </u></i>» [sottolineato in originale], una ragazza che avrebbe potuto combinare chissà che cosa senza il tempestivo intervento dei suoi familiari che, con l'aiuto di un deprogrammatore fatto venire dall'America, la tennero prigioniera per quasi una settimana in una località isolata e a lei sconosciuta, grazie anche al supporto e all'<i>aiuto</i> di attivisti dell'ARIS.<br />
<br />
Per me non è difficile comprendere i motivi di quei genitori, che agirono sicuramente con le migliori intenzioni. Come agiscono con le migliori intenzioni anche quei fedeli della Chiesa di Scientology che fanno cose per noi <i>assurde</i>, ma che loro radicano razionalmente nella dottrina in cui credono. Ho affrontato l'argomento in <a href="http://iltemperinodioccam.blogspot.it/2012/08/sette-antisette-setta-degli-antisette_2.html" target="_blank">questo</a> articolo.<br />
<br />
Nel 1988 la pubblica accusa accettò le tesi difensive delle persone coinvolte nel sequestro e nella tentata deprogrammazione di Alessandra. L'assunto era quello del "maggior bene", del <i>fine che giustifica i mezzi</i>.<br />
Erano gli anni in cui le teorie del “lavaggio del cervello” andavano per la maggiore. Ma soprattutto, come scrive il PM nella sua <a href="http://alessiaguidi.provocation.net/alessandra_richiesta_archiviazione.pdf" target="_blank">richiesta</a> di archiviazione, giocò un ruolo determinante «<i>l'ordinanza-sentenza [...] con la quale il G.I. di Milano disponeva il <b>rinvio a giudizio</b> per <b>associazione per delinquere</b> ed altro dei principali esponenti nazionali dell'organizzazione scientologica [...]</i>» [Neretto aggiunto].<br />
<br />
Se non che, tutto o quasi l'impianto accusatorio del G.I. milanese <b>non </b>resse il vaglio dei giudici di primo grado. Il maxi-processo milanese contro Scientology è ormai storia e la terza corte d'appello confermò la sentenza di primo grado, che aveva assolto gli imputati dal reato <i>principe</i>, quello su cui era stato appoggiato tutto: <b>associazione per delinquere</b>. Che a noi critici piaccia o no, la Chiesa di Scientology è un movimento religioso a cui va riconosciuta tale dignità, <b>non</b> una associazione a delinquere.<br />
<br />
Gli anni del tentativo di deprogrammazione di Alessandra vedevano le teorie plagiarie convincere ancora i giudici, non solo in Italia. Ma in USA il vento aveva già cominciato a cambiare. La <i>querelle</i> di Margaret Singer con l'<i>American Psychological Association</i> e la sua "task force" inizia in USA nel 1987, un anno prima del caso di Alessandra in Italia. <br />
<br />
Il 1990 vide l'esclusione della Singer dal processo Fishman (Scientology). Nel 1995 iniziò il clamoroso, e alla fine “tombale”, caso <i>Scott VS CAN</i> (la massima associazione "antisette" americana che indirizzava chi le chiedeva <b>aiuto</b> ai deprogrammatori) con tutto quello che ne seguì (<a href="http://tinyurl.com/cxxo5b9" target="_blank">qui</a> uno stringato riassunto).<br />
<br />
Nel caso di Alessandra, i documenti processuali citano espressamente un tale <b>Dino M</b>.. È chiaro che Dino M. <b>non</b> aveva avuto alcun ruolo nel sequestro della ragazza, ma si recò a Castellina in Chianti per vedere come operava il deprogrammatore Patrick. Dino M. è senz'ombra di dubbio uno dei fondatori<b> </b>e delle prime colonne dell'ARIS Veneto.<br />
<br />
Mi chiedo: oggi, 2012, con la mutata percezione – anche dei giudici – di certi fenomeni sociali, <b>come</b> verrebbe giudicato il caso di Alessandra? La seconda domanda che mi faccio è: la FAVIS e le associazioni che compongono il forum di cui è portavoce Maurizio Alessandrini/FAVIS, disconoscono la pratica della deprogrammazione e la sua “filiazione”, il cosiddetto <i>exit counselling</i>?<br />
<br />
A me sembra di <b>no</b>. Riportando le parole di 25 anni fa del giudice, la “chiarificazione” data dalla FAVIS sembra giustificare l'intervento coercitivo su Alessandra: «<i>P. Giovanni e le altre persone che con lui hanno collaborato, agirono effettivamente in <b>stato di necessità</b> e/o legittima difesa, al fine di salvaguardare l’<b>integrità psichica e fisica</b></i>.» Ed è <b>questo</b> che, in ultima analisi, significa sostenere le teoria plagiarie: trovare una giustificazione morale ad atti che, in condizioni/tempi/circostanze diversi sarebbero semplicemente quello che sono: un crimine e un abuso dei diritti umani.<br />
<br />
Alessandrini/FAVIS continua a parlare di <i>menticidio</i> e di sette e NMR come di un «<i>cancro sociale</i>». Se è un cancro, allora per la sopravvivenza stessa dell'organismo sociale va estirpato. E, come nel caso del cancro organico, qualsiasi cosa è <b>meglio</b> della morte. <i>Il fine</i> [salvifico] <i>giustifica i mezzi</i>.<br />
<br />
Anche l'avvocato del padre di Alessandra che stilò la memoria difensiva (suppongo informato dall'ARIS), <a href="http://alessiaguidi.provocation.net/alessandra_memoria_padre.pdf" target="_blank">conclude</a> il suo corposo scritto con queste parole: «<i>Un amaro sorriso, allora, non possono che destare le accuse di associazione per delinquere </i>[sollevate da Scientology e altri all'ARIS], <i>rivolte da una <b>consimile accolita</b> a quei pochi <b>volonterosi</b> che, con pochi mezzi, poggiando su un terreno reso infido dalle ancora non aggiornate acquisizioni scientifiche osano sfidare, <b>nel nome della salute e della libertà</b> dei loro Cari, questo autentico <b>cancro</b> che la società non ha voluto ancora diagnosticare</i>». [10 gennaio 1990, neretto aggiunto].<br />
<br />
Sono parole di 23 anni fa. Quelle che secondo l'avvocato erano le «<i>ancora non aggiornate acquisizioni scientifiche</i>» sono rimaste tali, le teorie plagiarie non hanno trovato riscontro scientifico e le richieste APA del <b>1987</b> di portare dati – non <b>aneddoti</b> – a sostegno della teoria del plagio in ambito religioso sono ancora <b>lettera morta</b>. Però la FAVIS si esprime <b>ancora</b> negli stessi termini.<br />
<br />
Qualche nota a margine:
<br />
<ul>
<li>a quasi 25 anni dalla sua tentata deprogrammazione, Alessandra è <a href="http://www.eticaeverita.org/quattro-dicembre" target="_blank">ancora</a> una fedele della Chiesa di Scientology. Mi chiedo che cosa sarebbe successo senza l'intervento <b>coercitivo</b> della sua famiglia, consigliata dall'ARIS. In fondo, la stragrande maggioranza di chi aderisce a un gruppo “ad alte pretese” lo lascia autonomamente entro i 10 anni (o meno).
</li>
<li>Nella sua "chiarificazione", la FAVIS onlus non disconosce affatto la pratica della deprogrammazione nelle sue diverse forme.
</li>
<li>Fabio Alessandrini, figlio di Maurizio fondatore e presidente FAVIS, portavoce del “<i>forum</i> antisette”, conclude la sua lunga <a href="http://www.youtube.com/watch?v=RJImW4hDUKg" target="_blank">intervista</a> a una TV riminese con queste parole: «<i>In realtà [la FAVIS] [...] non era un'associazione di famiglie, ma una famiglia sola che autoritariamente decideva quello che doveva fare [...] stavano decidendo come creare un rapimento nei miei confronti, volevano assoldare [...] volevano assoldarlo per rapirmi e poi rimettermi nella società utilizzando dei metodi coercitivi [...]</i>» Se vogliamo dargli credito, allora ancora in anni piuttosto recenti Alessandrini/FAVIS avrebbe caldeggiato la deprogrammazione e avrebbe cercato di far deprogrammare suo figlio.</li>
<li>
Nella sua “chiarificazione”, la FAVIS onlus dice che «<i>la stessa Associazione <b>ARIS Italia</b> fondata dal sig. <b>Ennio M</b>., e <b>disciolta</b> negli anni '90, non ha mai aderito al Forum, costituitosi solo nel <b>gennaio 2010</b></i>.» [Neretto aggiunto] </li>
<li>Una <a href="http://tinyurl.com/bqjhs8g" target="_blank">lettera</a> inviata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il 27 ottobre <b>2006</b>, rinvenuta sul sito FAVIS e firmata dal <b>FORUM</b> delle Associazioni e dei Comitati, nella persona del suo “portavoce Maurizio Alessandrini” (FAVIS), elenca tra le associazioni e comitati aderenti anche la «<i>Associazione <b>A.R.I.S. Nazionale</b> Milano Il Presidente - <b>Ennio M</b>.</i>» </li>
<li>Alla <a href="http://www.aristoscana.com/festambiente.htm" target="_blank">voce</a> “Festambiente 2011” del sito ARIS Toscana compare una fotografia dello stand “<b>ARIS Italia</b>”. Delle due, l'una. O l'ARIS Italia/Nazionale si è <b>disciolta</b> negli anni '90, o nel 2006/2011 era ancora attiva, partecipava al “forum” e organizzava iniziative pubbliche.
</li>
<li> Nel suo post, la FAVIS onlus <a href="http://tinyurl.com/c8x88dc" target="_blank">sostiene</a> che il “forum” a cui si fa riferimento si sarebbe costituito «<i>solo nel gennaio 2010</i>». Mi chiedo allora a <b>che cosa</b> si stesse riferendo Alessandrini nell'<b>aprile 2008</b>, quando <a href="http://griess.st1.at/gsk/fecris/pisa/Alessandrini_IT.htm" target="_blank">presentò</a> il “forum” al convegno internazionale FECRIS di Pisa.</li>
<li>Il <a href="http://favisonlus.wordpress.com/" target="_blank">blog</a> della FAVIS onlus riporta in alto una bella citazione: «<i>Tre grandi passioni, semplici ma irresistibili, hanno governato la mia vita: la sete d’amore, la ricerca della conoscenza e una struggente pietà per le sofferenze dell’umanità</i>». Non viene citato il nome dell'autore, il grande filosofo, logico e matematico <a href="http://tinyurl.com/c9e9hq6" target="_blank">Bertrand Russell </a>che sicuramente non fu <a href="http://tinyurl.com/cvh7gj2" target="_blank">tenero</a> con il Cristianesimo, <b>vessillo della battaglia</b> ideologica antisette di Maurizio Alessandrini/FAVIS. Famosissima è la <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Perch%C3%A9_non_sono_cristiano" target="_blank">raccolta</a> di saggi di Russell intitolata <i>Perché non sono cristiano</i>. Nell'introduzione a cura dell'autore (Saggistica TEA, 2003) si legge: «<i>Io sono fermamente convinto che le religioni, come sono dannose, così sono false. Il danno arrecato da una religione è di due specie: uno dipende dalla natura generica della fede, l'altro dalla <b>natura particolare dei dogmi accettati</b></i>.» Il che ci riporta a bomba all'interrogazione parlamentare di Perduca, all'articolo di Camillo Maffia e al discorso “<i>religione maggioritaria VS religioni minoritarie</i>” che è il <b>vero</b> nocciolo del contendere.</li>
</ul>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;"><i><b>"Il mondo non ha bisogno di dogmi, ha bisogno di <a href="http://alessiaguidi.provocation.net/russell_liberta_accademica.pdf" target="_blank">libera ricerca</a>" </b></i>(B. Russell)</span></div>
<br />
<br />
Note:
<br />
1. Ho trovato similitudini metodologiche tra la consulenza tecnica stilata a suo tempo da Di Fiorino e Scarpellini e la <a href="http://tinyurl.com/c5rhtzh" target="_blank">perizia tecnica su Arkeon</a> redatta dal Dott. Luigi Corvaglia, odierno vicepresidente del CeSAP: ascoltare <b>solo una campana,</b> parecchio <b>parziale,</b> e poi generalizzarla per renderla una verità.
<br />
<br /></div>
Simonetta Pohttp://www.blogger.com/profile/13000408822511849578noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1421285090802206048.post-28718556918622476922012-12-14T08:26:00.000+01:002012-12-14T10:36:16.310+01:00Quanto costa e a che serve la Squadra Anti-Sette? Interrogazione radicale<div style="text-align: justify;">
Il 5 novembre 2012 gli On. Perduca e Poretti (radicali eletti nelle liste del PD) hanno presentato una <a href="http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_16/showXhtml.Asp?idAtto=62154&stile=6&highLight=1" target="_blank">interrogazione parlamentare</a> sull’operato della Squadra Antisette della Polizia di Stato e sui suoi referenti privilegiati, un “<i>forum</i> anti-sette” composto da cinque associazioni (<a href="http://www.cesap.net/" target="_blank">CeSAP</a>, <a href="http://favis.org/" target="_blank">FAVIS</a>, <a href="http://www.aristoscana.com/" target="_blank">ARIS</a> Toscana, ARIS Veneto, Giù le mani dai Bambini/Verdecchia). Il 14 novembre, Camillo Maffia di <i>Agenzia Radicale</i> ha scritto un lungo <a href="http://www.agenziaradicale.com/index.php/diritti-e-liberta/858-quanto-costa-e-a-che-serve-la-squadra-anti-sette-interrogazione-radicale" target="_blank">articolo</a> in merito a quell’interrogazione ed ha ricevuto ben tre repliche dal “<i>forum</i> antisette”: una il <a href="http://www.cesap.net/index.php?option=com_content&view=article&id=3086:comunicato-17-novembre-2012-forum-delle-associazioni-italiane-di-ricerca-informazione-e-contrasto-dei-movimenti-settari-nocivi-e-dei-culti-abusanti&catid=266:comunicati-stampa&Itemid=44" target="_blank">17 novembre</a>, una il <a href="http://www.favis.org/favis2/images/stories/lettera_maffia" target="_blank">23 novembre</a> e una ulteriore precisazione a sola firma FAVIS del <a href="http://favisonlus.wordpress.com/2012/11/26/per-fare-chiarezza-su-un-caso-di-deprogrammazione-in-italia/" target="_blank">26 novembre</a>.<br />
<br />
Vorrei ora fare qualche commento sulla replica del <a href="http://www.favis.org/favis2/images/stories/lettera_maffia" target="_blank">23 novembre</a>.<br />
<br />
Ai punti 4 e 5, il “<i>forum</i> antisette” specifica che:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>4. tali associazioni </i>[quelle del Forum]<i> <b>non</b> limitano e/o <b>condannano</b> gruppi di <b>minoranze </b>religiose o autoproclamantesi di culto;
</i><br />
<i>5. tali associazioni <b>non</b> limitano e/o <b>condannano</b> la <b>libertà di credo o di culto altrui</b>. </i>[Neretto aggiunto]
</blockquote>
Una rapida consultazione dei siti web di tali organismi mi informa che:<br />
<br />
1. ARIS significa "Associazione di ricerca e informazione sulle SETTE". Dal suo <a href="http://www.aristoscana.com/" target="_blank">sito</a> si evince che ciò che l'associazione considera "sette" altro non sono che delle minoranze religiose. E che quelle <b>minoranze religiose</b>, a dire dell'ARIS, sono generalmente nocive. Tra le "sette" che l'ARIS <a href="http://www.aristoscana.com/pg/sette.htm" target="_blank">cita</a> troviamo infatti: Sai Baba, Scientology, Testimoni di Geova, Sahaja Yoga, Soka Gakkai, Rael, Osho, Chiesa dell'Unificazione (Moon), Satanismo, Damanhur, Hare Krishna, New Age (<b>tutto</b> il new age), Mormoni, Missione Cosmica.
<br />
<br />
Tali minoranze sarebbero nocive perché (banner sinistro del sito):
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>ATTENTI AI NUOVI CULTI
</i><br />
<i>CONDIZIONAMENTO PROFILO PENALE-TESI
</i><br />
<i>DROGHE USATE NELLE SETTE E <b>NMR</b> </i>[NMR= Nuovo Movimento Religioso]
<br />
<i>CHI <b>RISCHIA</b> DI ENTRARE NELLE SETTE
</i><br />
<i>DOMANDE DA RIVOLGERE AD UN <b>RECLUTATORE</b>
</i><br />
<i>COME <b>AIUTARE</b> UN <b>ADEPTO</b>
</i><br />
<i>CONTROLLO MENTALE-PLAGIO </i>[Neretto aggiunto]
</blockquote>
2. <a href="http://www.favis.org/favis2/index.php" target="_blank">FAVIS</a> significa "Associazione familiari vittime delle SETTE". L'argomento più dibattuto sul suo sito sono "plagio mentale", "menticidio", droghe usate delle "sette". Le tesi di laurea <a href="http://www.favis.org/favis2/tesi-di-laurea.html" target="_blank">pubblicate</a> riguardano unicamente il "plagio mentale" e la "manipolazione mentale" a cui "sette" e "nuovi movimenti religiosi" sottoporrebbero i loro "adepti".<br />
<br />
3. Maurizio Alessandrini, fondatore e presidente del FAVIS, nel settembre 2011 rilasciò una lunga <a href="http://tinyurl.com/d65wy4w" target="_blank">intervista </a>a Radio Ies, Roma. In quell'occasione disse, tra l'altro, che:<br />
<ul>
<li>quello delle "sette" sarebbe un «<i>cancro sociale</i>» (cioè qualcosa di patologico che la società civile deve distruggere per poter sopravvivere). </li>
<li>Che quel "cancro sociale" riguarderebbe «<i>un milione e mezzo di italiani</i>». Alessandrini non citò la fonte dei suoi numeri, ma da quanto disse non è assurdo ritenere che si riferisse alle <a href="http://www.cesnur.org/religioni_italia/introduzione_01.htm" target="_blank">ricerche</a> del CESNUR sugli appartenenti italiani a <b>minoranze religiose</b>. Tra di essi, 409.000 protestanti, 107.000 buddisti, quasi 200.000 tra cristiani ortodossi o altri non riformati, ebrei e tradizioni orientali varie.
</li>
<li>Le "sette", cioè il "cancro sociale", sarebbero «<i>gruppi religiosi, pseudoreligiosi, filosofici, con scopi antropologici, antropofisi (??) soprattutto</i>.» Tutte praticherebbero il "plagio mentale", tanto che Alessandrini (assieme alla presidente CeSAP Lorita Tinelli) è stato <a href="http://tinyurl.com/cztseuq" target="_blank">audito</a> in qualità di <b>esperto</b> alla Commissione Giustizia del Senato che sta valutando la reintroduzione del reato di plagio, ovverossia della "manipolazione mentale" «<i>con <b>particolare riferimento</b> al fenomeno delle cosiddette "<b>sette</b>"</i>». Disegno di legge indubbiamente voluto dalle "associazioni antisette" quali appunto quelle che aderiscono al "forum delle associazioni" la cui voce è portata dal geometra in pensione Alessandrini.
</li>
<li>Interessante il riferimento che Alessandrini fece nell’intervista a una conferenza che sarebbe andato a tenere di lì a poco presso il gruppo "San Michele Arcangelo". Il presidente FAVIS rispose al suo intervistatore sostenendo che c'era senz'altro una "simbologia voluta", poiché «<i>San Michele Arcangelo rappresenta per il cristianesimo, lui che è riuscito a sconfiggere il <b>male</b>, chi rappresenta il male secondo la <b>religione cattolica</b>...</i>»
</li>
<li>Apprendo dalla serie di trasmissioni <i>Vade Retro</i> di TV 2000 (emittente dei vescovi italiani) che secondo la religione cattolica il "male" sarebbe opera dal "diavolo", parola che nel suo etimo greco significa "colui che divide". Va da sé che la "setta" (colei che divide) sarebbe sempre opera del demonio, anche quando non dichiaratamente satanica (<a href="https://www.google.it/search?q=vade+retro+youtube&ie=utf-8&oe=utf-8&aq=t&rls=org.mozilla:it:official&client=firefox-a" target="_blank">qui</a> le puntate 2012 di <i>Vade Retro</i>, molto illuminanti).
</li>
</ul>
4. Anche il sito del CeSAP tratta estensivamente (e quasi esclusivamente) di "sette" e "nuovi movimenti religiosi": basta cliccare alla voce <a href="http://www.cesap.net/index.php?option=com_content&view=section&id=37&Itemid=58" target="_blank"><i> Documenti e Studi</i></a> per rendersi conto di quali siano gli <b>oggetti</b> del suo interesse: Fra' Elia, Hare Krishna, Scientology, Satanismo, Mormoni, Testimoni di Geova, Raeliani, Chiesa dell'Unificazione (Moon), Bambini di Dio, Neocatecumenali, Anima Universale. Anche la sua pagina dei <a href="http://www.cesap.net/index.php?option=com_weblinks&Itemid=20" target="_blank">link</a> è indicativa.<br />
<br />
5. CeSAP, FAVIS, ARIS (componenti del "<i>forum</i> antisette") sono TUTTE associazioni membre permanenti della <a href="http://www.fecris.org/" target="_blank">FECRIS</a>, la "Fédération Européenne des Centres de Recherche et d'Information sur le Sectarisme". Basta una scorsa alle <a href="http://griess.st1.at/gsk/fecris/fecrconf.htm" target="_blank">relazioni</a> presentate alle sue conferenze internazionali per rendersi conto di che cosa le <a href="http://griess.st1.at/gsk/fecris/fecrmemb.htm" target="_blank">associazioni</a> federate intendano per "settarismo". Le denominazioni delle diverse <a href="http://griess.st1.at/gsk/fecris/fecrmemb.htm" target="_blank">associazioni</a> membre nazionali sono parimenti illuminanti: tutte hanno a che fare con <b>sette, culti, nuovi movimenti religiosi, studi religiosi, </b>ecc.<br />
<br />
È da poco <a href="http://www.dimarzio.it/sdpm/modules/mydownloads/cache/files/23699625421896495851466718572113-2012fecrisbook.pdf" target="_blank">uscito</a>, edito dalla <i>Technische Universität Dresden</i> sotto l’egida di <i>Human Rights Without Frontiers</i>, un interessante studio intitolato “Freedom of Religion or Belief - Anti-Sect Movements and State Neutrality A Case Study: FECRIS”. In esso vengono trattati episodi di intolleranza, discorsi di odio e affermazioni diffamatorie di rappresentanti della FECRIS, alcuni sanzionati da tribunali di diversi paesi. Si sottolinea poi come nei paesi presi in esame esista una fortissima commistione (anche finanziamenti diretti) tra <b>chiese maggioritarie e associazioni “antisette”</b>, e come queste fungano in pratica da “guardiani della concorrenza” alle fedi <i>mainstream</i> che stanno perdendo fedeli a favore dei Nuovi Movimenti Religiosi (ovvero di quei gruppi denominati “sette”). <a href="http://alessiaguidi.provocation.net/fecris.pdf" target="_blank">Qui</a> alcuni estratti del libro tradotti in italiano.<br />
<br />
Ora: secondo me è abbastanza discutibile sostenere in due punti diversi, che:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>4. tali associazioni </i>[del Forum]<i> non limitano e/o condannano gruppi di minoranze religiose o autoproclamantesi di culto; </i><br />
<i>5. tali associazioni non limitano e/o condannano la libertà di credo o di culto altrui.
</i></blockquote>
L'analisi
<blockquote class="tr_bq">
<ul>
<li>dei siti web delle associazioni costituenti il "Forum" (da notare che due su cinque non hanno siti web e non si sottopongono al pubblico scrutinio...);
</li>
<li>dell'intervista rilasciata dal suo portavoce Alessandrini;
</li>
<li>delle relazioni presentate ai convegni FECRIS nel corso degli anni e delle sue associazioni membre;
</li>
<li>dei contenuti del libro segnalato;
</li>
</ul>
</blockquote>
mi pare ci dica a sufficienza sulla questione: «<i>condanna di minoranze religiose o autoproclamantesi di culto</i>».<br />
<br />
Punto 7 della replica del “<i>forum</i> antisette”:
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>7. ancora inveritiera risulta l’affermazione secondo cui il signor Maurizio Alessandrini sarebbe referente della SAS, -cosa mai dichiarata dal medesimo-, bensì “referente del FORUM presso la SAS”, o in altri termini, portavoce delle associazioni nei contatti con la SAS.
</i></blockquote>
A <a href="http://www.favis.org/favis2/index.php" target="_blank">questa</a> pagina del sito FAVIS trovo un link che rimanda all'iscrizione al registro Provinciale delle associazioni di Volontariato per la promozione e la tutela dei diritti. Al fondo della <a href="http://www.volontarimini.it/volontarimini2012/index.php?option=com_collector&view=item&id=3:associazioni&Itemid=102&item=251:ass-naz-familiari-delle-vittime-delle-sette-favis" target="_blank">scheda</a> leggo:
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>Il proprio Presidente, Maurizio Alessandrini, è referente riguardo al fenomeno settario presso il Ministero dell’Interno - SCO Direzione Anti Crimine - SAS Squadra Anti Sètte - Roma.
</i></blockquote>
Nessun riferimento a "FORUM" o quant'altro. Il 13 dicembre 2012 il sito<i> Libero Credo</i> ha pubblicato questo interessante <a href="http://liberocredo.org/mentono-i-referenti-della-sas" target="_blank">articolo</a> con documenti che sembrano confermare che a essere «inveritiero» sia il Punto 7 della replica del “forum ansisette”.<br />
<br />
Nella sua intervista a Radio Ies, Alessandini disse che la manipolazione mentale «<i>è lo strumento per entrare nell'individuo, per portare l'individuo a credere all'incredibile e accettare l'inaccettabile...</i>»<br />
<br />Signor Alessandrini, portavoce del Forum ecc. Io, e come me molti altri, non sono disposta a «<i>credere all'incredibile e accettare l'inaccettabile</i>». E per cortesia, adesso non manchi di segnalare alla SAS, di cui ora si dice <b>NON</b> referente, o per meglio dire portavoce <b>unicamente</b> di:
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>associazioni </i>[che]<i> perseguono tra i propri scopi <b>unicamente l’assistenza</b> delle <b>vittime</b> di <b>fenomeni abusanti</b>, (fisici e psicologici), avvenuti nell’alveo di gruppi auto-proclamantesi di culto, anche tramite la segnalazione alle Forze dell’Ordine e l’Autorità Giudiziaria
</i></blockquote>
anche quest'altro «<i>gravissimo fatto</i>» di cui mi sarei macchiata, senz'altro un «<i>fenomeno abusante (fisico o psicologico) avvenuto nell’alveo di gruppi auto-proclamantesi di culto</i>», come <a href="http://xenu.com-it.net/txt/simonetta_po_setta_antisette.htm#lettera_segreta" target="_blank">già fece</a> circa un anno fa.
<br /></div>
Simonetta Pohttp://www.blogger.com/profile/13000408822511849578noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-1421285090802206048.post-26969303933079139752012-11-23T10:13:00.000+01:002012-11-27T18:43:17.337+01:00Scientology e altre Onlus molestano una voce critica<b>Non luogo a procedere: Scientology e altre Onlus molestano una voce critica </b><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Che cosa hanno in comune il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, l'Agenzia per lo Sviluppo del Non Profit (ASVI), il Centro Studi per lo Sviluppo e Cooperazione (Ce.Svi.C./Micro Progress), e altre Onlus assortite? Storia di una imbarazzante (per loro) quanto costosa (per me) persecuzione legale in nome di Scientology.<br />
<br />
Nel 1955 L. Ron Hubbard, fondatore di Scientology, <a href="http://www.cs.cmu.edu/~dst/Fishman/Declaration/exhibg.html" target="_blank">codificò</a> nel suo corpo dottrinale religioso l'uso della molestia legale:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>The purpose of the suit is to harass and discourage rather than win. The law can be used very easily to harass, and enough harassment on somebody who is simply on the thin edge anyway, well knowing that he is not authorized, will generally be sufficient to cause his professional decease. If possible, of course, ruin him utterly.</i><br />
["The Scientologist, a Manual on the Dissemination of Material", articolo apparso originariamente in Ability-the Magazine of DIANETICS and SCIENTOLOGY from Phoenix, Arizona", Major Issue 1, pubblicato "circa mid-March 1955".]</blockquote>
L'istruzione dottrinale secondo cui «<i>lo scopo di una causa è molestare e scoraggiare, piuttosto che vincere. La legge può essere facilmente usata per molestare</i>...» ha trovato applicazione anche in Italia, nello specifico contro la sottoscritta che dal 1997 gestisce il primo (e a tutt'oggi unico) sito web italiano di informazione critica su L. Ron Hubbard e le sue numerose creature, dalla Chiesa di Scientology a Dianetics, fino ai cosiddetti "<a href="http://xenu.com-it.net/facc.htm" target="_blank">gruppi di facciata</a>" tra cui il CCDU, <i>Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani</i>.<br />
<br />
Ed è proprio del <i>Comitato dei Cittadini per i diritti Umani</i> e del suo legale rappresentante Roberto Cestari che voglio parlare in questo articolo. Oltre che di due Onlus presumibilmente estranee alla Chiesa di Scientology come la ASVI (Agenzia per lo Sviluppo del Non Profit), tramite il suo Presidente e legale rappresentante Marco Crescenzi, e la Ce.Svi.C. (Centro Studi per lo Sviluppo e Cooperazione [oggi <a href="http://www.microprogress.org/chi-siamo/storia/" target="_blank">Micro Progess</a>]), tramite il suo Presidente e legale rappresentante Paolo Barletta.<br />
<br />
Ma è meglio andare con ordine.<br />
<br />
A metà 2006 Roberto Cestari [1], presidente del <i>Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani</i> della Chiesa di Scientology, lanciò una iniziativa editoriale denominata "Perché non accada..." (oggi ribattezzata "Campagna d'opinione <a href="http://www.pensareoltre.org/index.php" target="_blank">Pensare Oltre</a>").
<br />
<br />
Nel comitato promotore della neonata "Perché non accada..." figuravano, oltre al CCDU di Scientology, anche tre associazioni presumibilmente non collegate alla Chiesa di Scientology: ASVI, Ce.Svi.C. (oggi, Micro Progress) e World Dance Alliance. (<a href="http://xenu.com-it.net/ccdu/perchenonaccada_onlus.pdf" target="_blank">Qui</a> la prima versione digitalizzata dell'opuscolo).
<br />
<br />
Vale sicuramente la pena notare che, un paio di anni prima, il solo CCDU/Scientology, nella persona del suo presidente Cestari, aveva fatto un tentativo di pubblicizzare il medesimo messaggio "Perché non accada..." con un <a href="http://xenu.com-it.net/ccdu/perchenonaccada_ccdu.pdf" target="_blank">opuscolo</a> praticamente sovrapponibile a quello poi promosso nel 2006 da CCDU, ASVI, Ce.Svi.C./Micro Progress, WDA.
<br />
<br />
Naturalmente, se ASVI, Ce.Svi.C./Micro Progress, WDA scelgono di spendere la loro faccia a sostegno di questo messaggio all'apparenza lodevole, nulla da ridire. Lo stesso vale per i <a href="http://www.pensareoltre.org/index.php/it/chi-siamo/i-direttivi" target="_blank">"nuovi" promotori</a>, per i <a href="http://xenu.com-it.net/ccdu/perchenonaccada.jpg" target="_blank">promotori "di mezzo"</a> come la "Associazione Psicanalitica Il Tempo della Parola" o per chiunque scelga di appoggiare la campagna <a href="http://xenu.com-it.net/txt/ritalin.htm" target="_blank">anti-psichiatrica</a> della Chiesa di Scientology (per esempio Mogol, Silver, Virna Lisi, Bruno Bozzetto, Giorgio Faletti, Alfredo Castelli, ecc.)
<br />
<br />
Il discorso cambia quando oltre all'appoggio per così dire "formale", certe onlus garantiscono anche un appoggio <b>sostanziale</b> teso a perseguire chi si è macchiato del reato di <b>esercizio di un diritto costituzionalmente garantito</b>. Arriva cioè ad appoggiare anche il dettato dottrinal-religioso di L. Ron Hubbard esplicitato in apertura: l'uso del sistema legale per molestare gli "elementi scomodi".
<br />
<br />
Il 14 ottobre 2006, la sottoscritta scrisse <a href="https://groups.google.com/forum/?hl=it&fromgroups=#!topic/free.it.religioni.scientology/0cet_7KM7o4" target="_blank">un post</a> su free.it.religioni.scientology in cui commentava la nascita della neonata campagna "Perché non accada...". Sottolineavo che «<i>la campagna è stata creata dal C.C.D.U., Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, parte integrante della Chiesa di Scientology</i>» e che «<i>La Chiesa di Scientology, tramite il CCDU, sta raccogliendo fondi con la distribuzione dell'opuscolo della sua campagna</i>.»
<br />
<br />
Nel gennaio 2007,<br />
<ul>
<li>Elia Roberto Cestari, «<i>nella sua qualità di Presidente della Onlus Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani</i>»;</li>
<li>Marco Crescenzi, «<i>nella sua qualità di Presidente e legale rappresentante della Onlus Agenzia per lo sviluppo del Non Profit (ASVI)</i>»;</li>
<li>Paolo Barletta, «<i>nella sua qualità di Presidente e legale rappresentante del Centro Studi per lo sviluppo e la Cooperazione - Onlus (Ce.Svi.C.)</i>» [in questa girandola di cambiamenti di denominazioni non va dimenticato che oggi si chiama <a href="http://www.microprogress.org/chi-siamo/storia/" target="_blank">Micro Progess</a>]; </li>
</ul>
depositarono una <a href="http://xenu.com-it.net/ccdu/denuncia.pdf" target="_blank">denuncia-querela</a> per diffamazione contro ignoti. Denuncia basata su affermazioni non corrispondenti al vero, come vedremo.
<br />
<br />
Il testo della querela si apre con la presentazione delle tre organizzazioni querelanti, in cui si definisce il CCDU:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>associazione <b>ideologicamente </b>collegata al CCHR, gruppo di riforma sociale fondato dalla Chiesa di Scientology</i></blockquote>
Già in questa prima frase si riscontra uno stravolgimento della realtà: il CCDU/<i>Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani</i> <a href="http://alessiaguidi.provocation.net/ccdu/ccdu.htm" target="_blank"><b>È</b> Scientology</a>. Si tratta infatti di una emanazione del suo dipartimento 20 (Ufficio degli Affari Speciali, OSA), il cui <a href="http://alessiaguidi.provocation.net/ccdu/organigramma_piccolo.jpg" target="_blank">scopo finale</a> è la <b>accettazione di Scientology</b> nella società civile.
<br />
<br />
Affermare che tra il CCDU e il CCHR/Scientology vi sia unicamente un'affinità <b>ideologica </b>(grassetto nell'originale) significa dichiarare all'Autorità Giudiziaria una cosa non vera (tanto che il Giudice per le Indagini Preliminari deciderà nella seduta del 7 ottobre 2010 il "non luogo a procedere" nei miei confronti).
<br />
<br />
La denuncia continua poi con l'esposizione di quanto ritenuto diffamatorio:
<br />
<blockquote class="tr_bq">
[intervenendo su un newsgroup, la querelata] <i>dopo aver fatto riferimento al fatto che il CCDU è parte integrante della Chiesa di Scientology e che a suo dire - e la signora pare molto bene informata sugli</i> interna corporis, <i>almeno, lo vuol dare a vedere - ingloberebbe CCDU, si spingeva ad affermare: </i></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>La Chiesa di Scientology, tramite il CCDU, sta raccogliendo fondi con la distribuzione dell'opuscolo della sua campagna.</i> [...] </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>L'affermazione, oltrechè <b>completamente falsa</b> è massimamente diffamatoria.</i></blockquote>
Il fatto di definire "<i>completamente falsa</i>" la frase «<i>La Chiesa di Scientology, tramite il CCDU, sta raccogliendo fondi con la distribuzione dell'opuscolo della sua campagna</i>» merita un paio di considerazioni. La frase non è totalmente falsa e neppure leggermente falsa, dato che:
<br />
<ul>
<li>all'epoca dei fatti, chi visitò una delle mostre anti-psichiatriche organizzate dal CCDU si sarà probabilmente visto offrire (come successe a me) l'opuscolo intitolato "<i>Perché non accada</i>..." con la richiesta di una donazione, e poiché il CCDU <b>è</b> Scientology, dare soldi al CCDU significa darli a Scientology;</li>
</ul>
<ul>
<li>I funzionari di Scientology inviarono ai seguaci <a href="https://groups.google.com/forum/?hl=it&fromgroups=#!topic/free.it.religioni.scientology/izXsfc-d1I0" target="_blank">una e-mail</a> che spiegava «<i>i concetti base di come presentare le attività del CCDU per raccogliere fondi</i>» e specificava che «<i>il CCDU ha a sua disposizione migliaia di copie dell'opuscolo perchenonaccada</i> (sic) <i>che distribuisce gratuitamente <b>a fronte delle donazioni</b>. Esempio: una persona ci fa una donazione di 1000€: gli doniamo 50 opuscoli 'perchè non accada'</i>».</li>
</ul>
La denuncia-querela del 2007 era contro ignoti e andava identificato l'utilizzatore dello pseudonimo usato per inviare quel post ritenuto "<i>massimamente diffamatorio</i>". Le indagini della polizia postale non portarono a nulla e per ben due volte il magistrato dispose l'archiviazione. La controparte si oppose, la seconda volta perché nel frattempo erano emersi fatti nuovi: Maria Pia Gardini, nota e visibile esponente dell'associazione antisette ARIS Onlus, aveva accennato pubblicamente all'identità di chi usava quel nick.<br />
<br />
Il fatto è già in sé parecchio grave in quanto l'<a href="http://www.aristoscana.com/" target="_blank">ARIS Onlus</a> sostiene di avvalersi delle testimonianze di ex membri (quale io sono) e offre loro <a href="http://www.aristoscana.com/ARIS/Curriculum2008.htm" target="_blank">sostegno</a> per «<i>affrontare i problemi causati dalle attività devastatrici</i>» delle "sette", tra cui colloca innegabilmente anche Scientology. Dovrebbe avere come imperativo primario la protezione e il <b>massimo riserbo</b> su chi desidera mantenere l'anonimato, proprio per evitare i suddetti "<i>problemi causati dalle attività devastatrici</i>" di certi gruppi.
<br />
<br />
Cestari-CCDU, Crescenzi-ASVI, Barletta-Ce.Svi.C./Micro Progress, evidentemente (e curiosamente) fedeli lettori di free.it.religioni.scientology, <a href="http://xenu.com-it.net/ccdu/opposizione2009.pdf" target="_blank">si rivolsero</a> quindi al magistrato chiedendogli di sentire Maria Pia Gardini la quale, interrogata, non poté che confermare quanto già affermato pubblicamente [2]. Quella che già in sé era stata una <b>leggerezza inqualificabile</b> per una esponente ARIS Onlus nel gestire informazioni confidenziali, si dimostrò per me una di quelle "<i>attività devastatrici</i>" di cui l'ARIS Onlus si dice esperta: la richiesta di rinvio a giudizio e quella di risarcimento danni del CCDU di 100.000 euro.
<br />
<br />
Avvalendomi del diritto di essere sentita dal magistrato, presentai documenti della Chiesa di Scientology/CCDU a sostegno del fatto che le mie non erano affermazioni diffamatorie, né che la mia conoscenza sugli "<i>interna corporis</i>" era solo un volerlo "<i>dare a vedere</i>", come sostenuto dai querelanti. Era invece fondata su documentazione interna.
<br />
<br />
Il 7 ottobre 2010, il Giudice per l'Indagine Preliminare di Milano disponeva il "<a href="http://xenu.com-it.net/ccdu/sentenzaGIP.pdf" target="_blank">non luogo a procedere</a>" nei miei confronti.
<br />
<br />
La sentenza contiene passaggi a mio avviso molto significativi che si possono così riassumere:<br />
<ol>
<li>I documenti presentati dalla mia difesa (e non contestati dalla controparte) dimostrano:<br /><ul>
<li>
gli stretti legami tra CCDU e Scientology; </li>
<li>che il CCDU ha effettivamente raccolto fondi con la distribuzione dell'opuscolo "perché non accada";</li>
<li>ciò è confermato in una «<i>comunicazione via mail indirizzata agli aderenti della Onlus CCDU dal Presidente Elia Roberto Cestari, odierna parte civile ove, nell'ambito di un'esortazione a intensificare la propria attività di propaganda, si legge tra l'altro che l'opuscolo in questione viene distribuito "gratuitamente a fronte delle donazioni"</i>».</li>
</ul>
</li>
<li>Quanto ritenuto "<i>massimamente diffamatorio</i>" da CCDU, ASVI e Ce.Svi.C./Micro Progress, non lo è affatto, in quanto non solo sostiene fatti comprovati, ma rispetta anche le condizioni di <b>interesse pubblico</b> e di continenza (verbale);</li>
<br />
<li>Poiché né la ASVI né la Ce.Svi.C./Micro Progress vengono citate, non avevano motivo di sentirsi diffamate.</li>
</ol>
Ci si chiede allora per quale motivo avessero deciso di saltare sul carro scientologico della <b>molestia legale contro i critici del movimento</b>.
<br />
<br />
Va ulteriormente sottolineato che, ai primi di gennaio 2010, il PM chiese ai querelanti di tentare una <a href="http://xenu.com-it.net/ccdu/conciliazione.pdf" target="_blank">conciliazione</a> con la sottoscritta, ovvero di rimettere querela. <br />
CCDU, ASVI e Ce.Svi.C/Micro Progress <a href="http://xenu.com-it.net/ccdu/no%20conciliazione.pdf" target="_blank">rifiutarono</a>.
<br />
<br />
Il 19 novembre 2010, il solo Elia Roberto Cestari/CCDU si oppose alla sentenza del GIP e presentò ricorso in Cassazione (ricordo che i danni richiesti ammontavano ad appena centomila euro).
<br />
<br />
Il 1 aprile 2011 la Corte di Cassazione lo rigettò, confermando la sentenza del GIP di "non luogo a procedere" nei miei confronti.
<br />
<br />
Anche la <a href="http://xenu.com-it.net/ccdu/cassazione.pdf" target="_blank">sentenza</a> di Cassazione merita di essere letta. Partendo dalla premessa che:
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>Il difensore della Po ha presentato memoria, in cui sostiene che i documenti prodotti dimostrano i seguenti fatti:</i><br />
<ul>
<li><i>
La Chiesa di Scientology è uno dei fondatori di CCDU;</i> </li>
</ul>
</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<ul>
<li><i>Il CCDU è <b>inserito organicamente</b> in questa associazione;</i> </li>
</ul>
</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<ul>
<li><i>I fini di entrambi <b>coincidono</b>;</i> </li>
</ul>
</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<ul>
<li>[Nella mail a cui si accennava sopra] <i>il CCDU invita i destinatari a verificare cosa la Chiesa faccia <b>per il suo tramite</b>;</i> </li>
</ul>
</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<ul>
<li><i>La coincidenza dei fini statutari di CCDU con alcuni principi di Scientology è <b>incompatibile </b>con l'ipotesi che la Po, affermando che i fondi raccolti fossero destinati a Scientology, abbia accusato la CCDU di <b>utilizzare questi fondi per scopi diversi</b> da quelli del proprio statuto.</i> [enfasi aggiunte]
</li>
</ul>
</blockquote>
La Suprema Corte sentenziò che il ricorso di Cestari/CCDU non meritava accoglimento, poiché:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>Nelle affermazioni della Po comunque è rinvenibile la <b>fondata accusa</b> di una mancata trasparenza sulla procedura della raccolta, agli occhi degli eventuali sovvenzionatori. Un discredito può ritenersi realizzato, quindi, in danno dell'organizzazione che direttamente raccoglie le donazioni. La Po <b>non prospetta</b> assolutamente che il denaro sia destinato a fine diverso da quello prospettato, cioè dare ai minori l'aiuto che il comitato ritiene di essere in grado di fornire. Afferma, e <b>fondatamente</b>, che manca comunque la piena trasparenza sull'immediato percorso che sarà dato a quanto acquisito, in violazione del <b>dovere morale di chiarezza e sincerità che vincola</b> qualsiasi ente, quando si rivolge alla collettività e ne chiede consenso morale e sovvenzione materiale.</i> [enfasi aggiunte]
</blockquote>
<br />
<b>Doveroso corollario</b><br />
<br />
<b>A)</b> TUTTE le onlus devono esibire trasparenza «s<i>ull'immediato percorso che sarà dato a quanto acquisito</i> [...] <i>quando si</i> [rivolgono] <i>alla collettività e ne</i> [chiedono] <i>consenso morale e sovvenzione materiale.</i>» <br />
<br />
Il dato curioso che certamente non è sfuggito al lettore è che <b>tutte</b> le associazioni implicate - CCDU, ASVI, Ce.S.Vi.C./Micro Progress, ARIS (come le altre aggregazioni "antisette") - sono delle <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Organizzazione_non_lucrativa_di_utilit%C3%A0_sociale" target="_blank">ONLUS</a>, organizzazioni non lucrative di presunta [3] <b>utilità sociale</b> che godono di speciali privilegi e di danaro pubblico. Io invece sono solo una comune privata cittadina, senza privilegio alcuno, che si è trovata ad affrontare in piena solitudine "<i>i problemi causati dalle attività devastatrici</i>" che gli anti-sette sostengono di arginare, proprio per mano di una esponente di rilievo di una di quelle associazioni, l'ARIS Onlus, la cui utilità sociale fatico a comprendere<br />
<br />
<b>B)</b> Se io, come moltissimi altri, ho a lungo preferito utilizzare pseudonimi per sollevare le mie critiche alla Chiesa di Scientology è perché sono a conoscenza del disposto dottrinal-religioso che impone ai seguaci del movimento di Hubbard di <b>usare la legge per molestare</b> eretici (squirrel), ex membri e critici. Infatti, gli eventi narrati e la documentazione allegata dimostrano che si arrivano a presentare querele fatte di nulla al fine di avviare un procedimento insussistente, mentre le spese sostenute per difendersi da accuse false e pretestuose sono sempre a carico dell'innocente messo di mezzo [4]. Il "segreto" dell'hubbardiano «<i>lo scopo di una causa è molestare e scoraggiare, piuttosto che vincere</i>» sta proprio qui: la legge si presta molto facilmente a questo tipo di molestie, far spendere <b>soldi ed energie</b> fino allo sfinimento e, se possibile, «<i>rovinatelo del tutto</i>». Presentare una denuncia costa poco o nulla, in particolare se hai uno studio legale interno, affiliato, amico [5].<br />
<br />
<b>C)</b> Mi sarei sicuramente evitata patimenti e molte spese [6] se Maria Pia Gardini, esponente dell'ARIS Onlus, si fosse attenuta al mandato morale di confidenzialità e protezione degli ex membri e collaboratori implicito nell'offerta/richiesta di aiuto della sua associazione ARIS Onlus. Quel <b>dovere morale</b> di preservare il mio anonimato (come quello di chiunque altro si rivolga e/o collabori con l'associazione e voglia restare anonimo) <b>è stato violato</b>, esponendomi a grane giudiziarie del tutto pretestuose, eventualità di cui la Gardini era pienamente consapevole. Violazione analoga pare sia da imputare anche all'associazione consorella dell'ARIS Onlus, il CeSAP Onlus, almeno stando alla <a href="http://xenu.com-it.net/ccdu/gardini.gif" target="_blank">testimonianza giurata</a> della Gardini.
<br />
<br />
Proprio per l'appartenenza associativa di spicco di Maria Pia Gardini, per la sua notorietà mediatica, per la sua innegabile consapevolezza che Scientology tiene costantemente monitorati i nostri luoghi di discussione (lo affermò lei stessa in più occasioni), doveva essere ben consapevole che qualora avesse fatto pubblicamente delle affermazioni "ghiotte" per il movimento che lei definiva una "setta pericolosa", sarebbe potuta essere chiamata a testimoniare e che, se fosse successo, aveva il dovere di dire la verità.
<br />
<br />
Ricordo ai più distratti che ARIS Onlus e CeSAP Onlus aderiscono al cosiddetto "FORUM delle ASSOCIAZIONI ITALIANE di RICERCA INFORMAZIONE e CONTRASTO dei MOVIMENTI SETTARI e dei CULTI ABUSANTI - in dubium veritas", referente privilegiato della "Squadra Antisette" della Polizia di Stato. Sul ruolo svolto da questo organo speciale, sui suoi costi per la collettività e sulla professionalità dei suoi referenti sono già state presentate interrogazioni parlamentari, <a href="http://www.agenziaradicale.com/index.php/diritti-e-liberta/858-quanto-costa-e-a-che-serve-la-squadra-anti-sette-interrogazione-radicale" target="_blank">questa</a> è la più recente.
<br />
<br />
Certo, a tutti è dato sbagliare, come la stessa Gardini si giustificò nell'immediato. Ma mi sarei almeno aspettata delle scuse da parte sua e soprattutto <b>da parte dell'ARIS</b> Onlus di cui era una visibile e mediatica esponente e con cui avevo più volte collaborato, oltre a una più che doverosa offerta di assistenza da parte del già citato "Forum delle associazioni ecc." [7], con cui pure avevo collaborato e per cui appena pochi mesi prima avevo <a href="http://xenu.com-it.net/txt/simonetta_po_setta_antisette.htm#donazioni" target="_blank">richiesto donazioni</a> ai lettori di "Allarme Scientology". Non sono arrivate né le une, né l'altra.<br />
<br />
<b>D)</b> Questo procedimento si è concluso nell'aprile 2011, oltre un anno e mezzo fa, e ne ho parlato diverse volte su free.it.religioni.scientology, newsgroup costantemente monitorato non solo dai seguaci e simpatizzanti di Hubbard, ma anche dagli esponenti del mondo associazionistico antisette come sono ARIS e CeSAP Onlus [8]. Nessuno di loro [9], e mi riferisco a <b>tutte</b> le associazioni del variegato panorama italiano, mi ha mai chiesto di vedere i documenti, di leggere gli atti ("ricerca e informazione"?) o se avessi bisogno di una qualsiasi forma di aiuto o assistenza. Nessuno si è mai offerto di lanciare dai loro siti web una sottoscrizione per darmi una mano a coprire le ingenti spese innegabilmente derivate dalla "leggerezza" di una <b>loro esponente</b>.
<br />
<br />
Viceversa, il CeSAP Onlus ha <a href="http://www.cesap.net/index.php?option=com_docman&task=cat_view&gid=250&Itemid=60" target="_blank">dato risalto</a> a un richiamo elevatomi dal garante della privacy, procedimento iniziato da un <a href="http://iltemperinodioccam.blogspot.it/2011/12/uno-spettacolo-penoso.html" target="_blank">aderente</a> di Scientology in merito a una mia <a href="http://xenu.com-it.net/txt/ildiko.htm" target="_blank">intervista</a> di diversi anni prima a una ex scientologist. La donna aveva citato generalità e motivo del decesso di una OT8 molto nota all'interno del movimento. Io avevo riportato il nome puntato e il cognome per esteso, il garante mi richiamò per non avere fatto il contrario.
<br />
<br />
Benché su free.it.religioni.scientology fosse comparsa una mia <a href="http://free.it.religioni.scientology.narkive.com/SfDWkvVn/scientology-e-gianni-leone-uniti-contro-simonetta-po-di-allarmescientology-it" target="_blank">spiegazione</a> dei fatti e nonostante il fondato sospetto che anche quell'esposto al garante fosse inquadrabile nel dettato religioso hubbardiano sulle molestie legali, il CeSAP Onlus non mi chiese mai una replica da affiancare a quel richiamo. Il che è quanto meno bizzarro per un ente che dice di fare <a href="http://www.cesap.net/index.php?option=com_content&view=article&id=225&Itemid=62" target="_blank">molte cose</a> a favore delle vittime di "movimenti settari nocivi" e il cui focus principale è sulle "sette" e i loro abusi.<br />
<br />
<b>E)</b> Credo di essere tra i pochi al mondo ad aver vinto fino in Cassazione una battaglia legale contro Scientology. Già questo meriterebbe i titoli in homepage di quelle associazioni che dicono di combattere i "movimenti settari abusanti". Il mio è stato un caso di accanimento giudiziario <b>motivato dalla dottrina religiosa di Scientology</b>, ma quelle associazioni di "ricerca e informazione" o di studio degli "abusi settari" non ne hanno mai fatto parola. Anzi, come già <a href="http://xenu.com-it.net/txt/simonetta_po_setta_antisette.htm#a5" target="_blank">analizzato</a> altrove, preferiscono <a href="http://www.liberocredo.org/sites/default/files/pdf/2_lettera_al_senato_e_sas.pdf" target="_blank">segnalare me</a> alla Squadra Antisette della Polizia di Stato perché mantengo posizioni diverse dalle loro, mi permetto di criticare apertamente il loro operato e per questo dovrei essere indagata. (Ricorda nulla?)<br />
<br />
<b>F)</b> L'elemento centrale, però, resta che oggi esiste una sentenza della Corte di Cassazione che conferma inequivocabilmente l'<b>organicità</b> del <i>Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani</i> alla Chiesa di Scientology e la «<i>coincidenza dei fini statutari di CCDU con alcuni principi di Scientology</i>», come hanno scritto i giudici di Cassazione. È un documento che dimostra che il CCDU non è una organizzazione laica come vorrebbe far credere agli enti che le concedono spazi pubblici. Si tratta invece di un'entità confessionale che trova i suoi fondamenti ideologici nel corpus religioso antipsichiatrico [10] della Chiesa di Scientology. Ma anche questo pare essere di assoluto disinteresse per le associazioni di "ricerca e informazione" sulle "sette" (di cui Scientology viene considerata la "regina") tant'è che in un anno e mezzo nessun loro dirigente mi ha chiesto copia di quella significativa sentenza.<br />
<br />
<b>G)</b> A dispetto di quanto evidenziato dalla Cassazione, l'Ufficio degli Affari Speciali della Chiesa di Scientology continua indisturbato a <a href="http://www.agenziastampaitalia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=11039:precisazione-dellufficio-affari-pubblici-chiesa-scientology-di-verona&catid=4:politica-nazionale&Itemid=34" target="_blank">sostenere</a> che il CCDU - Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani sarebbe un ente autonomo dalla Chiesa di Scientology, che avrebbe «<i>un proprio consiglio direttivo e nessuno dei suoi membri è un funzionario di nessuna Chiesa di Scientology</i>.»
<br />
<br />
Per colmo dell'ironia, è proprio da un documento che Elia Roberto Cestari ha allegato al ricorso in Cassazione (un <a href="http://alessiaguidi.provocation.net/ccdu/CCDU_consiglio_direttivo.gif" target="_blank">verbale</a> del consiglio direttivo del CCDU), che si scopre che l'Ufficio degli Affari Speciali afferma il falso dicendo che «<i>nessuno dei suoi membri è un funzionario di nessuna Chiesa di Scientology</i>». Per esempio, chi conosce quale ruolo/incarico riveste o ha rivestito fino a tempi recenti Emanuela Gobbini all'org di Milano? (<a href="http://alessiaguidi.provocation.net/ccdu/ccdu.htm#gobbini" target="_blank">Qui la soluzione</a> al quesito.)<br />
<br />
<br />
<b>Documenti linkati</b>:<br />
<ul>
<li><a href="http://xenu.com-it.net/ccdu/denuncia.pdf" target="_blank">Denuncia-querela</a> del gennaio 2007 firmata da Elia Roberto Cestari, Comitato dei cittadini per i Diritti Umani/Scientology, onlus; Marco Crescenzi, di Agenzia per lo sviluppo del Non Profit (<a href="http://www.asvi.it/" target="_blank">ASVI</a>) onlus; Paolo Barletta di Centro Studi per lo sviluppo e la Cooperazione/<a href="http://www.microprogress.org/chi-siamo/storia/" target="_blank">Micro Progress</a>, onlus;</li>
<li><a href="http://xenu.com-it.net/ccdu/perchenonaccada_onlus.pdf" target="_blank">Prima versione</a> opuscolo "Perché non accada...", oggi <a href="http://www.pensareoltre.org/index.php" target="_blank">Pensare oltre</a> onlus;</li>
<li>Versione <a href="http://xenu.com-it.net/ccdu/perchenonaccada_ccdu.pdf" target="_blank">totalmente Scientology</a>/CCDU/Cestari dell'opuscolo "Perché non accada...", © 2003 CCDU/CCHR;</li>
<li><a href="http://xenu.com-it.net/ccdu/perchenonaccada.jpg" target="_blank">Cambio</a> della compagine nel "Comitato promotore" di Perché non accada. Scompaiono Ce.Svi.C/Micro Progress e WDA, rimpiazzate da "Associazione Psicanalitica il Tempo della Parola", Gesef (il cui presidente Spavone è <a href="http://ccdu-monza.blogspot.it/2007_08_01_archive.html" target="_blank">attivista</a> del CCDU), la <a href="http://scientology-italia-ministrivolontari.blogspot.it/2006/05/croce-giallo-azzurra-e-pro.html" target="_blank">Croce Giallo Azzurra</a>-Scientology Italia Ministri Volontari e l'associazione "Primum non nocere", fondata da <a href="http://scientology-italia-ministrivolontari.blogspot.it/2006/05/croce-giallo-azzurra-e-pro.html" target="_blank">Giorgio Rubens</a> Mattioli, <a href="http://www.forum.exscn.net/showthread.php?18258-Impact-123-April-2010-IAS-Patrons-status" target="_blank">patron</a> della <i>International Association of Scientologists</i> (donazione di almeno 50.000 dollari), sostenitore di <a href="http://causes-assets1.causes.com/profiles/75932985/causes" target="_blank">parecchie cause</a> scientologiche e OT8 di Scientology. Successivamente scomparirà anche l'"Associazione Psicanalitica il Tempo della Parola" e il "comitato promotore" di "Perché Non Accada - Pensare Oltre" resterà composto unicamente da associazioni affiliate e/o fondate da membri e/o simpatizzanti della Chiesa di Scientology;</li>
<li><a href="http://xenu.com-it.net/ccdu/opposizione2009.pdf" target="_blank">Opposizione</a> ad archiviazione e richiesta dei querelanti di interrogare Maria Pia Gardini, accolta dal PM;</li>
<li><a href="http://xenu.com-it.net/ccdu/gardini.gif" target="_blank">Testimonianza</a> giurata di Maria Pia Gardini;</li>
<li><a href="http://xenu.com-it.net/ccdu/conciliazione.pdf" target="_blank">Richiesta</a> PM di conciliazione;</li>
<li><a href="http://xenu.com-it.net/ccdu/no%20conciliazione.pdf" target="_blank">Rifiuto</a> querelanti alla proposta conciliazione;</li>
<li><a href="http://xenu.com-it.net/ccdu/sentenzaGIP.pdf" target="_blank">Sentenza</a> di "non luogo a procedere" del GIP di Milano;</li>
<li><a href="http://xenu.com-it.net/ccdu/ricorso.pdf" target="_blank">Ricorso</a> in Cassazione di Cestari/CCDU;</li>
<li><a href="http://xenu.com-it.net/ccdu/cassazione.pdf" target="_blank">Sentenza</a> di Cassazione e rigetto ricorso Cestari/CCDU.
</li>
</ul>
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<br />
<b>Note:</b><br />
<br />
1. All'epoca, Roberto Elia Cestari era nel nel comitato scientifico di "<a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Gi%C3%B9_le_mani_dai_bambini" target="_blank">Giù le mani dai bambini</a>", nota campagna di farmacovigilanza pediatrica. L'aver lanciato una "campagna concorrente" portò Cestari ad essere deferito al comitato etico di "Giù le mani dai bambini" ma, prima del suo pronunciamento, Cestari <a href="http://www.giulemanidaibambini.org/stampa/glm_ciscrivono__16.pdf" target="_blank">rassegnò spontaneamente</a> le dimissioni.
Quando Cestari decise di lanciare la sua propria campagna anti-psicofarmaci, Luca Poma, co-fondatore e portavoce di "Giù le mani dai bambini", si stava allontanando definitivamente dal Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani con cui aveva a lungo collaborato e dalla Chiesa di Scientology, di cui era stato un fedele per diversi anni.<br />
<br />
2. Su questo punto va precisato che Maria Pia Gardini aveva il dovere di dire la verità. Il problema, però, è <b>a monte</b>. In quanto portavoce <i>de facto</i> dell'ARIS Onlus, associazione asseritamente nata per aiutare ex membri e famiglie con problemi di "sette", avrebbe dovuto sapersi comportare di conseguenza e conformemente al suo ruolo.<br />
<br />
3. Scrivo "presunta" perché per costituire un'associazione onlus serve unicamente una auto-dichiarazione e la presentazione della richiesta all'apposito registro, come spiegato <a href="http://www.csv.verona.it/costituzione.html" target="_blank">qui</a>. Le associazioni che si occupano di «attività di assistenza sociale, socio-sanitaria, beneficenza, tutela e promozione di beni di interesse storico e artistico e della natura e dell'ambiente, promozione della cultura e dell'arte» sono «considerate a solidarismo immanente, cioè il fine solidaristico si <b>intende presunto</b> e perseguito a favore dell'intera collettività», come spiegato <a href="http://www.associazioni.avvocatoferrante.it/costituire-una-onlus.html" target="_blank">qui</a>.<br />
<br />
4. la Cassazione, infatti, ha deciso per una "compensazione delle spese" (ognuno si paga il suo avvocato), nonostante il mio legale avesse chiesto l'addebito alla controparte. A carico del CCDU soltanto le spese del procedimento, che assommano a poche centinaia di euro.<br />
<br />
5. Questa tattica pare essere stata utilizzata anche dalla presidente di una delle associazioni del "Forum di contrasto sette abusanti, ecc.", si veda per esempio l'articolo "<a href="http://www.asaap.org/documenti/cesap.pdf" target="_blank">Vittime di culti o di anti-cult?</a>" in cui la Dott.sa Radoani, che fu consigliere del Centro Studi Abusi Psicologici - CeSAP Onlus (perciò una "ex membro", per restare in tema di dinamiche settarie), racconta le molte cause insussistenti presentate contro di lei dall'ex amica e presidente del CeSAP Onlus Lorita Tinelli. Tutti i procedimenti sono stati archiviati per infondatezza di notizia di reato, ma intanto la Dott.sa Radoani ha trascorso anni tra tribunali, magistrati e avvocati con grande dispendio di danaro ed energie, al punto da dover infine sciogliere la sua associazione di aiuto e assistenza alle vittime di gruppi abusanti per non rischiare di vederla implicata nei procedimenti giudiziari.<br />
Decisamente curioso il procedimento civile intentato dalla Dott.sa Tinelli contro la Dott.sa Radoani per la "restituzione" di beni di chiara proprietà della Radoani, oppure prestati da terzi per allestire una mostra o noleggiati allo scopo. Scrive la Radoani: «<i>Questa ennesima denuncia mi obbligò a tre udienze (da giugno a settembre 2006) ... il giudice trovò <b>inconsistenti, assurde e confuse</b> le istanze</i> [della Tinelli].» [neretto aggiunto].<br />
Così conclude la Radoani: «<i>Allo stato attuale</i> [2008] (quasi) <i>tutte le denunce penali intentate dalla dott.sa Lorita Tinelli nei miei confronti</i> [sei o sette] <i>hanno avuto il medesimo esito: <b>insussistenza della notizia di reato</b>. Non dopo arbitraria archiviazione, ma dopo indagini effettuate. "Insussistenza della notizia di reato" significa non solo che non ho mai commesso i reati attribuitimi, ma che le notizie di eventuali reati presentate dalla signora Tinelli non esistono, sono pressoché inventate</i>.»<br />
<br />
6. Senza entrare nello specifico, ho dovuto mandare due volte l'avvocato a Milano e una a Roma, io stessa mi sono dovuta recare a Milano. Soltanto questi viaggi mi sono costati complessivamente diverse centinaia di euro, senza considerare gli onorari veri e propri.<br />
<br />
7. Il CeSAP Onlus, per esempio, <a href="http://www.cesap.net/index.php?option=com_content&view=article&id=857&Itemid=238" target="_blank">sostiene</a> di essere «<i><b>convenzionato </b>con esperti professionisti (<b>avvocati</b>, ...) presenti su <b>tutto </b>il territorio nazionale, creando una valida e solida <b>rete di sostegno</b> ... e '<b>aiuto</b>'</i>», tanto da «<b><i>accreditarsi il Patrocinio del Ministero di Grazia e Giustizia per tutte le attività</i></b> ...» [pagina web consultata il 17 novembre 2012, si veda anche <a href="http://xenu.com-it.net/ccdu/patrocinio_cesap1.pdf" target="_blank">qui</a> e <a href="http://xenu.com-it.net/ccdu/patrocinio_cesap2.pdf" target="_blank">qui</a>]<br />
Dal verbale di udienza del 25 maggio 2011 presso il tribunale ordinario di Bari, (procedimento penale N. 2432/09 - P.M. 6445/06) si scopre che tale patrocinio era però limitato temporalmente ad <b>un solo progetto</b> [del 2004 o 2005]. Chiamata a testimoniare, la Dott.sa Tinelli afferma infatti che il CeSAP non è riconosciuto dal Ministero della Giustizia e che «<i>abbiamo avuto <b>per un certo periodo</b> di tempo un patrocinio dal Ministero Giustizia, <b>per un progetto</b></i><i> <i>di informazione di sensibilizzazione</i> </i><i>... Che ora è terminato</i>.»<br />
<a href="http://xenu.com-it.net/ccdu/simonetta_po_ccdu.htm#trasparenza" target="_blank">Trasparenza</a> e correttezza impongono al CeSAP Onlus di correggere il riferimento sul suo sito al patrocinio del Ministero di Grazia e Giustizia «per tutte le attività che esso svolge». Da anni quel sito afferma una cosa non vera.<br />
<br />
8. Se ne ha conferma in questo lungo "<a href="http://www.liberocredo.org/sites/default/files/pdf/2_lettera_al_senato_e_sas.pdf" target="_blank">piagnisteo</a>" di ARIS Onlus, FAVIS Onlus, CESAP Onlus. Se ho aspettato fino a oggi a rendere pubblica la documentazione allegata è stato perché sono rimasta nella fiduciosa quanto ingenua e regolarmente delusa speranza di avere a che fare con persone di una certa levatura, oltre che nell'inutile attesa di un riscontro alle mie numerose richieste di assistenza e di risposte, che non sono mai arrivate.<br />
<br />
9. L'unica in Italia ad averne dato notizia è stata Raffaella Di Marzio sul <a href="http://raffaelladimarzio.blogspot.it/2012/02/archiviata-la-denuncia-del-ccdu-contro.html" target="_blank">suo blog</a>.<br />
<br />
10. «<i>Secondo la credenza di Scientology le vere cause di pazzia, crimine e guerra sono la psichiatria, le sue pratiche e i suoi metodi, tra cui gli psicofarmaci. E che per ottenere una civiltà ottimale in cui "L'Uomo sia libero di innalzarsi a vette superiori" bisogna innanzitutto eliminare la psichiatria, "eradicarla", come sosteneva L. Ron Hubbard, il fondatore di questa strana religione a pagamento. E possibilmente sostituirla con le pratiche di Scientology che si presenta sì come religione, ma che nasce quale estensione di Dianetics, la "scienza moderna della salute mentale" da cui trae teorie, convinzioni e metodologia terapeutica.</i> [...] <i>Hubbard era convinto e sosteneva che la sua "tecnologia" fosse l'unica e la sola in grado di operare con successo e "mani pulite" nel campo della salute mentale, e di questo sono tuttora convinti i suoi seguaci, che si ritengono "specialisti della mente"</i>. [...]<br />
«<i>Secondo la dottrina religiosa del movimento la malattia mentale in realtà non esiste, si tratta piuttosto di una invenzione degli psichiatri che, in combutta con le case farmaceutiche, vogliono "drogare" le masse per mantenerle schiave, dominare il mondo e fare tanti soldi sulla pelle di "cavie umane inconsapevoli"</i>.<br />
«<i>Agli scientologist è fatto divieto di dispensare l'auditing, venduto a caro prezzo nelle sue chiese e missioni, a chi abbia mai assunto psicofarmaci. Va da sé che la medicalizzazione diffusa toglie al mercato spirituale della Chiesa di Scientology una grossa fetta di potenziali clienti. E poiché</i> "L'intero futuro agonizzante di questo pianeta... o il tuo destino stesso per i prossimi infiniti trilioni di anni dipendono da ciò che fai ora e qui, con e in Scientology" <i>e che:</i> "Questa è un'attività mortalmente seria... questa è la nostra prima possibilità di farlo in tutti gli infiniti trilioni di anni del passato"<i>, chi non "fa" Scientology non ha speranza di futuro, ed è destinato all'oblio eterno.</i>»
(Si veda: "<a href="http://xenu.com-it.net/txt/ritalin.htm" target="_blank">Le campagne anti-Ritalin</a> e anti-psichiatria... i retroscena")
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Simonetta Pohttp://www.blogger.com/profile/13000408822511849578noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1421285090802206048.post-83603102033509635132012-08-03T19:31:00.001+02:002012-08-04T08:10:46.643+02:00“Sette”, “antisette”, “setta degli antisette”, “aiuto” e altre riflessioni (settima e ultima parte)<div style="text-align: justify;"><br />
Benché alcune associazioni “antisette” affermino di ricevere annualmente centinaia se non <a href="http://ilcasotinelli.blogspot.it/2009/12/capitolo-4.html" target="_blank">migliaia</a> di richieste, esse non forniscono dati che ci permettano di capire in che cosa sono consistiti l’<i>aiuto </i>e le consulenze forniti e per quali motivi siano state contattate.<br />
<br />
Come i siti di alcuni movimenti controversi, anche quelli delle associazioni “antisette” sono molto parchi di informazioni sul loro modo di operare e di fornire <i>aiuto</i>, e (come per alcuni movimenti controversi) l’unico modo per scoprirlo sembra essere il contatto diretto, la <i>relazione personale</i>. <br />
<br />
Inspiegabilmente con le associazioni “antisette” si riscontra una evidente ritrosia a esprimere <b>pubblicamente </b>il proprio pensiero, a produrre riflessioni e articoli, a presentare il resoconto annuale delle attività e, soprattutto, a illustrare il contenuto delle richieste che ricevono e dell’intervento offerto. In genere quei siti si rivelano dei semplici depositi di materiali <b>altrui </b>trovati in Internet e ricopiati, a sostegno delle proprie convinzioni (il blog <i>Pensieri Banali</i> ha fatto un’analisi impietosa dei siti dell’<a href="http://pensieribanali.blogspot.it/2012/05/una-associazione-realmente-inutile-e.html" target="_blank">ARIS</a> e della <a href="http://pensieribanali.blogspot.it/2012/06/favis-unassociazione-da-paura-cap-1.html" target="_blank">FAVIS</a>), o una sorta di rassegna dell’<i>orrore </i>in cui ci si limita a riprendere gli articoli a stampa sull’argomento. <br />
<br />
Uno dei pochi, se non l’unico sito di associazione “antisette” in cui ho trovato qualche informazione sulla natura delle richieste pervenute è quello della <a href="http://sos-bambini.skynetblogs.be/archive/2012/05/13/antiplagio.html" target="_blank">SOS Antiplagio</a> di Novara, che non appartiene al <i>Forum delle associazioni ecc.</i> ma che ne condivide discorso e finalità. <br />
<br />
Come è possibile constatare, vi ritroviamo gli elementi discorsivi già analizzati in questi articoli e una pervasiva ricorrenza del prefisso <i>pseudo-</i>. <br />
<br />
Parlare di <i>pseudo-</i> (religioni, veggenti, carismi e carismatici, conoscenza, ecc.) è indice di una determinata <b>credenza/ideologia</b>: si parte dalla presunzione di conoscere dove sia il <i>vero-</i> e il non illustrare come distinguere lo <i>pseudo-</i> dal <i>vero </i>è segnale che ci si sta rifacendo al pensiero <i>mainstream </i>(in Italia, quello di tradizione cattolica) contrapposto alla <i>devianza </i>[1]: il cattolico sa che la <b>vera</b> religione è la sua, che i veri veggenti sono quelli approvati dalla sua chiesa, che la vera conoscenza è quella rivelata dall’unico e vero Dio, quello cristiano.<br />
<br />
Il sito di SOS Antiplagio riporta l’elenco delle richieste pervenute all’associazione nel 2011 e sembra confermare quanto già rilevato dalla Di Marzio nel suo specchietto. Sono quasi tutte richieste di aiuto di <b>parenti </b>e riguardano i casi più disparati, di cui pochi relativi a presunte “sette distruttive”. Tra di essi, soltanto due riguardano <b>fuoriusciti </b>(apparentemente di loro iniziativa) da ciò che loro definiscono “setta”. <br />
<br />
Alla luce delle riflessioni fatte fino ad ora, sono a mio avviso particolarmente interessanti queste voci e il linguaggio utilizzato:<br />
<ul><li><i>Provincia di Novara, una s<b>etta esoterica</b> del biellese che <b>propina </b>anche il Reiky</i> [sic]<i>, opererebbe <b>matrimoni celtici</b> (a scadenza temporale). Un giovane pare sia stato <b>irretito </b>da una <b>adepta </b>a celebrare questo matrimonio. Sia il ragazzo che i suoi familiari sono <b>stati assistiti</b> dai nostri consulenti.</i></li>
<li><i>Siamo contattati da un signore italiano che vive in Brasile; egli ci segnala l'esistenza di un legame tra alcune <b>logge massoniche</b> di Novara e la <b>Congregazione dei Testimoni di Geova</b>.</i></li>
<li><i>Bellinzago, un <b>culto satanista</b> già ampiamente conosciuto, tiene degli incontri di studi settimanali, presso la propria sede.</i></li>
</ul>Personalmente, né questi né gli altri casi riportati mi paiono idonei a evidenziare l'esistenza di un problema connesso alle “sette abusanti” e a fenomeni di “plagio”, a conferma di quanto sia infondato l'"<b>allarme sociale</b>" propalato dagli “antisette” e il loro ossessivo invocare una legge <i>ad hoc</i>. <br />
<br />
Ristuccia, presidente e fondatore della <i>SOS Antiplagio</i>, non manca inoltre di:<br />
<blockquote>«<i>far notare come l'<b>immigrazione </b>trascina con sé i propri <b>santoni</b>, <b>imbroglioni </b>ed altri che <b>diffondono anche qui in Italia</b> le loro <b>dottrine</b>, <b>superstizioni</b>, <b>magie </b>e <b>quant'altro</b>: fenomeno già conosciuto ma che aumenta con la differenziazione degli stranieri che giungono nel paese</i>.»</blockquote>Tutto il capitolo relativo alle religioni di origine “<i>extracomunitaria</i>” (suppongo africana, caraibica e latinoamericana) è interessante.<br />
<br />
Anche Ristuccia ritiene che gli studiosi siano “<i>complici delle sette</i>” e pone l’accento su una presunta:<br />
<blockquote>«<i>continua campagna <b>denigratoria </b>ai danni di associazioni, come SOS Antiplagio, che <b>contrastano i culti settari</b>.</i> [...]<br />
<br />
<i>E' veramente sconfortante osservare, come tali professionisti, si <b>accaniscono </b>al punto tale da etichettare associazioni come la nostra, col termine da loro <b>inventato di “sette antisette”</b>. Una <b>assurdità</b> talmente mastodontica da rasentare l'ilarità, se non fosse per tutte quelle persone <b>assistite </b>da noi, <b>traumatizzate </b>per essere cadute nella <b>trappola </b>di un mago, di un santone o di una setta distruttiva.</i><br />
<br />
<i>Si osserva <b>un certo coordinamento</b> con rappresentanti dei culti <b>sotto processo</b>, per organizzare <b>una vera e propria campagna diffamatoria</b> ai danni di chi, come la nostra associazione, <b>dona </b>un <b>servizio utilissimo</b> alla <b>società</b>, affrontando in prima persona disagi, <b>rischi</b>, querele e <b>minacce di ogni genere</b>.</i><br />
<br />
<i>A questi incontri di <b>coordinamento delle sette</b>, tra loro e qualche professionista, avrebbe partecipato anche un noto studioso dei culti in Piemonte. La cui linea da anni è quella di <b>difendere i culti settari</b>, minimizzando gli <b>allarmi </b>della presenza dei <b>culti in Italia</b>, opponendosi al varo di una legge necessaria in Italia</i> [...]<br />
<br />
<i>Da anni si cerca di <b>contrastare tali pericoli</b>, </i>[...] <i>ancora oggi vi sono forti pressioni affinché non venga varato nessun strumento normativo a <b>difesa del cittadino</b> contro chi <b>specula </b>sulla <b>sofferenza</b>. E' anzi <b>urgentissimo </b></i>[correre ai ripari contro]<i> tali <b>attacchi </b>all'individuo, alla famiglia, al patrimonio e soprattutto alla <b>stabilità sociale</b></i> [...]»</blockquote>In questo passaggio ho evidenziato i termini a mio avviso indicativi di una <i>modalità discorsiva</i> che vuole far leva sull’<b>emotività </b>del lettore, senza però portare dati oggettivi e verificabili. È una modalità che abbiamo già visto utilizzata altrove, per esempio da <a href="http://alessiaguidi.provocation.net/varie/storievere_nov2011.pdf" target="_blank">Don Aldo Bonaiuto</a> e da <a href="https://groups.google.com/d/msg/free.it.religioni.scientology/KaAjYI7GI5U/Czda76SHSbIJ" target="_blank">Maurizio Alessandrini</a>, entrambi esponenti dell’associazionismo “antisette” e referenti della Squadra Anti Sette della Polizia di Stato.<br />
<br />
A Ristuccia va il mio ringraziamento e plauso per aver resi pubblici questi dati e le sue considerazioni, a differenza di quanto fanno le associazioni consorelle di <i>SOS Antiplagio</i>. Purtroppo però, tolto il generico intervento di psicoterapeuti e avvocati, manca l’esplicitazione del tipo di <i>aiuto </i>offerto. Sarebbe interessante conoscere per esempio quante volte, nell’attività di <i>aiuto</i>, si è parlato di <b>maligno </b>e quante s’è cercato di attribuire alla propria <b>credenza/ideologia</b> (esistenza del “plagio”) i diversi problemi e preoccupazioni presentate. <br />
<br />
Noto poi che i relatori delle serate e conferenze organizzate da <i>SOS Antiplagio</i> sono soltanto due: il presidente Ristuccia, le cui competenze per affrontare certe tematiche sono ignote, e l’anziano dott. Giorgio Gagliardi, grande sostenitore dell’esistenza dei <a href="http://giorgiogagliardicomo.blogspot.it/2010/11/contributo-italiano-allo-studio.html" target="_blank">SRA</a> (<i>satanic ritual abuse</i>), ormai ampiamente <a href="http://www.cesnur.org/2003/vil2003_menegotto_it.htm" target="_blank">sconfessati</a> dai processi tenuti nel corso degli anni e dalla letteratura scientifica [2], ma ancora in grado – anche grazie all’apporto massmediatico – di scatenare <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Moral_panic" target="_blank">panici morali</a> (si pensi ad esempio ai casi dell’asilo Corelli di Brescia e della scuola di Rignano Flaminio, molto simili ai casi americani, canadesi e inglesi di cui la letteratura scientifica s’è ampiamente occupata).<br />
<br />
Mi concedo una digressione per evidenziare una curiosa affermazione che trovo sulle pagine di <a href="http://sos-bambini.skynetblogs.be/archive/2012/05/13/antiplagio1.html" target="_blank">SOS Antiplagio</a> riferita all’attività del <b>2011 </b>(grassetto aggiunto):<br />
<blockquote>«<i>I nostri esperti sono spesso chiamati a sostenere attività di consulenza <b>d’ufficio</b> presso diversi tribunali nel territorio nazionale. In alcuni <b>processi</b>, come quello <b>ormai finito</b> sul caso Arkeon, hanno eseguito perizie su alcuni fuoriusciti</i>.»</blockquote>La ritengo curiosa perché la <a href="http://veritasuarkeon.org/wp-content/uploads/2012/07/spiegazione-capi-imputazione-con-sentenza-e-parti-civili.pdf" target="_blank">sentenza</a> di <b>primo grado</b> del processo contro alcuni dirigenti di Arkeon è stata emessa soltanto il <b>16 luglio 2012</b> e trattandosi del <b>primo grado</b> tutto si può dire, salvo che il processo sia “<b><i>ormai finito</i></b>”. Come poteva mai esserlo, nel 2011 resta un mistero.<br />
<br />
Ovviamente mi auguro che, trattandosi di <b>atti pubblici</b> scaturiti da un processo, un giorno potremo conoscere le <a href="http://xenu.freewinds.be/txt/simonetta_po_perizie_psichiatriche.pdf" target="_blank">modalità</a> con cui sono state condotte tali “perizie d’ufficio” (che significa: ordinate dal giudice), giusto per avere un’idea della metodologia utilizzata. <br />
<br />
Non è la prima volta, infatti, che ci troviamo di fronte a “perizie” <i>sui generis</i> in cui le conclusioni si esprimono in tre diverse ipotesi alternative tra loro: “<a href="http://ilcasotinelli.blogspot.it/2009/12/capitolo-3.html" target="_blank">scettica, benevola e preoccupata</a>” (perizia che, per inciso, riguardava il figlio di una madre affiliata ad Arkeon, all’epoca “Reiki”, chiesta dal padre in una causa di separazione, simile a quelle riferite dal sito <i>SOS Antiplagio</i>.)<br />
<br />
Come abbiamo visto, in linea di massima l’associazionismo “antisette” italiano mantiene una forte ideologia non condivisa <b>dalla maggioranza</b> degli studiosi del campo (perciò a suo modo <i>settaria</i>) che si manifesta su livelli diversi, tra cui:<br />
<ol><li>cercare di distogliere il membro dal gruppo a cui ha deciso di aderire;</li>
<li>dare <b>solo </b>informazioni negative sui gruppi di minoranza, definiti indistintamente “sette” o “psicosette” (con tutto il portato denigratorio che il termine ha assunto);</li>
<li>attivarsi per <b>contrastare </b>le loro attività (foraggiare la stampa, segnalazioni alla polizia, consulenze ai magistrati, cercare di costituirsi parte civile nei processi, ecc.);</li>
<li>sostenere la reintroduzione della legge sul plagio, forti della convinzione che l’unico motivo di conversione a certe credenze sia la “manipolazione mentale”.</li>
</ol>Credo sia doveroso interrogarsi sulle forme di <i>aiuto </i>offerte da chi mantiene tale ideologia.<br />
<br />
Nel terzo articolo di questa serie ho accennato al convegno ICSA del 2007 dove per la prima volta sentii parlare di <b>mediazione</b>. Per me che provenivo dal mondo dell’antisettarismo era una parola sconosciuta. La “vittima” andava “<i>tirata fuori dalla trappola della setta</i>” e ci si doveva attivare per <b>danneggiare </b>il gruppo (allertare i media con racconti dell’orrore, convincere le vittime a sporgere denuncia, ecc.).<br />
<br />
Il problema però è che così facendo si scavano fossati più profondi di quanto già non siano e in parecchi casi più che dare <i>aiuto </i>all’altro si portano avanti finalità dettate dalla propria <b>credenza/ideologia</b>, a cui si socializzano persone nuove, viste come potenziali “reclute” delle associazioni. Ciò di cui gli “antisette” accusano le “sette” di fare.<br />
<br />
Ricordo di aver discusso di mediazione con una decana dell’associazionismo antisette italiano; le feci presente che in fondo i gruppi non sono tutti uguali, non si mantengono immutati nel tempo, il coinvolgimento personale può essere più o meno profondo. <br />
<br />
Gruppi che vengono considerati “sette distruttive” sulla base del racconto di un parente preoccupato o di un ex membro arrabbiato, potrebbero non esserlo affatto; non va escluso a priori che si tratti di semplici gruppi “alternativi” del tutto ignari delle preoccupazioni di un famigliare o delle lamentele di un ex. Movimenti che in passato hanno realmente tenuto comportamenti da “setta distruttiva” oggi sono cambiati, alcuni hanno fatto il <i>mea culpa</i> e si sono assunti le proprie responsabilità.<br />
<br />
Un’associazione che si ponga da tramite, che presenti al gruppo le lamentele raccolte, che faccia presente quali preoccupazioni o problematiche suscita in alcuni, potrebbe già risolvere pacificamente molti conflitti. O come ci raccontò un relatore al convegno ICSA, responsabilizzando il gruppo su certe questioni si possono ottenere ottimi risultati. Nel suo caso si trattava di una studentessa che aveva abbandonato gli studi per immergersi nelle attività del gruppo. Una serie di incontri con i suoi dirigenti fece sì che furono loro stessi a convincerla a rimettersi a studiare e ad allentare la frequentazione del gruppo, senza per questo interromperla. Sul fronte familiare la mediazione portò i genitori ad accettare il diritto della figlia di fare le proprie scelte e la ragazza a capire le preoccupazioni e le critiche dei genitori.<br />
<br />
Purtroppo, la decana “antisette” con cui parlai mi disse chiaramente che “<i>con i banditi non si media</i>”, per cui loro in quanto associazione sarebbero andati avanti per la strada che avevano sempre battuto. Due decenni prima avevano provato a mediare con un paio di gruppi ed era andata male; forte della convinzione che “<i>tutti i gruppi sono uguali e non cambiano</i>”, a suo modo di vedere cercare di mediare significava “<i>farsi prendere in giro</i>” e perder tempo.<br />
<br />
E' vero che a volte la mediazione non risulta possibile, né che darà in ogni caso i risultati sperati. Ma ritengo che un tentativo andrebbe sempre fatto. Se però si parte dal presupposto che tutti i gruppi sono uguali e immutabili nel tempo, che sono tutti “<i>banditi</i>”, che ogni sede locale è uguale e “banditesca” come la “casa madre” e i suoi membri sono tutti “plagiati o plagiatori”, la mediazione verrà esclusa automaticamente dall’orizzonte del pensabile.<br />
<br />
Capita invece che siano i rappresentanti dei gruppi presi di mira dalle associazioni a cercare un incontro, ma si vedono chiusa la porta in faccia. Il caso di <a href="http://pietrobono.blogspot.it/2010/03/arkeon-e-lincapacita-di-dialogo-degli.html" target="_blank">Pietro Bono</a> citato nel quinto articolo di questa serie è significativo, ma non è il solo. Interessante è per esempio il recente <a href="http://www.cesap.net/forum/viewtopic.php?f=14&t=5612" target="_blank">commento</a> della presidente del CeSAP alle lamentele di una persona da anni bersaglio dei forum di discussione gestiti dal Centro Studi nocino. Data la disponibilità manifestata dal diffamato mi sarei aspettata una reazione diversa dalla responsabile di un “Centro <u>Studi</u> Abusi Psicologici”, oltre che una moderazione ferma degli interventi offensivi. Ma ho già avuto modo di parlare dello <a href="http://iltemperinodioccam.blogspot.it/2012/05/unesperienza-interessante.html" target="_blank">stile di moderazione</a> cesappino e anche della reale capacità di «<i>confronto aperto e sereno</i>» e di «<i>dialogo proficuo</i>» dimostrato dal <i>Forum delle associazioni ecc.</i>. (vedi <a href="http://iltemperinodioccam.blogspot.it/2012/08/sette-antisette-setta-degli-antisette.html" target="_blank">quinta parte</a>).<br />
<br />
Sono stata personalmente testimone di due “interventi di aiuto antisette” che all’epoca mi lasciarono parecchio perplessa:<br />
<ol><li>una importante esponente dell’associazionismo italiano consigliò alla parente di un fresco affiliato a Scientology di «<i>andare a far casino sui giornali</i>». In questo modo l’affiliato sarebbe stato “<i>dichiarato PTS</i>” e sospeso da corsi e servizi. A suo modo di vedere, il problema era di facile soluzione: «<i>farlo sbatter fuori</i>»;</li>
<li>due giovani si erano rivolti a una associazione italiana perché preoccupati dall’affiliazione di un congiunto a un certo gruppo. L’esponente dell’associazione cercò notizie in Internet e chiese anche alle consorelle europee, senza ricavarne nulla salvo informazioni ufficiali, positività, lodi e benemerenze. <b>Nulla di negativo</b> da nessuna parte da poter sottoporre ai ragazzi. Alquanto affranta, l’esponente non trovò di meglio che invitarli a partecipare al convegno FECRIS imminente in quei giorni. I due ascoltarono per 8 ore filate relazioni sulla pericolosità delle “sette distruttive” (a cui erano stati convinti che il congiunto si fosse affiliato) e uscirono terrorizzati per le sorti del loro caro.</li>
</ol>Sono a conoscenza di altri episodi anche più scabrosi, ma essendomi stati riportati da terzi mi astengo dal citarli.<br />
<br />
Ritengo che le associazioni di aiuto e sostegno siano importanti e vadano incoraggiate, ma non dovrebbero <b>confondere </b>l’<i>aiuto </i>con istanze e <b>ideologia antisette</b>. Le “sette distruttive” esistono, esistono le relazioni disfunzionali, esistono le persone più fragili e influenzabili ed esiste l’influenza indebita e chi la esercita. Ma l’<i>aiuto </i>è una cosa, la volontà di contrasto o distruttiva è un’altra. <br />
<br />
Chi esce da un gruppo cosiddetto “ad alte pretese” potrebbe incontrare problemi a reinserirsi nella società, in particolare se il suo coinvolgimento con il gruppo è stato molto profondo, a tempo pieno (es. gli staff di Scientology, in particolare della Sea Org). I condizionamenti lasciati dalla dottrina possono essere importanti e liberarsene non è sempre facile; in questi casi è molto importante l’aiuto di un ex membro che sappia “parlare la lingua”, che conosca la dottrina e sia in grado di identificare l’insegnamento che continua a influire negativamente sulla persona. Questo tipo di aiuto non deve però diventare un nuovo <b>indottrinamento </b>a <b>ideologie </b>e <b>credenze </b>altrettanto intransigenti e settarie, o una sottile forma di reclutamento nel proprio gruppo.<br />
<br />
Le professioni di <i>aiuto </i>sono notoriamente le più difficili e le buone intenzioni da sole non bastano – meno che mai in un campo così complesso e variegato. Ogni caso è diverso, è inserito in un contesto familiare e relazionale unico, coinvolge più aspetti del vivere e del vissuto.<br />
<br />
L’obiettivo primario di chi offre <i>aiuto </i>deve sempre essere il benessere dell’altro nella sua interezza, differenza e <b>complessità</b>, non il portare avanti le <b>proprie</b> istanze, ideologie, fini, interessi o <i>missioni salvifiche</i>. <br />
<br />
<a href="http://www.osservatoriopsicologia.it/2009/03/12/psicoterapie-%E2%80%9Cfolli%E2%80%9D-conoscerle-e-difendersi/" target="_blank"><i>Psicoterapie Folli</i></a>, una delle “bibbie” degli antisette, parla del mitologico <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Procuste" target="_blank">Letto di Procuste</a>. L’esperienza personale in ambito antisette mi spinge a ritenere che in una realtà così impregnata di <b>ideologia</b>, sprofondata nel <b>dogma </b>e nel <b>rifiuto </b>di posizioni, interpretazioni, interrogativi <b>diversi</b>, vi si faccia troppo spesso ricorso.<br />
<br />
<br />
Note:<br />
<br />
1. Interessante a questo proposito il riferimento ai “movimenti d’odio” americani citati alla nota 3 del <a href="http://iltemperinodioccam.blogspot.it/2012/07/sette-antisette-setta-degli-antisette_24.html" target="_blank">secondo articolo</a> di questa serie.<br />
<br />
2. Per esempio, <i>The Extent and Nature of Organised and Ritual Abuse: Research Findings</i>, J.S. La Fontaine, Her Majesty’s Stationery Office, Londra 1994; <i><a href="http://books.google.it/books?id=JBxfvDeQdmoC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false" target="_blank">Speak of the Devil</a>: Tales of Satanic Abuse in Contemporary England</i>, J.S. La Fontaine, Cambridge University Press, 1998; <a href="http://alessiaguidi.provocation.net/varie/Simonicca_stregoneria.pdf" target="_blank"><i>Il Ritorno della stregoneria</i></a>, A. Simonicca, in Comparativamente, (a cura di) P. Clemente, C. Grottanelli, SEID, Firenze, 2009; <i><a href="http://books.google.it/books?id=d_8i63XNggYC&pg=PA57&lpg=PA57&dq=cesnur%2Babusi+rituali+satanici&source=bl&ots=4iRXxcdm08&sig=1woq7oLPi0NhnyakqRYLmrq5bzk&hl=it&sa=X&ei=FBkUUK_gAuqi4gS6sYCIDw&ved=0CFwQ6AEwBg#v=onepage&q=cesnur%2Babusi%20rituali%20satanici&f" target="_blank">Abusi sessuali</a> collettivi sui minori</i>, A. Zappalà, Franco Angeli, 2009.<br />
<br />
<br />
</div>Simonetta Pohttp://www.blogger.com/profile/13000408822511849578noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1421285090802206048.post-66213225256826345322012-08-02T07:01:00.000+02:002012-08-02T07:01:39.798+02:00“Sette”, “antisette”, “setta degli antisette”, “aiuto” e altre riflessioni (sesta parte)<div style="text-align: justify;"><br />
<b>Aiuto</b><br />
<br />
Definizione della parola <i>aiuto </i>del Grande Dizionario Italiano (UTET):<br />
<blockquote class="tr_bq"><i>intervento a favore di qualcuno o qualcosa in difficoltà</i></blockquote>verbo aiutare:<br />
<blockquote class="tr_bq"><i>fare oggetto di aiuto o di assistenza, agevolare, favorire. </i></blockquote>Come per la parola <a href="http://iltemperinodioccam.blogspot.it/2012/07/sette-antisette-setta-degli-antisette.html" target="_blank"><i>setta</i></a> anche <i>aiuto </i>e <i>aiutare </i>si direbbero dei “termini contenitore” che ognuno riempie con le proprie credenze e la propria <b>emotività</b>.<br />
<br />
Le dottrine dei <i>Nuovi Movimenti Religiosi</i>, al pari dei “vecchi”, contengono messaggi di <b>aiuto </b>e speranza che si potrebbero riassumere con un:<br />
<blockquote class="tr_bq"><i>Alla fine del tunnel </i>[qualunque esso sia, e quale sia il tuo tunnel lo sai tu] <i>c’è la luce. Forse ora non sei in grado di vederla, ma noi ti aiutiamo a raggiungerla. Il nostro compito è assisterti nell’impresa, accompagnarti, <a href="http://www.etimo.it/?term=educare" target="_blank">educarti</a>.</i></blockquote>La “morfologia” del tunnel e il percorso per uscirne è ciò che differenzia le varie dottrine spirituali e religiose e le relative prassi. Alcune ci sono familiari perché rimandano alle forme a cui siamo già stati educati e socializzati, a messaggi salvifici noti e, come tali, accettabili e condivisibili. Altre non appartengono alla nostra cultura e ci paiono assurde, bizzarre, ridicole, incredibili. Ma è innegabile che alla base di quelle dottrine c’è un messaggio di <i>aiuto</i>. Il medesimo messaggio di <i>aiuto </i>è riscontrabile nei gruppi del <i>potenziale umano</i> (dagli antisette definiti “psicosette”), in cui la componente spiritual-religiosa è assente o celata agli occhi del neofita, tanto da non risultare immediatamente evidente.<br />
<br />
Nel primo articolo di questa serie ho accennato a <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Talcott_Parsons" target="_blank">Parsons</a>, secondo il quale i processi socializzativi sono strettamente legati al controllo sociale. Per mantenersi e riprodursi, la <a href="http://www.treccani.it/enciclopedia/struttura-sociale_%28Enciclopedia_delle_Scienze_Sociali%29/" target="_blank">struttura sociale</a> necessita di norme che la tengano insieme. Ognuno di noi interiorizza quelle norme grazie al processo socializzativo svolto in prima battuta dalla famiglia e, in seconda, dalla scuola e da altre agenzie, per esempio quelle religiose e morali di riferimento. Il controllo sociale consiste essenzialmente nel sanzionare i comportamenti devianti (che potrebbero rompere l’equilibrio della struttura) e nell’allontanare o espellere chi li tiene.<br />
<br />
Sempre nel primo articolo, ho riportato la definizione di <i>setta </i>come di un<br />
<blockquote class="tr_bq"><i>gruppo di persone che professano una particolare dottrina politica, filosofica, religiosa e sim., in contrasto o in opposizione a quella riconosciuta o professata dai più.</i></blockquote>Ogni <i>setta</i>, però, è un <b>gruppo sociale</b> dotato di una <b>sua </b>cultura, di una <b>sua </b>struttura e di <b>sue </b>norme interne condivise dagli appartenenti, che a loro volta considereranno <b>devianti </b>le istanze non conformi.<br />
<br />
Più un gruppo mantiene una <b>ideologia forte</b> e <b>dogmatica </b>più numerose saranno le norme, maggiori le richieste di conformismo e il controllo sociale. La <i>devianza </i>e il <i>conflitto </i>porterebbero alla disgregazione del gruppo, che già si trova a dover fronteggiare una cultura di maggioranza che invece il gruppo contesta o a cui si oppone.<br />
<br />
Abbiamo così che se il messaggio iniziale di <i>aiuto </i>è quello più appariscente, sarà comunque inevitabilmente accompagnato da richieste più o meno forti di conformismo, dalla convinzione di essere circondati da <b>nemici </b>e dalla <b>chiusura</b> verso l’esterno. Quanto maggiori saranno queste richieste, convinzioni e chiusure, tanto più noi percepiremo quel gruppo come intransigente e <i>settario</i>. Ciò che fa <i>setta</i>, pertanto, è il <b>modello relazionale</b> esistente tra gli aderenti e verso l’esterno, non un’etichetta apposta <i>ex cathedra</i> da chi considera deviante il messaggio salvifico non <i>mainstream</i>.<br />
<br />
È innegabile che <b>anche </b>tra i Nuovi Movimenti Religiosi troviamo <b>modelli relazionali settari</b>, così come li riscontriamo in altri raggruppamenti sociali. Ma non si tratta di modelli necessariamente criminali o criminogeni; per alcune persone essi possono addirittura rappresentare un’ancora di salvezza, un modello che permette loro di funzionare <b>adeguatamente </b>in una società pluralista sempre più ricca di proposte, di richiami, di offerte che le lasciano frastornate. Rapporti asimmetrici, direttività e relazioni di dipendenza non sono necessariamente patologici.<br />
<br />
È chiaro, e su questo c’è il più ampio consenso, che se all’interno di un gruppo si commettono dei <b>reati</b>, quei reati vanno sanzionati. Ma all’interno dei NMR non si commettono <b>più </b>reati di quanti se ne commettano in altri gruppi sociali. È invece più probabile la presenza di codici morali diversi che determinano certi comportamenti, i quali potrebbero essere giudicati <b>immorali </b>dalla mentalità predominante. La morale è strettamente legata alla cultura, <b>all’insieme di credenze</b>. Tuttavia, tra immorale, pericoloso e illegale c’è differenza.<br />
<br />
Uno dei <i>leit motiv</i> degli “antisette” è che l’interesse deve concentrarsi sui <b>comportamenti</b>, non sulla <b>credenza </b>– che in virtù del concetto di <i>political correctness</i> andrebbe sempre rispettata. <br />
<br />
È convinzione generale, però, che i comportamenti giudicati immorali (un esempio su tutti, l’omosessualità) siano anche <b>pericolosi </b>e vadano <b>contrastati</b>. Tuttavia, noi viviamo in una società liberale sempre più pluralista, sempre più complessa, sempre più attraversata da istanze e traiettorie diverse; per poter razionalizzare la <b>presunta pericolosità</b> di certi comportamenti si deve perciò ricorrere alla <b>ideologia </b>come definita da Wilk (vedi <a href="http://iltemperinodioccam.blogspot.it/2012/08/sette-antisette-setta-degli-antisette.html" target="_blank">quinta parte</a>) cosicché l’opinione pubblica si convinca della necessità di <b>contrastarli</b>. E c’è un ulteriore problema: credenza e comportamento sono strettamente collegati. <br />
<br />
Di “prelogica e logica classica” secondo <a href="http://www.treccani.it/enciclopedia/lucien-levy-bruhl/" target="_blank">Lévy-Bruhl</a> ho già parlato <a href="http://iltemperinodioccam.blogspot.it/search/label/mentalit%C3%A0%20prelogica" target="_blank">altrove</a>. Altri studiosi si sono interessati alle credenze altrui in relazione ai comportamenti: <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Bronis%C5%82aw_Malinowski" target="_blank">Malinowski</a> sosteneva che per comprendere l’azione sociale degli individui fosse necessario «<i>osservare il <b>loro mondo</b> con i <b>loro occhi</b></i>», principio alla base dell’<a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Osservazione_partecipante" target="_blank">osservazione partecipante</a>.<br />
<br />
<a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Edward_Evan_Evans-Pritchard" target="_blank">Evans-Pritchard</a> ha dato un grosso contribuito teorico alla comprensione dell’altro, del <i>diverso</i>, nel suo famoso libro <i>Stregoneria, oracoli e magia tra gli Azande</i>. In esso, l’autore analizza la struttura del <i>pensiero magico</i> del popolo stanziato tra gli attuali Congo e Sudan studiato alla fine degli anni ’20 del ‘900. Evans-Pritchard giunse alla conclusione che il pensiero zande ha una sua <b>coerenza interna</b>: date certe premesse si hanno determinate conseguenze. Restava il problema di capire perché, pur dimostrandosi razionali nelle incombenze quotidiane, gli Azande potessero fondare i loro ragionamenti su premesse logiche chiaramente errate. Secondo l’autore il problema della razionalità non andava posto nell’alternativa vero/falso, ma in termini di <b>coerenza interna</b> di <b>ogni</b> sistema di credenze. <br />
<br />
In questa prospettiva, conoscere la credenza dei NMR è essenziale per comprendere il comportamento dei loro membri e dargli un senso. Anche la cosa più apparentemente assurda diviene così comprensibile dal <b>loro </b>punto di vista e cadono parecchie ipotesi “plagiarie” che pretenderebbero di spiegare univocamente certi comportamenti.<br />
<br />
La sostanza ultima degli autori citati e di altri etnologi è che dobbiamo liberarci dall’<a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Etnocentrismo" target="_blank">etnocentrismo</a> che ci porta a considerare sbagliato, assurdo, primitivo, pericoloso - e quindi <b>sanzionabile </b>- ciò che non rientra nei <b>nostri </b>modelli e nei <b>nostri </b>schemi culturali e morali.<br />
<br />
Sebbene Malinowski, Lévy-Bruhl, Evans-Pritchard scrivessero di cosiddette “società primitive”, il loro approccio può essere utilizzato per cercare di comprendere i gruppi sociali contemporanei di minoranza. Questo sforzo non nega il diritto di sottoporre ad <b>analisi critica</b> [1] i codici morali e le norme altrui; dibattito e maggior conoscenza portano a una migliore comprensione, a più tolleranza, a meno intransigenza e <b>paura </b>del <i>diverso</i>.<br />
<br />
Come abbiamo visto nei capitoli precedenti, l’associazionismo “antisette” non si è generalmente dimostrato più bendisposto alla critica [1] dei suoi codici morali, meno chiuso e dogmatico, meno dotato di una <b>ideologia forte</b> e <b>intransigente </b>di quei gruppi a cui appone l’etichetta di “setta”.<br />
<br />
Così come le “sette”, anche quel tipo di associazionismo offre <i>aiuto </i>e si è dato una <i>missione salvifica</i> strettamente collegata alle sue <b>credenze</b>, le quali dimostrano di avere una coerenza interna. Come per gli Azande studiati da Evans-Pritchard, «<i>date certe premesse si avranno determinate conseguenze</i>». <br />
<br />
Se si mantiene la credenza che le “sette” plagino i loro membri, abbiano inevitabilmente dei “fini loschi” e una lunga scia di “vittime”, la forma di <i>aiuto</i> offerta consisterà nel “tirarle fuori da quella trappola” mentre la <i>missione salvifica</i> sarà il mettere in guardia parenti preoccupati e opinione pubblica sui <b>pericoli </b>che tali “sette” rappresentano per l’individuo e la società. Si tratta di un’opera di <b>convincimento </b>e di <b>socializzazione </b>alle proprie <i>credenze </i>comune a tutti i gruppi sociali.<br />
<br />
Psicologia e sociologia ci insegnano che l’opera di convincimento può consistere nell’analisi <b>razionale </b>e <b>completa </b>dei fatti oppure nel tentativo di <b>persuasione</b>, che è quel processo <b>manipolativo </b>che, aggirando la ragione, fa appello all’<b>emotività</b>.<br />
<br />
In questo senso, il <a href="http://www.culturalstudies.it/dizionario/lemmi/analisi_del_discorso_body.html" target="_blank">discorso</a> di un certo associazionismo “antisette” non sembra diverso da quello dei gruppi che esso considera “sette”. Tende infatti a far leva sulle <b>paure </b>e su un presunto <b>allarme sociale</b>; a sottolineare la sua funzione di <i><b>aiuto</b></i>, il suo ruolo sociale <b>positivo </b>e di denuncia, la sua base <b>volontaristica </b>e quindi intrinsecamente “buona”; a presentarsi “<a href="http://www.loritatinelli.it/2011/01/30/io-perseguitata-e-minacciata-da-arkeon/" target="_blank">sotto attacco continuo</a>”, “attacco” portato a dimostrazione del fastidio dato “ai cattivi” e perciò della <b>bontà </b>del proprio operato; a esibire riconoscimenti istituzionali (es. qualche patrocinio pubblico, qualche appoggio politico o l’essere assurti al ruolo di informatori privilegiati e collaboratori della Squadra Anti Sette della Polizia) a garanzia del proprio operato, ecc. [2] <br />
<br />
Tuttavia, come succede con i movimenti controversi anche nel caso dell’associazionismo “antisette” è generalmente arduo riuscire a capire dall’esterno quale sia la forma di <i>aiuto </i>realmente offerta alle varie tipologie di richiesta. La parola <i>aiuto </i>è già in sé un “termine contenitore” che ognuno di noi riempie con il suo personale portato <b>emotivo</b>. Se uno <i>aiuta </i>e <i>offre aiuto</i> siamo automaticamente indotti a pensare che faccia intrinsecamente del bene. <br />
<br />
Benché alcune associazioni “antisette” affermino di ricevere annualmente centinaia se non <b>migliaia </b>di richieste di <i>aiuto</i>, esse non forniscono dati che ci permettano di capire in che cosa è consistito l’<i>aiuto</i> dato e per quali motivi siano state contattate.<br />
<br />
Lo specchietto riportato nel libro <a href="http://nuovereligioniesette.blogspot.it/" target="_blank"><i>Nuove religioni e sette</i></a> ci dice che nel periodo in cui l’autrice (Raffaella Di Marzio) gestì il centro di ascolto romano del GRIS (1998-2000) arrivarono 315 richieste di aiuto da parte di familiari e seguaci (57,3%), 147 richieste di informazioni (26,7%) e 88 richieste o segnalazioni varie (16%). Le richieste di aiuto e informazioni provenivano in maggioranza da parenti e amici <b>preoccupati</b>; una minoranza da seguaci ancora affiliati che avevano maturato dubbi; pochissime da persone bisognose di <i>aiuto </i>dopo l’uscita. Inoltre, le 315 chiamate in tre anni non erano richieste “singole”, cioè di persone diverse, perché le stesse persone chiamavano più volte. Dunque il numero di richieste d’aiuto per anno non era di un centinaio, ma solo di qualche decina.<br />
<br />
Ormai da 15 anni gestisco il sito “<a href="http://allarmescientology.it/" target="_blank">Allarme Scientology</a>”. Nonostante io non offra alcuna forma di aiuto o consulenza, sono state molte le persone che nel tempo mi hanno scritto. Non ho tenuto statistiche sulle loro motivazioni, ma direi di poter confermare la tendenza illustrata dalla Di Marzio salvo che per gli ex affiliati, che mi hanno contattata in discreta misura. A me non scrivono per cercare <i>aiuto</i>, quanto piuttosto per “fare quattro chiacchiere”, per scambiare punti di vista su un’esperienza comune, per commentare gli articoli che pubblico. Essendo un sito che offre informazioni sul movimento hubbardiano, ricevo meno richieste in quel senso e più contatti di persone desiderose di scambiare opinioni.<br />
<br />
Dall’esperienza personale e da quella riferita dalla Di Marzio, direi di poter ragionevolmente dedurre che le richieste ricevute dall’associazionismo “antisette” italiano si posizionino in modo analogo.<br />
<br />
Continua...<br />
<br />
<br />
Note:<br />
<br />
1. Zingarelli, criticare: <i>esame a cui la ragione sottopone fatti e teorie per determinare in modo rigoroso certe loro caratteristiche</i>.<br />
<br />
2. Vale la pena notare come anche la Chiesa di Scientology sia diventata maestra non solo nell’esibizione di riconoscimenti istituzionali, ma in tutti gli altri punti/aspetti che ho citato.<br />
<br />
<br />
</div>Simonetta Pohttp://www.blogger.com/profile/13000408822511849578noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1421285090802206048.post-12189164084789394332012-08-01T07:11:00.000+02:002012-08-01T07:11:49.255+02:00“Sette”, “antisette”, “setta degli antisette”, “aiuto” e altre riflessioni (quinta parte)<div style="text-align: justify;"><br />
<b>Le credenze della “<i>setta antisette</i>” italiana</b><br />
<br />
Ho aperto il <a href="http://iltemperinodioccam.blogspot.it/2012/07/sette-antisette-setta-degli-antisette.html" target="_blank">primo articolo</a> di questa serie con la frase: «<i>definire con precisione che cosa vada inteso per “setta” pare un compito impossibile</i>.» <br />
<br />
Per parte mia, “setta” è quel gruppo organizzato di persone legate da una forte <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Ideologia" target="_blank">ideologia</a> e da obiettivi comuni che mantiene un <b>comportamento </b>caratterizzato da chiusura verso l’esterno, controllo verso l’interno e da una difesa intransigente dello <i>status quo</i>. Con questo intendo la difesa ad oltranza e dogmatica della propria ideologia, la resistenza estrema al cambiamento, l’insofferenza alla critica, l’esclusione sistematica e ostracizzante di portatori di critica e di potenziale cambiamento, una visione fortemente polarizzata del mondo che viene diviso in “buoni” (quelli come <i>noi</i>, che condividono in modo totale e acritico la nostra ideologia) e in “cattivi” (tutti gli altri). <br />
<br />
Per mantenere questo <i>status quo</i> è necessario esercitare controllo sociale interno e mantenere uno stato di guerra permanente con chi, all’esterno, ha idee diverse. Non ultimo, partire dal presupposto che <b>il fine giustifica i mezzi</b>. <br />
<br />
Se noi siamo i <i>buoni</i>, se la nostra ideologia è <i>l'unica giusta</i> e si concretizza in “<i>azioni di aiuto</i>” verso le “<i>vittime</i>” o in qualsiasi altra <i>missione salvifica</i>, allora propugnare quell’ideologia e difenderla diventa il fine <b>superiore e ultimo</b>, per cui ogni mezzo per portare avanti la nostra missione è giustificato.<br />
<br />
Tale comportamento non è riscontrabile unicamente nei gruppi a matrice religiosa, ma in parecchi gruppi sociali. A “fare setta” non è l’etichetta surrettiziamente apposta da qualcuno, ma come quel gruppo si <b>relaziona </b>al suo interno e con il mondo esterno.<br />
<br />
Gli anni di collaborazione con un certo <i>milieu </i>associazionistico “antisette” italiano, l’osservazione di quell’ambiente e del suo modo di operare (in particolare gli eventi dal 2008 in poi), mi avevano spinta a chiedermi se, per caso, non avessi anche io a che fare con una “setta”, quella degli “antisette”.<br />
<br />
Come abbiamo visto, l’etimologia stessa della parola “setta” implica due tipi di <b>comportamento</b>: <i>sequor </i>[adesione attiva a una fede o a un’idea] e <i>secare</i> [dividere]. <br />
<br />
In base alla mia personale esperienza, l’associazionismo ”antisette” italiano li tiene entrambi.<br />
<br />
<b>- Adesione attiva a una fede o a un’idea, cioè a una ideologia [<i>sequor</i>] </b><br />
<br />
L’ideologia propugnata dagli “antisette” si basa su due cardini:<br />
<ol><li>i gruppi a cui <b>essi stessi</b> appongono l’etichetta di “setta” sono invariabilmente gruppi <b>pericolosi</b>, <b>abusanti</b>, che per realizzare i propri fini trasformano gli “adepti” in <b>marionette prive di volontà</b>;</li>
<li>l’unico motivo per cui si aderisce a uno di questi gruppi è la “manipolazione mentale” (plagio), che pertanto va sanzionata per legge. La sola <i>salvezza </i>per la “vittima” è farla uscire dal “gruppo pericoloso”, mentre per la società è distruggere il gruppo e castigare i “plagiatori”.</li>
</ol>In che modo viene apposta l’etichetta di “setta abusante”? Avvalendosi <b>unicamente</b> dei "racconti dell’orrore" di alcuni ex membri e delle preoccupazioni dei familiari che si rivolgono alle “associazioni antisette”.<br />
<br />
Wilk sostiene che «<i>Un'ideologia si dimostra molto più specifica di un insieme generale di valori e comprende affermazioni logiche reali sul mondo. La trasformazione di tali affermazioni in ideologie avviene nel momento in cui gli individui le accettano come fatti, <u>benché si tratti soltanto di verità parziali e relative</u>.</i>» [1]<br />
<br />
I racconti dell’orrore di alcuni ex membri e le preoccupazioni dei familiari possono certamente essere veritieri, ma in questo caso si tratta di verità <b>parziali </b>e <b>relative</b>. Possono però anche essere <b>falsi</b>, e talvolta nascondere motivazioni diverse che non vengono rivelate. Sulla credibilità di ex membri e familiari preoccupati sono stati scritti fiumi di inchiostro. Con questo non si vuole negare che si verifichino abusi e violenze (a volte estremi) o che alcuni genitori non manifestino preoccupazioni legittime, ma solo sottolineare che non TUTTI coloro i quali si rivolgono alle associazioni sono sinceri o credibili.<br />
<br />
La natura reale di un gruppo sociale può essere conosciuta solo con metodi di analisi che tengano conto di una pluralità di fattori e di variabili. Apporre su base puramente <b>ideologica </b>e <b>parziale </b>l’etichetta di “setta abusante” a <b>un gruppo intero</b> è esso stesso un <b>abuso </b>che può portare con sé conseguenze gravi sia di stigma sociale, sia a livello relazionale e psicologico per chi si vede accusato <b>ingiustamente </b>di qualcosa. Ben sappiamo quanto la stampa può essere <a href="http://pietrobono.blogspot.it/2010/03/vicenda-arkeon-parole-come-proiettili.html" target="_blank">famelica</a> quando sul piatto vengono messe parole come “setta”, “psicosetta”, “setta satanica”, “sesso”, “abusi sessuali”, “abusi sui minori”. <br />
<br />
<b>- Dividere [<i>secare</i>] </b><br />
<br />
Il comportamento teso alla <b>divisione</b>, alla <b>separazione</b>, all’<b>ostracismo </b>viene tenuto a più livelli. Forti della loro ideologia, le associazioni “antisette” appongono l’etichetta infamante di “setta abusante” a <b>interi gruppi</b> sociali. Trattandosi di “setta abusante”, quel gruppo deve allora essere espulso, <b>separato</b> dalla società che invece va protetta; le “vittime” lo sono di <b>tutto il gruppo</b> e devono essere “portate via”, “tirate fuori”, <b>divise </b>dalla loro congregazione. Molto significativa a questo proposito è la <a href="http://www.loritatinelli.it/2011/01/27/ogni-settimana-arrivano-decine-di-segnalazioni-unitalia-ostaggio-delle-sette/" target="_blank">risposta</a> della Dott.sa Tinelli, presidente del CeSAP, a una signora che le chiedeva aiuto: «<i>Di questo gruppo non ho <b>mai sentito parlare</b>. Ma stia tranquilla, sua sorella <b>la tireremo fuori</b></i>…» [2]<br />
<br />
Una ideologia che considera “plagiato” ogni membro di un gruppo alternativo porta con sé il tentativo di convertire a tale visione anche i parenti preoccupati che si rivolgono alle associazioni, con il serio rischio di ingenerare conflitti e <b>divisioni </b>in famiglia. <br />
<br />
Inoltre, chi viene considerato “settarolo” non merita neppure di essere <b>ascoltato</b>, perché visto come portatore o diffusore di un “<i>cancro sociale</i>”. È qualcuno da cui tenersi alla larga, con cui non <b>mescolarsi</b>. Significativi a questo proposito il <a href="http://pietrobono.blogspot.it/2010/03/arkeon-e-lincapacita-di-dialogo-degli.html" target="_blank">rifiuto</a> dell’ARIS di incontrare Pietro Bono (affiliato ad Arkeon) [3] e la <a href="http://www.liberocredo.org/sites/default/files/pdf/2_lettera_al_senato_e_sas.pdf" target="_blank">reazione</a> degli “antisette” all’intervista rilasciata da Fabio Alessandrini, figlio dei fondatori della FAVIS, i quali da anni <a href="https://groups.google.com/d/msg/free.it.religioni.scientology/KaAjYI7GI5U/Czda76SHSbIJ" target="_blank">sostengono</a> che il figlio è stato plagiato da una “santona”. <br />
<br />
Come abbiamo visto, la medesima <b>chiusura </b>si manifesta nei confronti di chi sollevi <b>critiche </b>sull’operato degli “antisette”. Si tratti di studiosi o di semplici cittadini, essi vengono subito etichettati come “<i>amici delle sette</i>”. È un facile <i>slogan </i>che ferma sul nascere ogni voglia di riflessione, di approfondimento, di confronto diretto e ancora una volta <b>divide </b>il mondo in “amici” (“chi la pensa come noi”, i <i>buoni</i>) e “nemici” (gli “amici delle sette”, i <i>cattivi</i>).<br />
<br />
Alcune settimane fa il sito “Libero Credo” ha pubblicato una “<a href="http://www.liberocredo.org/sites/default/files/pdf/1_lettera_al_senato.pdf" target="_blank">lettera segreta</a>” molto interessante scritta dal <i>Forum delle associazioni ecc</i>. (ARIS, FAVIS, CeSAP) a tre senatori della Commissione Giustizia che si sta occupando del disegno di legge sulla reintroduzione del reato di plagio. <br />
<br />
La lettera contiene alcuni elementi degni di nota:<br />
<ul><li><b>non </b>è indirizzata a <b>tutta </b>la Commissione Giustizia: i destinatari sono invece soltanto i senatori <b>favorevoli </b>a quella legge;</li>
<li>la lettera riporta solo una <b>lunga lamentela</b> su quanto affermato in Commissione dagli studiosi contrari alla legge. </li>
</ul>Benché auspichino «<i>un confronto aperto e sereno</i>», le associazioni evitano di scendere nell’arena del <b>confronto pubblico</b> (scientifico e dialettico) e, a differenza degli studiosi che stanno criticando, non fanno mettere ai <b>pubblici atti</b> il loro pensiero. Al contrario, preferiscono lamentarsi <b>in privato</b> con persone di cui al più possono solleticare l’<b>emotività</b>, ma che <b>non sono studiosi</b> di funzionamento e dinamiche dei gruppi, in particolare dei gruppi religiosi.<br />
<br />
Nella lettera le associazioni ritengono che «<i>simili intransigenti posizioni</i> [quelle degli studiosi]<i> non siano certo di aiuto a un dialogo proficuo e dunque alla corretta comprensione del fenomeno settario</i>». La dimostrazione che loro, in quanto Forum, non mantengono affatto “<i>posizioni intransigenti</i>” la si trova in altre due lettere inviate ai Commissari e, in copia, alla Squadra Anti Sette della <b>Polizia di Stato</b> cui sono i <b>referenti </b>privilegiati. <br />
<br />
Nella <a href="http://www.liberocredo.org/sites/default/files/pdf/2_lettera_al_senato_e_sas.pdf" target="_blank">prima</a> denunciano «<i>il verificarsi di fatti gravissimi</i>»: Fabio Alessandrini, <b>figlio del portavoce</b> del <i>Forum delle associazioni ecc</i>., ha rilasciato una intervista TV in cui espone il suo punto di vista (nettamente contrastante con i racconti del padre). Quella intervista è stata caricata su <i>YouTube </i>e linkata da più siti internet; anche la sottoscritta s’è permessa di <a href="http://iltemperinodioccam.blogspot.it/2011/11/dddd.html" target="_blank">consigliarne</a> l’ascolto, perché <b>il minimo</b> che si possa fare se ci si vuole approssimare alla «<i>corretta comprensione del fenomeno settario</i>» è ascoltare <b>tutte </b>le voci. <br />
<br />
Nella <a href="http://www.liberocredo.org/sites/default/files/pdf/nota-integrativa-intera.pdf" target="_blank">seconda</a> lettera ai medesimi destinatari, il <i>Forum delle associazioni ecc</i>. si lamenta del fatto che la Dott.ssa Di Marzio ha pubblicato sul suo blog un messaggio di Fabio Alessandrini e gli ha <b>addirittura </b>risposto...<br />
<br />
La reazione di chi auspica «<i>un confronto aperto e sereno</i>» e «<i>un dialogo proficuo</i>» è stata quella di chiedere alla polizia di indagare su ciò che paventano come un «<i>concorso</i> [...] <i>tra i soggetti sopra menzionati</i>», il cui «<i>intento <b>manifestamente diffamatorio e lesivo</b>, si configurerebbe</i> [...] <i>anche quale inequivocabile condotta <b>preventivamente orchestrata</b></i> [...] <i>mettendo in luce</i> [...] u<i>na delle consuete strategie d’azione attuate da <b>gruppi </b>cultistici <b>abusanti </b>e/o da soggetti a essi legati, nonché da coloro che</i> [...] <b><i>ne sostengono alcune finalità</i></b>.» <br />
<br />
Ed ecco riapparire il vecchio ritornello “<i>amici e complici delle sette</i>”. Chi si permette di criticare l’operato e l’<b>ideologia </b>di quelle associazioni viene presentato come un <b>deviante </b>(“<i>gruppi cultistici abusant</i>i” e “s<i>oggetti a essi legati</i>”) che non merita ascolto, che va <b>separato </b>dalla “società civile” (rappresentata in questo caso da Senatori della Repubblica e da organi dello Stato) e <b>perseguito </b>dagli organi di polizia (la Squadra Antisette).<br />
<br />
Ancora in tema di «<i>confronto aperto e sereno</i>» e di «<i>dialogo proficuo</i>» che sia di aiuto «<i>alla corretta comprensione del fenomeno settario</i>», vanno senz’altro citate le conferenze e i convegni organizzati ogni anno a livello nazionale e internazionale, e i contributi ad essi apportati dai rappresentanti “antisette”.<br />
<br />
Le associazioni si attivano per organizzare conferenze, per esempio quelle di <a href="http://loritatinelli.wordpress.com/2011/07/22/convegno-aosta/" target="_blank">Aosta</a>, di <a href="http://loritatinelli.wordpress.com/2011/08/24/convegno-mestre/" target="_blank">Mestre</a>, di <a href="http://loritatinelli.wordpress.com/2011/09/05/convegno-nichelino-to/" target="_blank">Nichelino</a>, di <a href="http://loritatinelli.wordpress.com/2011/03/13/usi-e-abusi-della-liberta-religiosa-convegno-pescara/" target="_blank">Pescara</a>, di <a href="http://loritatinelli.wordpress.com/2006/06/30/manipolazione-psicologica-reato-possibile-esperti-a-confronto/" target="_blank">Bari</a>. Ma più che “a tema”, si tratta di conferenze <b>monotematiche </b>e <b>autoreferenziali</b>, in cui i relatori condividono <b>tutti </b>la stessa ideologia e perseguono i medesimi obiettivi.<br />
<br />
Ogni anno la <a href="http://fecris.org/" target="_blank">FECRIS</a> organizza un convegno internazionale, momento di incontro per tutte le associazioni “antisette” federate. Ho partecipato a tre di essi: Bruxelles 2006, Amburgo 2007, Pisa 2008. L’ingresso a questi eventi è riservato <b>unicamente </b>alle associazioni e ai loro invitati; i relatori provengono <b>unicamente</b> dall’ambiente “antisette”. Ricordo che un noto studioso italiano nel 2008 avrebbe voluto partecipare, ma le associazioni nazionali rifiutarono di estendergli l’invito in quanto affiliato a una associazione percepita come concorrente e non lo volevano a “<i>curiosare</i>”.<br />
<br />
Ho partecipato a tre convegni ICSA (<i>International Cultic Studies Association</i>) che, data la sua storia, non può certo essere definita “amica delle sette”: nel 2007 a Bruxelles ero l’unica italiana; nel 2009 a Ginevra, benché fosse stata organizzata una sezione interamente in italiano, nessun rappresentante delle cinque associazioni che compongono il <i>Forum ecc</i>. ritenne di partecipare. Lo stesso avvenne a Roma nel 2010. <br />
<br />
Ma sono proprio la <b>partecipazione </b>a quel tipo di convegni e la <b>presentazione </b>di proprie relazioni che permettono il «<i>confronto aperto e sereno</i>» e il «<i>dialogo proficuo</i>» che insieme portano alla «<i>corretta comprensione del fenomeno settario</i>», non certo il <b>rinchiudersi </b>nella propria realtà <b>autoreferenziale </b>dove ci si dà ragione a vicenda e si sbarra il passo a prospettive diverse.<br />
<br />
L’esperienza personale maturata in certi ambienti – sia in Scientology 30 anni fa, sia in ambito “antisette” in periodi più recenti – la riflessione sul significato etimologico della parola “setta” e l’osservazione di alcuni <b>comportamenti </b>e <b>atteggiamenti</b>, mi fa concludere che, anche in Italia, si può parlare di una “setta antisette”.<br />
<br />
Capisco che a un certo associazionismo o ai suoi singoli attivisti possa non piacere essere definiti “setta”, ma è la stessa Dott.ssa Tinelli, presidente del CeSAP, a insegnarci che:<br />
<blockquote class="tr_bq"><i>Il termine setta deriva dal latino secare (separare) e sequor (seguire)</i> [<a href="http://loritatinelli.wordpress.com/2012/03/04/quando-bussa-il-testimone/" target="_blank">qui</a>] <br />
<i></i></blockquote><blockquote class="tr_bq"><i>poi tra l’altro pare che esista una sentenza recente che definisce non un reato parlare di setta, quindi si può anche parlare di setta ... </i><br />
<i>deriva dal latino sequor, seguire, quindi non è una… non ha assolutamente un significato negativo</i>. [<a href="http://pietrobono.blogspot.it/2010/03/vicenda-arkeon-parole-come-proiettili.html" target="_blank">qui</a>]</blockquote><br />
Continua...<br />
<br />
<br />
Note: <br />
<br />
1. Richard Wilk, <i>Economie e culture</i>, Bruno Mondadori.<br />
<br />
2. Nel <a href="http://iltemperinodioccam.blogspot.it/2012/07/sette-antisette-setta-degli-antisette_24.html" target="_blank">secondo</a> articolo di questa serie, alle note 2 e 3, ho riportato alcuni passaggi di una <a href="http://www.cesnur.org/2001/CAN.htm" target="_blank">relazione</a> di Anson Shupe sulla <i>forma mentis</i> e il <i>modus operandi </i>degli operativi del CAN, una delle maggiori “associazioni antisette” americane chiusa per bancarotta alla fine degli anni ’90. <br />
<br />
La <i>forma mentis</i> dimostrata dalla Dott.sa Tinelli nella sua risposta sembra ricalcare quella del CAN, come anche quella di Maria Pia Gardini, altra visibile esponente dell’associazionismo “antisette” italiano, che in un’intervista RAI ha <a href="http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-2536a90a-17ac-4bd8-aaa7-e623c8f51791.html" target="_blank">dichiarato</a>: «<i>Da quando sono uscita da Scientology io mi sono dedicata ad aiutare le persone a <b>uscire </b></i>[...]<i> io finora <b>ho tirato fuori</b> 52 persone. È quello che io farò fino a che avrò un attimo di respiro</i>.» <br />
<br />
Ecco che cosa scrisse Shupe:<br />
<br />
«<i>È noto che quando Kathy Tonkin, madre di tre figli pentecostali per cui era in cerca di deprogrammazione, contattò il CAN, né il capo deprogrammatore ed “esperto biblico” Rick Ross né alcun altro al CAN avevano mai sentito parlare della Tabernacle Life Church. Ma la faccenda si dimostrò irrilevante poiché il CAN disponeva di una rete infinitamente ampia atta a monitorare le possibili “sette” e, con spirito imprenditoriale, dava per scontato che la maggioranza dei gruppi su cui riceveva richieste di informazioni giustificasse “l’intervento”</i> [la deprogrammazione o “exit counseling”] <i>a favore delle famiglie</i>. [...] [Il ragionamento sottostante] <i>sembrava essere: “<b>Tutti i gruppi che ci vengono segnalati</b>, o che danno fastidio a qualcuno, richiedono un intervento”. Il risultato fu una stagione [di caccia] aperta non solo ai nuovi movimenti religiosi, ma a qualunque organizzazione lasciasse presupporre una disciplina accettata con entusiasmo, 'auto-maestria', 'auto-miglioramento', 'auto-sostentamento' e che mantenesse credenze spirituali profonde</i>.» (“CAN, We Hardly Knew Ye: Sex, Drugs, Deprogrammers’ Kickbacks, and Corporate Crime in the (old) Cult Awareness Network”, Shupe. A., Darnell, S.E., 2000, SSSR).<br />
<br />
<br />
3. Si veda anche <a href="http://stepbystepwalkingtogether.blogspot.it/2009/03/gli-addetti-ai-lavori-e-arkeon-26-3.html" target="_blank">qui</a>. Qualche anno fa segnalai a un dirigente di “associazione antisette” l’interessante <a href="http://pietrobono.blogspot.com/" target="_blank">blog</a> di Pietro Bono e le sue riflessioni sempre pacate, puntuali e documentate. È lecito non condividere le sue conclusioni, ma resta un materiale interessante che per un operatore del settore è doveroso conoscere. Il dirigente mi rispose che lui non aveva tempo da perdere nella lettura del “<i>blog di un settarolo</i>”.<br />
<br />
<br />
</div>Simonetta Pohttp://www.blogger.com/profile/13000408822511849578noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1421285090802206048.post-50934968243560741172012-07-30T10:16:00.000+02:002012-07-30T10:16:31.890+02:00“Sette”, “antisette”, “setta degli antisette”, “aiuto” e altre riflessioni (quarta parte)<div style="text-align: justify;"><br />
<b>La “setta antisette” italiana</b><br />
<br />
In anni recenti, anche in Italia si è cominciato a (ri)parlare di “setta antisette”. Il primo a riportare in auge il termine fu forse <a href="http://www.cesnur.org/2008/aletti.htm" target="_blank">Mario Aletti</a>, psicologo della religione, nel 2008.<br />
<br />
Come ho scritto nella <a href="http://iltemperinodioccam.blogspot.it/2012/07/sette-antisette-setta-degli-antisette_27.html" target="_blank">terza parte</a>, per me il 2008 fu un vero spartiacque. La primavera si annunciò con un fatto per me inaudito, incomprensibile, impensabile. A fine marzo di quell’anno, la Dott.ssa Di Marzio, studiosa di fama internazionale di nuovi movimenti religiosi, venne <a href="http://raffaelladimarzio.blogspot.it/2011/03/la-festa-per-qualcuno-e-finita.html" target="_blank">inquisita</a> e si vide porre il suo <a href="http://www.dimarzio.it/" target="_blank">sito</a> sotto sequestro giudiziario. Il motivo? Aveva iniziato uno studio preliminare su quel che restava di Arkeon, un movimento che i media e gli “antisette” italiani dipingevano come la più estesa psicosetta mai esistita in Italia [1] e sui cui dirigenti la Procura di Bari aveva aperto un’indagine. (La studiosa è stata poi <b>totalmente scagionata</b> e il suo fascicolo archiviato per <b>insussistenza di notizia di reato</b>; recentemente è stata emessa la <a href="http://veritasuarkeon.org/wp-content/uploads/2012/07/spiegazione-capi-imputazione-con-sentenza-e-parti-civili.pdf" target="_blank">sentenza</a> di primo grado del processo che ha visto coinvolti diversi dirigenti del movimento Arkeon).<br />
<br />
Alcuni mesi prima avevo approntato una pagina di “<a href="http://allarmescientology.it/" target="_blank">Allarme Scientology</a>” in cui invitavo i miei lettori a fare una piccola donazione a una delle associazioni che elencavo (tra cui ARIS, CeSAP, FAVIS e alcune altre). Avevo infatti ricevuto parecchie offerte di contributo per la gestione del mio sito e avevo ritenuto più opportuno dirottare quelle offerte sulle “associazioni di <i>aiuto</i>”. Fu in virtù di questa disponibilità che avevo loro dimostrato, e ai rapporti di cordialità e collaborazione che intrattenevo con alcune di loro, che alla notizia del procedimento contro la Di Marzio inviai una mail per informarle dell’accaduto, invitandole a esprimere la loro solidarietà pubblica alla studiosa. <br />
<br />
A fronte di otto associazioni contattate, mi risposero in due (nessuna tra quelle appena citate). Entrambe mi dissero che per prendere una decisione di quel tipo dovevano convocare l’assemblea dei soci. La risposta mi lasciò perplessa perché sapevo che nessuna di quelle organizzazioni ha un numero tale di soci da necessitare di un'assemblea. Si tratta infatti di associazioni a gestione pressoché familiare dove le decisioni vengono prese dai fondatori/dirigenti.<br />
<br />
In quel periodo si stava poi finendo di organizzare il convegno internazionale FECRIS di Pisa alla cui realizzazione avevo anche io contribuito, nel mio piccolo. Nei diversi mesi precedenti mi ero infatti prestata come traduttrice e interprete, e al convegno avrei avuto qualche mansione di accoglienza; un aiuto che mi sentivo di offrire alle associazioni italiane che promuovevano l’incontro. <br />
<br />
Nei giorni immediatamente successivi il provvedimento contro la Di Marzio mi incontrai con alcuni esponenti delle associazioni a cui rinnovai l’invito a pronunciarsi su quell’evento <b>gravissimo</b>. La risposta mi lasciò sconcertata: a loro dire, la Di Marzio <b>se l’era cercata</b>; sapeva che quel gruppo era una “setta pericolosa”, che era sotto indagine, che la magistratura aveva “sciolto il gruppo” e lei non si sarebbe dovuta impicciare; l’aveva fatto e <b>s’era presa il dovuto</b>. Fine del discorso.<br />
<br />
Feci presente che esistono un paio di articoli della Costituzione (17 e 18) decisamente in contrasto con quanto mi stavano dicendo e chiesi se per caso qualcuno avesse visto con i suoi occhi quell’ordine di scioglimento del movimento, ma nessuno l’aveva visto. Basavano le loro affermazioni su quanto riferito dalla Dott.ssa Tinelli del CeSAP la quale, mi dissero, stava collaborando con la Procura di Bari per “<i>incastrare</i>” Arkeon. Feci altre domande per saggiare la loro conoscenza diretta di quel caso e del gruppo stesso, di cui mai avevo sentito parlare in precedenza. La fonte era una sola, quella già citata. <br />
<br />
Feci presente che le accuse contro la Di Marzio erano surreali e parossistiche: la si tacciava infatti di essere la “<i>guru in pectore</i>” del gruppo, di averlo “<i>ricompattato</i>”, di essere parte di una “<i>associazione per delinquere</i>” finalizzata a una serie di delitti <b>infamanti</b>, di avere intimidito i testimoni e altro ancora. Quand’anche la studiosa avesse sbagliato a partecipare a un incontro (lecito) con alcuni affiliati ad Arkeon e le loro famiglie, ciò <b>non giustificava quel tipo di accuse</b> e il sequestro giudiziario del suo sito. Ma mi trovai davanti il classico muro di gomma. Sembravano incapaci di <b>distinguere </b>i diversi piani del discorso.<br />
<br />
Sapevo da anni che la Di Marzio era malvista in certi ambienti. Infatti, nel 2000 la studiosa aveva lasciato il GRIS, l’associazione “antisette” dei vescovi italiani di cui per anni aveva gestito il capitolo romano. Sempre in quell’anno, aveva accettato la proposta di collaborazione del <a href="http://www.cesnur.org/" target="_blank">CESNUR</a> per la redazione della <a href="http://www.cesnur.org/2006/enciclopedia.htm" target="_blank"><i>Enciclopedia delle Religioni in Italia</i></a>. Negli anni successivi aveva continuato a collaborare, aveva portato relazioni ai convegni internazionali CESNUR, aveva partecipato a iniziative congiunte con Introvigne (fondatore del CESNUR). In ambito “antisette” Introvigne viene considerato un “amico e complice delle sette”, a loro volta rappresentate come un “<i>cancro sociale</i>” [2]. Agli occhi di alcune persone, collaborare con lui significa essere come lui e guadagnarsi il medesimo stigma. Per questo motivo, la Di Marzio era passata in breve tempo da “eroina dell’antisettarismo” (per gli articoli molto critici che aveva scritto su Introvigne) a “amica delle sette” (per aver accettato di collaborare con lui).<br />
<br />
Da anni in ambiente “antisette” circolavano chiacchiere e pettegolezzi maligni su di lei. In quegli anni, mi ero vista costretta più volte a dover difendere la mia scelta di <b>non ostracizzarla</b>, di non unirmi al coro di cattiverie e pettegolezzi, di mantenere immutata la stima nei suoi confronti. <br />
<br />
I discorsi “amico/nemico” non mi sono mai piaciuti. Se considero qualcuno un nemico significa che è in corso una <b>guerra </b>e se qualcuno è “amico” del mio “nemico” allora dovrei considerare nemico pure lui. Allo stesso modo, dovrei considerare amico il “nemico del mio nemico”, indipendentemente da tutto il resto.<br />
<br />
Se qualcuno mantiene posizioni su cui non concordo non per questo lo considero un nemico. Posso al più confrontarmi dialetticamente, contestare quelle posizioni e, trattandosi di un campo – quello delle “sette” – in cui tutti a nostro modo ci sentiamo esperti di qualcosa, allora quel confronto deve essere portato in un’arena comune: ad articolo si controbatte con un articolo, come aveva appunto fatto la Di Marzio con Introvigne e in altre circostanze. <br />
<br />
Ma quando chiedevo ai rappresentanti delle associazioni “antisette” che cosa di preciso contestassero alla Di Marzio (o a Introvigne), su quali articoli o passaggi si trovassero in disaccordo e per quale motivo, <b>calava il silenzio</b>. Nessuno sembrava essersi nemmeno preoccupato di leggere i loro libri o articoli. Introvigne aveva criticato il “movimento antisette”, perciò veniva considerato un “amico delle sette” e un loro <b>nemico</b>. La Di Marzio era sua “amica” e questo chiudeva il cerchio. <br />
<br />
Nei mesi successivi al marzo 2008 e negli anni a venire, accaddero parecchie <a href="https://groups.google.com/d/msg/free.it.religioni.scientology/tSbXPrsnywU/2-7cKGcZiY4J" target="_blank">altre cose</a> spiacevoli e inquietanti, troppo lunghe da elencare qui. Ma la questione “Di Marzio”, l’approvazione di quell’abnorme avviso di garanzia visto come <b>giusta</b> punizione per essersi <b>impicciata</b>, i silenzi sempre più numerosi e assordanti in merito a certe questioni, l’ostracismo crescente nei miei confronti e, per finire, un documento ufficiale di fine 2008 in cui i dirigenti di un paio di associazioni presentavano in modo del tutto erroneo e fuorviante, direi menzognero, un certo evento della primavera precedente, mi spinsero a riflettere sul significato del termine “setta” e a chiedermi se, per caso, non avessi anche io a che fare con una “setta": quella degli "antisette”.<br />
<br />
Nel prossimo capitolo: Le credenze della “setta antisette” italiana.<br />
<br />
<br />
Note:<br />
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1. "<i>Potrebbero essere decine e decine le vittime nella <b>provincia di Fermo</b></i>", Maurizio <a href="http://www.loritatinelli.it/2011/01/27/arkeon-alessandrinipotrebbero-essere-decine-e-decine-le-vittime-nella-provincia-di-fermo/" target="_blank">Alessandrini</a>; "<i>Arkeon: un caso esemplare di ‘psicosetta’ in Italia</i>", Lorita <a href="http://griess.st1.at/gsk/fecris/pisa/Tinelli_IT.htm" target="_blank">Tinelli</a>; "<i>una delle sette più attive in Italia, Arkeon</i>", Carmine <a href="http://www.infiltrato.it/inchieste/italia/arkeon-2011-parla-una-fuoriuscita-dalla-setta-attenti-perche-e-in-gioco-la-mia-vita" target="_blank">Gazzanni</a>.<br />
<br />
2. Così definite da Maurizio Alessandrini, presidente e fondatore della <a href="http://favis.org/" target="_blank">FAVIS</a>, in una <a href="https://groups.google.com/forum/?hl=it&fromgroups#%21msg/free.it.religioni.scientology/KaAjYI7GI5U/Czda76SHSbIJ" target="_blank">intervista</a> del settembre 2011.<br />
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</div>Simonetta Pohttp://www.blogger.com/profile/13000408822511849578noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-1421285090802206048.post-76311138214957842112012-07-27T16:51:00.000+02:002012-07-27T16:51:40.514+02:00“Sette”, “antisette”, “setta degli antisette”, “aiuto” e altre riflessioni (terza parte)<div style="text-align: justify;"><b>La mia esperienza personale</b><br />
<br />
Per me il 2008 fu un vero spartiacque; gli eventi di quell’anno, a cui accennerò in seguito, mi costrinsero a schiacciare l’acceleratore su una serie di riflessioni iniziate già alcuni anni prima.<br />
<br />
Io “nasco” come “antisette”. C’è stato anche chi, senza conoscermi, senza avermi mai parlato, senza sapere chi fossi e che cosa avessi dentro, mi ha definita “<a href="http://www.cesnur.org/testi/anticult_terror.htm" target="_blank">terrorista antisette estremo</a>”.<br />
<br />
Entrata nel mondo di Internet nel 1997, mi imbattei subito in diversi articoli che riguardavano la Chiesa di Scientology, a cui ero stata affiliata per un paio d’anni oltre due lustri prima. Avevo lasciato il movimento perché non mi aveva dato ciò che cercavo. Come molte altre migliaia di persone in Italia e nel mondo, avevo fatto l’esperienza, non l’avevo trovata di particolare utilità – ma sicuramente dispendiosa – e me ne ero andata. Il distacco era stato privo di traumi, non avevo subito particolari pressioni a restare, non ero stata molestata per la mia scelta di dire basta. Però durante i miei quasi due anni di affiliazione avevo subito pressioni di varia natura, il movimento mi era parso avere un volto nascosto, diverso da quello che presentava ai neofiti, avevo visto contraddizioni e altre cose che non mi piacevano. Avevo vissuto effettivi tentativi di farmi modificare la mia visione del mondo e il mio modo di affrontarlo, tentativi che mi avevano infastidita e a cui avevo visto cedere altre persone, forse meno sicure di se stesse di quanto lo fossi io.<br />
<br />
Quando nel 1997 trovai in Internet tutti quegli articoli in inglese su Scientology, che sembravano dare risposte ragionevoli al disagio che avevo provato durante la mia esperienza, cominciai a condividere quegli assunti e mi convinsi della fondatezza delle accuse di manipolazione e di “plagio”. <br />
<br />
Anche io, per alcuni anni, ho sposato quelle teorie e ho condiviso “l’odio antisette” nei confronti dei cosiddetti “apologeti delle sette”. Come ogni “antisette” che si rispetti, anche io avevo le mie “bibbie”: i libri di Steven Hassan e di Margaret Singer. <br />
<br />
La gestione del sito “<a href="http://allarmescientology.it/" target="_blank">Allarme Scientology</a>” mi aveva frattanto messa in contatto con molte persone, tra cui anche degli ex membri di Scientology. Se alcuni condividevano la mia impostazione “antisette”, altri la criticavano. Fu con loro che iniziai i confronti più serrati e stimolanti. E fu grazie a loro che cominciai a riflettere su molti aspetti dell’affiliazione a gruppi sicuramente autoritari e ad “alte pretese” come Scientology. <br />
<br />
Le cose non erano così semplici come l’ipotesi “plagio” lasciava a intendere. I miei interlocutori erano senz’altro d’accordo con me sulle pressioni, sui tentativi di manipolazione, sul controllo sociale all’interno del gruppo. <b>Forse</b> in assenza di quelle pressioni la loro piena adesione al movimento sarebbe stata più lenta e ragionata. Le pressioni avevano <b>forse </b>affrettato un percorso che avrebbe richiesto piu' riflessione, ma la decisione di aderire c'era a prescindere da quelle pressioni, e non si consideravano affatto dei “plagiati”. Il motivo per cui avevano aderito a Scientology e avevano proseguito per tempi variabili (in alcuni casi anche parecchio lunghi) non era il “plagio”. Il motivo era che per un certo periodo della loro vita, Scientology aveva <b>effettivamente ed efficacemente risposto</b> alle loro richieste e aspettative, aveva dato loro ciò che stavano cercando.<br />
<br />
Avere la possibilità di confrontarmi con idee ed esperienze moderate fu per me molto importante. Il mondo non era a due dimensioni: <br />
<br />
1. non esisteva un unico motivo di affiliazione (“il plagio”); <br />
2. non esisteva un unico motivo di abbandono (il “risveglio dalla trance ipnotica”). <br />
<br />
Fu in quei primi anni 2000 che iniziai a leggere con maggior attenzione la letteratura prodotta dai cosiddetti “apologeti delle sette”. Nel 2001 decisi di partecipare al convegno organizzato dal CESNUR a Londra ed ebbi modo di ascoltare e di apprezzare parecchie relazioni di quegli studiosi che ancora consideravo “difensori delle sette”. (Avevo partecipato anche al convegno CESNUR di Torino del 1998, ma all’epoca ero troppo impreparata per capire anche solo di che cosa si stesse parlando.)<br />
<br />
Nel 2006 e nel 2007 ebbi occasione, grazie all’ARIS Veneto, di essere presente al convegno annuale della <a href="http://www.fecris.org/" target="_blank">FECRIS</a> – la Federazione Europea che raggruppa i “movimenti antisette” del Vecchio Continente. Ebbi anche modo di presentare una mia <a href="http://xenu.com-it.net/txt/simonetta_po_fecris.htm" target="_blank">relazione</a>, oltre che di guardarmi intorno, di osservare, di ascoltare, di “tastare il polso” dell’ambiente e di fare paragoni con i due convegni CESNUR a cui avevo partecipato nel 1998 e nel 2001.<br />
<br />
Sempre nel 2007 decisi di partecipare al convegno internazionale <a href="http://icsahome.com/" target="_blank">ICSA</a> (<i>International Cultic Studies Association</i>) che quell’anno si teneva a Bruxelles. Anche in quell’occasione ebbi modo di guardarmi attorno, di osservare, di ascoltare, di fare paragoni con le precedenti esperienze. <br />
<br />
Per me quel convegno fu sicuramente illuminante per una serie di motivi, il più importante dei quali era che per la prima volta non avevo l’impressione che si stesse “giocando in casa”. Non era certamente un raduno di “apologeti delle sette”, come avevo (a posteriori posso dire <b>erroneamente</b>) interpretato i convegni del CESNUR. Ma non era nemmeno un raduno di “antisette” autoreferenziali, come avevo (a tutt’oggi dico <b>giustamente</b>) vissuto quelli della FECRIS. Le opinioni espresse dai vari relatori del convegno ICSA erano le più svariate. Si andava dalle relazioni di studi scientifici congiunti tra dipartimenti universitari europei e orientali, ai racconti di esperienze di prima mano. I relatori non erano soltanto “freddi teorici”, ma c’erano anche rappresentanti di enti che operano sul territorio, che stanno “in trincea”, a contatto con le <b>problematiche della gente comune</b>. E c’erano i <i>laboratori</i>: spazi speciali riservati agli ex membri e ai familiari. <br />
<br />
Fu ad uno di essi che per la prima volta sentii parlare di <i>mediazione</i>. Dello sforzo di mediazione che le associazioni potevano fare nei casi di conflitto tra famiglia, seguace di un gruppo “ad alte pretese” e gruppo stesso. E c’erano i dirigenti di alcuni gruppi controversi che potevano muoversi e interagire <b>apertamente</b>, senza bisogno di “infiltrarsi” o di nascondersi. Quel convegno si dimostrò un luogo di <b>incontro</b> e di <b>confronto</b> tra istanze e prospettive diverse.<br />
<br />
Forte di quella “illuminazione”, sull’aereo che mi riportava in Italia maturai una decisione importante. Se volevo anche solo approssimarmi alla comprensione di un mondo così <b>complesso</b> e <b>variegato</b> come quello dei <i>Nuovi Movimenti Religiosi</i> avevo bisogno di maggior conoscenza teorica, di mettere della sana teoria sotto l’esperienza “sul campo” maturata in quegli anni. Le “bibbie anticult” erano sufficienti per chi coltiva il <i>pensiero unico</i>. Ma per me non erano più sufficienti. Ragionai sul fatto che l’unico luogo in cui potevo perseguire una istruzione multidisciplinare e scientifica era l’università.<br />
<br />
Erano i primi di luglio del 2007; la decisione, sicuramente impegnativa per una donna di 49 anni che aveva smesso di studiare 30 anni prima, era presa. Si trattava solo di scegliere l’indirizzo accademico da intraprendere e di valutare la lunghezza del passo in ragione della gamba.<br />
<br />
Inizialmente, i due indirizzi più promettenti mi parvero sociologia o psicologia. Ma valutata l’offerta formativa dei vari atenei non troppo lontani da casa, decisi di abbandonare i propositi iniziali e di scegliere “Scienze dell’Educazione” dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Il programma comprendeva diversi esami di psicologia, di sociologia, di pedagogia, di criminologia, di antropologia, di storia, di diritto, ecc., una infarinatura di tutte quelle scienze umane e sociali fondamentali per <b>allargare i propri orizzonti</b>. Nel 2010 ho conseguito la laurea triennale. <br />
<br />
Gli studi fatti in quei tre intensissimi anni mi hanno fatto capire che ciò che mi interessava veramente non erano la sociologia, la psicologia, la pedagogia. Erano piuttosto l’antropologia <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Antropologia_culturale" target="_blank">culturale</a> e <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Antropologia_sociale" target="_blank">sociale</a>. I nuovi movimenti religiosi sono a tutti gli effetti dei <b>gruppi sociali e culturali</b> che preferivo approcciare con la “cassetta degli attrezzi” propria delle discipline antropologiche: l’osservazione partecipante, la ricerca qualitativa, la comparazione, la traduzione, l’interpretazione.<br />
<br />
Oggi sono iscritta al corso specialistico di antropologia del mondo contemporaneo. Più studio, più mi rendo conto di quanto poco so, di quanto avevo la presunzione di sapere con quel paio di “bibbie” <i>anticult </i>e autoreferenziali. In fondo, la lezione più importante che ho appreso in questi anni di università, dal confronto continuo con docenti, saperi diversi e giovani colleghi è proprio questa: <b>l’ignoranza è una pessima consigliera ed è motivo di intolleranza e di settarismo</b>. <br />
<br />
È la nostra stessa storia di genere umano a dircelo. Là dove c’è ignoranza, c’è settarismo. C’è divisione, ci sono rifiuto e ostracismo dell’altro, di chi porta idee diverse. C’è <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Xenofobia" target="_blank">xenofobia</a>. Conoscere non significa giustificare, scadere in un relativismo culturale che tutto accoglie. Significa piuttosto cercare di comprendere e anche la possibilità di criticare ciò che si è cercato di comprendere, ma che non si condivide.<br />
<br />
Nel prossimo capitolo: La "setta antisette" italiana.<br />
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</div>Simonetta Pohttp://www.blogger.com/profile/13000408822511849578noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1421285090802206048.post-16183573800625150852012-07-24T16:27:00.000+02:002012-07-24T16:27:05.888+02:00“Sette”, “antisette”, “setta degli antisette”, “aiuto” e altre riflessioni (seconda parte)<div style="text-align: justify;">Dopo l’esplosione statunitense, i nuovi movimenti religiosi arrivarono anche in Italia e con loro arrivarono <a href="http://www.aristoscana.com/pg/defisetta.htm" target="_blank">le istanze e l’ideologia</a> del “movimento antisette” americano [1]. In Italia venne aperto il primo gruppo “antisette”, il <i>Comitato per la Liberazione dei Giovani dal Settarismo</i> (poi trasformato in <i>Associazione di Ricerca e Informazione sulle Sette</i>, ARIS) a cui cominciarono a rivolgersi genitori preoccupati in cerca di aiuto. E anche in Italia, grazie agli specialisti fatti venire appositamente dall’America, si cominciarono a sequestrare “adepti delle sette” per cercare di “deprogrammarli”. <br />
<br />
È storicamente documentato almeno un <a href="http://xenu.freewinds.be/sequestro_deprogrammazione.pdf" target="_blank">caso</a> in cui degli attivisti ARIS cercarono (non riuscendoci) di “deprogrammare” una giovane praticante italiana di Scientology, con l’aiuto dell’americano Ted Patrick. La ragazza denunciò i rapitori; il caso si chiuse con una <a href="http://xenu.freewinds.be/deprogrammazione_cassazione.pdf" target="_blank">archiviazione</a>.<br />
<br />
Frattanto, in America il dibattito tra movimenti “antisette” da una parte e studiosi di nuovi movimenti religiosi dall’altra, vide una <i>escalation</i>. I primi accusavano gli studiosi di essere <b>conniventi </b>e <b>complici </b>delle “sette” perché negavano che il processo di affiliazione ai nuovi movimenti fosse diverso dalla conversione ai gruppi maggioritari, ossia frutto di un convincimento personale; negavano che gli episodi di manipolazione mentale o influenza fossero diversi da quelli riscontrabili in ogni altro gruppo sociale; rigettavano l’ipotesi del "lavaggio del cervello" (plagio); difendevano il diritto di libertà religiosa. <br />
<br />
Gli articoli di quegli studiosi venivano spesso citati dai movimenti tacciati di essere “sette abusanti” che “plagiavano i propri membri”. Agli occhi degli “antisette” e con un tipico ragionamento circolare, questo dimostrava che gli accademici erano conniventi con le "sette".<br />
<br />
Gli studiosi sostenevano che i movimenti “antisette” erano ascientifici, che non utilizzavano gli strumenti della scienza sociale, che non producevano studi e letteratura scientifici, che risocializzavano chi si rivolgeva a loro a una <b>ideologia</b> non meno totalizzante, che parecchi episodi di deprogrammazione finiti in tribunale avevano evidenziato abusi e violenze non diversi da quelli che gli “antisette” attribuivano alle “sette”, che generavano panici morali anche grazie a una stampa desiderosa di “sangue” che loro stessi foraggiavano con racconti dell’orrore, che a volte erano stati i loro comportamenti intransigenti e le loro informazioni fuorvianti a scatenare conflitti, abusi e tragedie: in sostanza, che quei movimenti “antisette” tenevano <b>comportamenti settari</b>. <br />
<br />
A sostegno delle proprie argomentazioni, gli studiosi produssero una corposa <a href="http://raffaelladimarzio.blogspot.it/2011/10/sette-antisette-le-parole-hanno-un-peso.html" target="_blank">letteratura scientifica</a>: in breve, i gruppi antisette potevano essere definiti “setta antisette” (anticult-cult).<br />
<br />
La “guerra contro le sette” americana vide la deposizione delle armi solo alla fine anni ’90. Gli scienziati sociali ben sanno che il confronto e il dibattito, anche accesi, sono il vero carburante delle loro discipline, che in quanto umane e sociali sono aperte e intellettualmente inclini alla polemica. Non si tratta di accumulo di sapere, ma di un <i>corpus </i>di conoscenze ed esperienze che condividono una base comune e in cui il dibattito è sempre aperto. La proposta teorica non è infallibile, tutto è provvisorio. Alcune visioni possono essere meglio argomentate e meglio esposte e gli stessi fatti, interrogati in modo diverso, possono dare risultati diversi. Se gli studiosi schierati sul campo degli “antisette” sostenevano certe teorie, era loro dovere portare risultati scaturiti da studi fatti secondo i protocolli della scienza sociale. (Nell’ultimo capitolo del libro “<a href="http://nuovereligioniesette.blogspot.it/" target="_blank">Nuove religioni e sette</a>”, Raffaella Di Marzio illustra la difficoltà di approntare strumenti di ricerca adeguati e lo stato della ricerca.)<br />
<br />
A indurre alcuni “antisette” americani a un generale ripensamento fu in particolare l’analisi degli archivi del <i>Cult Awarness Network</i>, resa possibile dalla bancarotta di quella che all’epoca era l’associazione “antisette” più nota e organizzata d’America. A mandare in fallimento l’associazione era stato un caso giudiziario che aveva visto coinvolto un giovane seguace di una congregazione pentecostale rapito e sottoposto a un tentativo di “deprogrammazione” piuttosto violenta. Il tribunale gli riconobbe un sostanzioso risarcimento e condannò i colpevoli, tra cui il CAN [2]. A seguito della dichiarazione di bancarotta, l’archivio del CAN venne messo all’asta e acquistato da un privato, che a sua volta lo mise a disposizione di alcuni studiosi (<a href="http://www.cesnur.org/2001/CAN.htm" target="_blank">tra cui Anson Shupe e Susan E. Darnell</a>). I risultati di quell’analisi furono impietosi e permisero di evidenziare una lunga serie di abusi [3].<br />
<br />
A partire dalla fine degli anni ’90, esponenti della <i>American Family Foundation</i> (oggi ICSA), altra grande associazione “antisette” americana, e del CESNUR (il centro studi fondato dal torinese Massimo Introvigne, che gli “antisette” americani consideravano [e gli europei ancora considerano] “amico delle sette”) cominciarono a portare ai rispettivi convegni internazionali le loro relazioni e conclusioni. Al convegno CESNUR di Londra del 2001 la Prof.ssa Eileen Barker della <i>London School of Economics</i>, collaboratrice del CESNUR e fondatrice dell’inglese INFORM, presentò una importante <a href="http://www.cesnur.org/2001/london2001/barker.htm" target="_blank">relazione</a> sulla possibile collaborazione tra studiosi e i “<i>Cult-Watching Groups</i>”. Da allora, i convegni annuali internazionali dei due istituti vedono la partecipazione attiva e la presentazione di relazioni di “portatori di prospettive e interrogativi diversi”; hanno preso avvio un confronto dialettico e delle forme di collaborazione che non possono che avere effetti positivi sulla conoscenza.<br />
<br />
E in Italia? In Europa?<br />
<br />
Anche in questo caso, arriviamo con i soliti due decenni di ritardo. Mentre in America si cominciava a riflettere su un dibattito che aveva sempre più i toni della guerra - perdendo di vista l’obiettivo vero delle scienze sociali - e si iniziavano a deporre le armi, in Europa e in Italia i toni si esacerbavano. Al centro del dibattito, ormai portato dagli “antisette” italiani a livello di organi repressivi dello Stato [4] e della magistratura, siamo ancora fermi alla vecchia diatriba “complici delle sette/setta degli antisette”. <br />
<br />
Note:<br />
<br />
1. <a href="http://www.cesnur.org/2001/CAN1.htm" target="_blank">Questo articolo</a> spiega i collegamenti tra i movimenti antisette americani ed europei e le modalità di importazione delle teorie del "lavaggio del cervello" nel Vecchio Continente.<br />
<br />
2. «<i>Nel riconoscere il risarcimento danni a Scott, la giuria fu molto chiara. <b>L’attività principale del CAN</b>, come questo e altri casi avevano rivelato, <b>era fornire ai media e ad altri interessati opinioni false e/o sensazionalistiche sotto forma di “informazione” sulle minoranze religiose</b>. Tutte, o quasi tutte queste “informazioni” erano dispregiative e coerenti con gli obiettivi del CAN: “educare” il pubblico a ritenere che diversi nuovi movimenti religiosi (NRM) <b>sono “sette distruttive”, che tutti i loro membri sono perciò “vittime di setta” e “plagiati” e sono pertanto in pericolo, bisognosi di “soccorso”</b>. La decisione della giuria</i> [...] <i>fu che <b>il CAN era in realtà una campagna organizzata di odio</b>. Il CAN descriveva le sue attività in modo eufemistico affinché, da una prospettiva di libertà civili, le sue attività apparissero <b>meno immorali</b>. Il motivo per cui il CAN restò coinvolto nella causa Scott fu perché, coerentemente con il suo modello organizzativo, serviva da canale di riferimento verso i deprogrammatori coercitivi (che in seguito il CAN definì “exit counselor”) che in cambio di un onorario rapiscono</i> <i>[i seguaci]</i> <i>e durante la</i> <i>[loro]</i> <i>detenzione arringano i familiari all’apostasia religiosa</i>.» (“CAN, We Hardly Knew Ye: Sex, Drugs, Deprogrammers’ Kickbacks, and Corporate Crime in the (old) Cult Awareness Network”, Shupe. A., Darnell, S.E., 2000, SSSR).<br />
Il medesimo procedimento giudiziario vide anche la condanna di <a href="http://www.loritatinelli.it/2011/01/30/la-deprogrammazione-dai-culti-un-esame-della-procedura-di-intervento/" target="_blank">Rick Ross</a>, che si era occupato del rapimento e del tentativo di deprogrammazione di Scott.<br />
<br />
3. Ancora un passo dalla relazione di Shupe e Darnell prima citata:<br />
«<i>In quale misura il CAN e la sua organizzazione “consorella” American Family Foundation siano stati “gruppi di odio” come definiti dalla legge dello Stato di Washington o dai criteri etnico-razziali della sociologia, è oggetto di dibattito. [...] Sicuramente entrambi quei movimenti antisette hanno proposto <b>immagini stereotipate e parziali</b> e un linguaggio che ha infiammato le persone a compiere <b>azioni estreme</b>. Altrettanto sicuramente, sia il CAN che la AFF hanno per lo meno promosso una facciata professionale che, a livello popolare, sembra appartenere più all’ambito scientifico che all’incitazione all’odio. Tale <b>apparente </b>“normalizzazione” della loro <b>ira contro i nuovi movimenti religiosi</b> è, secondo</i> [Barbara Perry]<i>, una tendenza moderna dei gruppi di odio</i> [...] <i>negli Stati Uniti l’‘hate movement’ </i>[movimento d’odio]<i> ha assunto un volto nuovo e moderno. La forza del movimento contemporaneo di odio sta nella sua capacità di rimpacchettare il proprio messaggio in modo da renderlo più accettabile, e nella sua capacità di sfruttare i punti di intersezione tra se stesso e i canoni ideologici prevalenti. In breve, il movimento d’odio sta cercando di posizionarsi all’interno della cultura e della politica di maggioranza degli Stati Uniti.”</i> » <br />
<br />
4. Per esempio con la creazione nel 2006 di una “squadra antisette” della polizia, i cui <a href="http://iltemperinodioccam.blogspot.it/2012/05/interrogazione-parlamentare-sulle.html" target="_blank">referenti privilegiati</a> sono i rappresentanti delle “associazioni antisette”, i quali a loro volta segnalano alla polizia chi mantiene posizioni diverse dalle loro, si veda per esempio <a href="http://www.liberocredo.org/sites/default/files/pdf/1_lettera_al_senato.pdf" target="_blank">qui</a>, <a href="http://www.liberocredo.org/sites/default/files/pdf/2_lettera_al_senato_e_sas.pdf" target="_blank"> qui</a>, <a href="http://www.liberocredo.org/sites/default/files/pdf/nota-integrativa-intera.pdf" target="_blank">qui</a>. <br />
<br />
<br />
<br />
</div>Simonetta Pohttp://www.blogger.com/profile/13000408822511849578noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1421285090802206048.post-66428133348595262822012-07-23T17:09:00.000+02:002012-07-23T17:09:16.135+02:00“Sette”, “antisette”, “setta degli antisette”, “aiuto” e altre riflessioni (prima parte)<div style="text-align: justify;">L’argomento è senz’altro complicato e una delle complicazioni sta nel fatto che definire con precisione che cosa vada inteso per “setta” pare un compito impossibile. Si direbbe trattarsi di un “termine contenitore”, che ognuno riempie con la sua emotività individuale.<br />
<br />
Lo Zingarelli definisce una setta come un:<br />
<blockquote class="tr_bq"><i>Gruppo di persone che professano una particolare dottrina politica, filosofica, religiosa e sim., in contrasto o in opposizione a quella riconosciuta o professata dai più.</i></blockquote>Da queste parole si può desumere che alla base della “setta” c’è una <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Ideologia" target="_blank">ideologia</a> non condivisa dalla maggioranza. L’<a href="http://books.google.it/books?id=dNYt7kWDA5IC&pg=PA424&lpg=PA424&dq=setta+secare+sequor&source=bl&ots=fC3XJ0v4N9&sig=gU2VkhbuFRoVNekCuIznn-N-nDk&hl=it&sa=X&ei=D5cBUMbEE8HKhAfB0ZT2Bw&ved=0CFQQ6AEwCTgU#v=onepage&q=setta%20secare%20sequor&f=false" target="_blank">etimologia</a> stessa della parola rimanda a due termini latini: <i>secare</i> [dividere] e <i>sequor</i> [adesione attiva a una fede o a un’idea]. <br />
<br />
<b>Gli “antisette”</b><br />
<br />
Se “setta” è un gruppo che segue e difende dottrine in contrasto o opposizione con quelle riconosciute e professate dai più, gli “antisette” dovrebbero essere coloro che, riconoscendosi nel pensiero di maggioranza, si oppongono al pensiero “deviante”, non conforme. <br />
<br />
La sociologia ha a lungo discusso di forme socializzative e dei concetti di conformità/devianza. Parsons riteneva che la socializzazione fosse strettamente legata al processo di controllo sociale. Per questo i comportamenti non conformi, cioè devianti, possono essere percepiti come patologici (da curare) o criminali (da punire). Altre visioni (es. Luckman e Merton) distinguono tra devianza vera e propria e non-conformismo. Il secondo viene identificato con la ribellione, con la contestazione della cultura di maggioranza allo scopo di cambiarla. Ha a che fare con il conflitto e il mutamento sociale. Il deviante in senso stretto sarebbe invece chi <b>non </b>contesta le norme sociali che viola con il suo comportamento.<br />
<br />
<b>Breve carrellata storica su “sette” e “antisette” odierni</b><br />
<br />
Con il secondo dopoguerra il mondo occidentale vide proliferare una varietà di gruppi di matrice diversa da quella cristiana <i>mainstream</i>, che seppero catalizzare lo scontento e l’incertezza soprattutto dei giovani. <br />
<br />
La Seconda Guerra Mondiale non aveva comportato soltanto la distruzione materiale di intere nazioni, ma anche il crollo di convinzioni e ideologie (es. la perdita di ogni certezza sulla natura razionale dell’uomo): se nonostante la nobiltà della logica aristotelica e del pensiero cristiano <i>mainstream </i>il mondo occidentale era sprofondato prima nel fascismo e nel nazismo, poi in quella guerra e a quel livello di distruzione e di barbarie, allora quelle dottrine andavano abbandonate (o quantomeno, modificate). <br />
<br />
Con l’Europa impegnata nella ricostruzione, quei nuovi gruppi religiosi o filosofici “alternativi” ebbero inizialmente successo soprattutto negli Stati Uniti. Maestri di discipline orientali, rivisitazione e riscoperta di dottrine esoteriche occidentali e mediorientali, cristiani rinati, gruppi di “auto-aiuto” e del “potenziale umano”, “figli dei fiori” ed esperienze psichedeliche; il mercato della nuova spiritualità cominciò a prosperare. <br />
<br />
Mentre i più adulti si rivolgevano ai gruppi di matrice cristiana a forte componente carismatica e al movimento revivalista, i più giovani erano maggiormente attratti da forme del tutto alternative di credenza. <br />
<br />
I genitori vedevano i loro figli, cresciuti e socializzati nella tradizione religiosa dei padri, cambiare più o meno repentinamente il loro orientamento, abbandonare gli studi e unirsi a gruppi spirituali che loro non comprendevano. I conflitti familiari aumentavano e a volte i giovani tagliavano i ponti con il passato e con la famiglia. Nacquero così i primi gruppi “antisette”, fondati da genitori e parenti preoccupati, che vedevano nel gruppo a cui il figlio aveva aderito, ossia nella “setta”, la causa di tutto il male. Per loro, quella devianza era patologica e criminogena, quando non apertamente criminale. Andava medicalizzata e contrastata. A quei genitori si unirono presto degli ex membri delusi e arrabbiati che cominciarono a narrare storie di orrori e atrocità. <br />
<br />
<a href="http://www.loritatinelli.it/tag/margareth-singer/" target="_blank">Alcuni autori</a> iniziarono ad applicare a quei nuovi gruppi spirituali, definiti “sette religiose”, le teorie della manipolazione-controllo mentale. Secondo loro, quella del "lavaggio del cervello" (plagio) era l’unica spiegazione per la conversione a sistemi di credenza giudicati “assurdi” e “fuori della norma”, cioè devianti. <br />
<br />
Il passo verso la formulazione dell’assunto successivo fu breve: se l’unica spiegazione possibile di quelle conversioni era la coercizione mentale, allora era imperativo “salvare” quei ragazzi dalle <a href="http://www.contropiano.org/it/archivio-news/archivio-news/item/10041-la-trappola-delle-sette-prima-puntata" target="_blank">“grinfie” della “pericolosa setta”</a> che ne aveva fatto delle “prede” per i suoi “loschi propositi”. <br />
<br />
Diveniva urgente <b><i>aiutare </i></b>quei giovani a recuperare il “sé-prima-della-setta”, la “personalità vera” contrapposta alla “<a href="http://loritasblog.blogspot.it/2010/07/domande-da-fare-prima-di-aderire-ad-un.html" target="_blank">pseudopersonalità</a>”, per usare la terminologia cara agli “antisette” (anti-cult). Una <i>pseudo personalità</i> creata dalla “setta” con le sue “sofisticate tecniche di manipolazione mentale”, all’unico fine di «<i><a href="http://www.vittimologia.it/rivista/articolo_tizzani-giannini_2011-03.pdf" target="_blank">sottomettere</a> gli adepti e creare in loro uno stato permanente di dipendenza dal leader del gruppo</i>». <br />
<br />
Se la “setta” aveva “plagiato” quei giovani, se li aveva “programmati”, allora bisognava “deprogrammarli” affinché rientrassero nella conformità, nel pensiero maggioritario che la “setta” li aveva “costretti” ad abbandonare. <br />
<br />
Le prime forme di “deprogrammazione” utilizzate in ambito “antisette” erano violente e prevedevano il rapimento e il sequestro della “vittima della setta”; a volte anche abusi fisici e sessuali. <br />
<br />
I deprogrammatori più noti furono Ted Patrick e Rick Ross. Questa modalità coercitiva venne poi abbandonata in favore di un processo altrettanto persuasivo ma apparentemente meno cruento chiamato “<a href="http://www.loritatinelli.it/2011/01/30/la-deprogrammazione-dai-culti-un-esame-della-procedura-di-intervento/" target="_blank">exit counselling</a>”, che però mantiene le <a href="http://iltemperinodioccam.blogspot.it/2011/12/scientology-lettera-aperta-del-prof.html" target="_blank">basi ideologiche</a> della “deprogrammazione”. (<a href="http://www.totustuustools.net/pvalori/c217_a03.html" target="_blank">Qui</a> un’analisi delle diverse tipologie di “antisette” e dei loro riferimenti teorici e ideologici.)<br />
<br />
L’applicazione delle teorie del "lavaggio del cervello" e del “<a href="http://www.favis.org/favis2/il-plagio-mentale.html" target="_blank">menticidio</a>” (plagio) alle “sette religiose”, l’allarmismo diffuso dalle associazioni “antisette”, i racconti degli ex membri delusi ed episodi oggettivi di orrore come il massacro di Jonestown, oltre al determinante ruolo svolto dai media, portarono con sé un’accezione e percezione sempre più negativa e criminalizzante dei gruppi spirituali genericamente definiti “sette”, indipendentemente da ciò che essi <b>realmente</b> facevano o professavano. Se erano “sette”, allora facevano il "lavaggio del cervello". Se facevano il "lavaggio del cervello", allora i loro membri erano in assoluto e imminente pericolo e andavano <b>aiutati</b>, <b>salvati</b>, mentre le “sette” dovevano essere monitorate e possibilmente dissolte. Sicuramente stigmatizzate e ostracizzate dall’opinione pubblica.<br />
<br />
È per questo carattere di crescente negatività e criminalizzazione del termine “setta” (cult) che molti autori, in particolare i sociologi della religione, si batterono per il suo abbandono e l’adozione dei più neutrali “nuovo movimento religioso” e “minoranza religiosa”.<br />
<br />
<br />
</div>Simonetta Pohttp://www.blogger.com/profile/13000408822511849578noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-1421285090802206048.post-36521176762714510242012-05-17T12:25:00.000+02:002012-05-17T12:25:27.377+02:00Un’esperienza interessante<div style="text-align: justify;">Il CeSAP – “Centro Studi Abusi Psicologici” – è una associazione “antisette” federata <a href="http://www.fecris.org/" target="_blank">FECRIS</a> con sede a Noci (Bari) la cui presidente è la psicologa Dott.sa Lorita Tinelli. <br />
<br />
Il CeSAP è anche membro del “Forum delle Associazioni Italiane di Ricerca Informazione e Contrasto dei Movimenti Settari e Culti Abusanti” assieme alle consorelle ARIS (“Associazione di Ricerca e Informazione sulle Sette”) e FAVIS (“Familiari Vittime delle Sètte”). È una <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Organizzazione_non_lucrativa_di_utilit%C3%A0_sociale" target="_blank">ONLUS</a> che gode dei finanziamenti pubblici del cinque per mille.<br />
<br />
Il sito del CeSAP è dotato di una serie di <a href="http://www.cesap.net/forum/index.php?sid=8645dd63f86f28a81b18cb5f5a442f4d" target="_blank">forum</a> in cui è possibile discutere di “sette” e argomenti correlati.<br />
<br />
Proprio su uno di quei forum, tra marzo e aprile 2012 si è discusso di presunti “<a href="http://www.cesap.net/forum/viewtopic.php?f=12&t=3076&sid=e6510037ae876ff0abbf26df818d6577" target="_blank">registi del processo Arkeon</a>”. I link segnalati dall’utente “<i>aquilablu</i>” nel suo post del 19 marzo rimandavano a <a href="http://www.cesap.net/index.php?option=com_docman&task=cat_view&gid=336&Itemid=60" target="_blank">pagine</a> CeSAP in cui vengono citate “la <b>signora </b>Raffaella Di Marzio” e “la <b>signora </b>Simonetta Po”. <br />
<br />
Il 10 aprile, l’utente “<i>rota</i>” forniva altri link a dei video che rimandavano al giornalista Luca Poma, anche lui evidentemente ritenuto “<i>regista del processo</i>” assieme alla sottoscritta e alla Di Marzio. <br />
<br />
I video avevano ricevuto commenti anonimi apertamente diffamatori, tanto che il 20 aprile il moderatore dei forum CeSAP si sentì in dovere di scrivere che: <br />
<blockquote>«<i>Il CeSAP prende le distanze dai commenti delle pagine linkate che tentano di colpire il decoro delle persone</i>.»</blockquote>(NB: oggi dei tre video segnalati ne risulta visibile <a href="http://www.cesap.net/forum/viewtopic.php?f=12&t=3076&sid=e6510037ae876ff0abbf26df818d6577" target="_blank">uno</a> soltanto.)<br />
<br />
Il 29 aprile 2012, lo stesso utente “<i>rota</i>” iniziò un nuovo argomento intitolato “<a href="http://www.cesap.net/forum/viewtopic.php?f=12&t=3205&sid=e6510037ae876ff0abbf26df818d6577" target="_blank">Ostracismo su Wikipedia</a>”. Lamentava che una sua modifica alla scheda su Wikipedia di Raffaella di Marzio era stata annullata dall’amministratore “<i>Ignlig</i>”. Concludeva il suo post informando i lettori che:<br />
<blockquote class="tr_bq">«<i>ho scoperto che colui che si nasconde dietro il nickname Ignlig, altri non è che il sig. Ignazio L. (non riporto il cognome per correttezza) che con lo pseudonimo di Ignis ha scritto spesso su un newsgroup gestito dalla sig.ra Simonetta P. che usa l'alias Alessia Guidi che è buona amica (e questo certamente non è un demerito) della dott.sa Raffaella Di Marzio.</i>»</blockquote>Il 30 aprile, il/la neoiscritto/a “<i>Maddy1234</i>” intervenne per informare che oltre all’amicizia “<i>verificata</i>” tra Simonetta P., la Dott.sa Di Marzio e l’amministratore Wiki colpevole di avere “ostracizzato” “<i>rota</i>”, il già altrove citato Luca Poma (accusato assieme a Di Marzio e a me di essere i “<i>registi del processo Arkeon</i>”) aveva curato l’edizione del libro della Di Marzio. Concludeva con questa frase:<br />
<blockquote class="tr_bq">«<i>costoro sono tutti immanicati e si proteggono a vicenda.</i>»</blockquote>A seguire altri commenti di “<i>aquilablu</i>” con accuse sempre più esplicite alle persone citate per esteso. <br />
<br />
Al “<i>complotto</i>” precedentemente prospettato in merito a una “<i>regia occulta</i>” di un processo (giudiziario!), si era aggiunto quindi un nuovo attore. <br />
<br />
È dell’8 maggio <b>l’unico intervento del moderatore</b>, il quale informò che uno dei nomi era stato cancellato su richiesta della persona citata. Aveva inoltre invito la “persona interessata” a intervenire direttamente nella discussione, ricordando che «<i>il forum è una libera piazza dove, pur nel rispetto degli altri, si deve poter mantenere la libertà di espressione</i>.» <br />
<br />
Poiché il mio nome era stato fatto più volte, ritenni di essere “persona interessata” e accolsi l’invito del moderatore a “intervenire direttamente” per chiedere delucidazioni in merito alle accuse che mi venivano rivolte. Non ottenendo risposta ma solo nuove accuse di “<i>aquilablu</i>”, inviai una mia seconda replica. <br />
<br />
A quel punto intervenne il moderatore che bloccò il topic in quanto “fuori argomento”.<br />
<br />
L’utente “<i>rota</i>” aprì immediatamente un ulteriore topic intitolato “<a href="http://www.cesap.net/forum/viewtopic.php?f=12&t=3232&sid=8633abd4cb5b1442b9814202688be146" target="_blank">discussioni pro e contro</a>” in cui ancora mi si citava, sempre con affermazioni offensive. Sullo stesso tono gli rispose prontamente “<i>aquilablu</i>”. Il moderatore “Alessandro” intervenne a <b>bloccare </b>il topic <b>prima </b>che io avessi tempo e modo di avvalermi del diritto di replica. I post offensivi, però, <b>non </b>furono cancellati.<br />
<br />
L’11 maggio 2012 l’utente CeSAP “<i>Gianluca</i>” avviò una thread intitolato “<a href="http://www.cesap.net/forum/viewtopic.php?f=12&t=3236&sid=8633abd4cb5b1442b9814202688be146" target="_blank">discussione commissione parlamentare</a>”. Tempo poche ore, la discussione prese la piega già vista altrove e gli utenti “<i>aquilablu</i>” e “<i>rota</i>” fecero nuovamente riferimento alla mia persona con affermazioni offensive. Il moderatore <b>non intervenne</b>. Dopo tre giorni decisi di replicare. Il mio post è rimasto online <b>meno di mezzora</b>. Il moderatore ha infatti provveduto alla cancellazione aggiungendo queste parole:<br />
<blockquote class="tr_bq">«<i>Gentilissima signora Simonetta,</i><br />
<i>vedo che le mie parole servono a poco. Avevo detto di non tornare più su questo argomento</i>.» </blockquote>contraddicendo così quanto da lui stesso affermato appena una settimana prima, mentre invitava “la persona interessata” a “intervenire” («<i>il forum è una libera piazza dove, pur nel rispetto degli altri, si deve poter mantenere la libertà di espressione</i>.»).<br />
<br />
In pratica, il moderatore dei forum CeSAP mi <b>ha negato il diritto</b> di chiedere delucidazioni e il diritto di replica su affermazioni molto chiare fatte su di me con tanto di link al sito che gestisco da 15 anni, affermazioni che da <b>tre giorni</b> campeggiavano indisturbate su quel topic e che qui riporto (le sottolineature sono mie, il post è stato cancellato la sera del 14 maggio assieme al mio):<br />
<blockquote class="tr_bq"><i>da aquilablu 11/05/2012, 21:50</i><br />
<i>Vedi come si trastulla la <u>signora dai mille nomi</u>, pur di <u>screditare </u>chi lavora per la tutela delle vittime dei cialtroni</i><br />
<b><i>http://xenu.com-it.net/update.htm</i></b><br />
<i>sulla parte destra della sua pagina</i><br />
<i>Questa è quella che vorrebbe che il proprio lavoro fosse riconosciuto.</i><br />
<i>E' quella che elenca siti anche se non sempre è concorde con i contenuti.</i><br />
<i>E' quella che alla fine, <u>a me sembra che li scriva uno per uno</u>. Ma alla fine che <u>manca della onestà necessaria per potersi guardare in uno specchio</u>.</i></blockquote>Pochi minuti dopo la cancellazione, l’utente “<i>aquilablu</i>” aprì ulteriore topic intitolato “<a href="http://www.cesap.net/forum/viewtopic.php?f=12&t=3374&sid=8633abd4cb5b1442b9814202688be146" target="_blank">Sentenza Morello</a>” con affermazioni diffamanti sul mio conto (attribuzione di <b>comportamenti illeciti</b>), post che in questo momento <b>non risulta cancellato</b>. Le sottolineature e i neretti sono miei:<br />
<blockquote class="tr_bq"><i>da aquilablu 14/05/2012, 22:15</i><br />
<i>x il Moderatore</i><br />
<i>Mi scuso per i messaggi di prima e accetto per primo la cancellazione, ma dopo aver sopportato di tutto, <u>non posso sopportare la menzogna di una persona incapace di avere rispetto per chi non la pensa come lei</u> e soprattutto per quello che è sotto gli occhi di tutti <u>e che lei stessa compie</u>. Non posso essere cieco rispetto a <u><b>comportamenti tanto illeciti</b> quanto irrispettosi</u>. E con questo chiudo l'argomento.</i></blockquote>La moderazione dei forum del CeSAP è rigorosa: chi si è ripetutamente distinto in affermazioni offensive e diffamatorie può continuare a scrivere indisturbato, mentre alla persona diffamata è vietato “tornare in argomento”. E se si azzarda a farlo e a chiedere conto di affermazioni così offensive viene “bannata” dal CeSAP.<br />
<br />
In questa <a href="http://alessiaguidi.provocation.net/cesap/commissione.pdf" target="_blank">pagina</a> (in fondo) è possibile leggere il mio post cancellato, che ho stampato subito dopo averlo inviato, e <a href="http://alessiaguidi.provocation.net/cesap/bannata.pdf" target="_blank">qui</a> è possibile vedere le successive modifiche e cancellazioni.<br />
<br />
Altro aspetto che evidenzia la correttezza di un "Centro Studi" che riceve denaro dei contribuenti:<br />
<br />
Quando l’8 maggio 2012 decisi di replicare alle affermazioni fatte sul mio conto, mi accorsi che l’account preso un paio di anni prima con mio nome e cognome reali per scaricare dalla sezione “download” del sito CeSAP dei documenti <b>in cui venivo citata per esteso</b>, era stato “<b>permanentemente bannato</b>”. Decisione quantomeno inaspettata, dal momento che mai avevo scritto sui forum CeSAP, perciò non potevo essermi macchiata di violazioni della “netiquette” o dei “termini di partecipazione”.<br />
<br />
Decisi allora di crearmi un nuovo account con un secondo indirizzo di posta che ancora riportava le mie generalità per esteso. Dopo 4 giorni l’account risultò <b>disattivato</b>. Il 14 maggio fui costretta a fare una terza e nuova registrazione con ulteriore indirizzo mail. A 12 ore di distanza, anche questo terzo account risultava disattivato.<br />
<br />
<a href="http://alessiaguidi.provocation.net/cesap/disattivazione.pdf" target="_blank">Qui</a> è possibile vedere la documentazione fotografica dei miei tentativi.<br />
<br />
A parole il CeSAP sostiene di concedere (il doveroso) “diritto di replica”, nella realtà avvalersi di tale diritto diventa parecchio difficoltoso se non impossibile.<br />
<br />
Vista la facilità con cui il moderatore dei forum CeSAP cancella post o interi thread (se ne <a href="http://www.cesap.net/forum/viewtopic.php?f=14&t=3225&sid=313b830493bf256d849ec0db504841ca&start=20" target="_blank">lamenta</a> anche una utente “fuori dal coro” di una discussione relativa ad altro argomento), ritengo utile documentare per esteso tutti i topic citati, che ho provveduto a stampare:<br />
<ul><li><i>Il processo arkeon e i suoi registi</i> (<a href="http://alessiaguidi.provocation.net/cesap/registi01.pdf" target="_blank">prima</a>, <a href="http://alessiaguidi.provocation.net/cesap/registi02.pdf" target="_blank">seconda</a> e <a href="http://alessiaguidi.provocation.net/cesap/registi03.pdf" target="_blank">terza</a> parte).</li>
</ul><ul><li><i>Ostracismo su Wikipedia</i> (<a href="http://alessiaguidi.provocation.net/cesap/ostracismo01.pdf" target="_blank">prima</a> e <a href="http://alessiaguidi.provocation.net/cesap/ostracismo02.pdf" target="_blank">seconda</a> parte).</li>
</ul><ul><li><i>Discussioni pro e contro</i> (<a href="http://alessiaguidi.provocation.net/cesap/discussioni.pdf" target="_blank">qui</a>).</li>
</ul><ul><li><i>Discussione della commissione parlamentare – commenti</i> (<a href="http://alessiaguidi.provocation.net/cesap/commissione.pdf" target="_blank">qui</a>)</li>
</ul><ul><li><i>Sentenza Morello</i> (<a href="http://alessiaguidi.provocation.net/cesap/morello.pdf" target="_blank">qui</a>)</li>
</ul>Poco dopo la mia replica del 10 maggio, l’utente “<i>aquilablu</i>” aprì un thread intitolato "<i>Simonetta Po e le sue performance: analisi del suo curriculu</i>" (<a href="http://alessiaguidi.provocation.net/cesap/performance.pdf" target="_blank">qui</a>) che prima ricevette un ammonimento dal moderatore e poi venne cancellato. <b>Ma restò visibile per circa 24 ore</b>. <br />
<br />
Resta incomprensibile il motivo per cui il moderatore si limitò ad ammonire aggiungendo che avrebbe cancellato «<i>questo topic entro stasera</i>». Se era un post da cancellare, avrebbe dovuto cancellarlo subito, ma deve aver sentito una fitta al cuore nel dover cancellare subito un post così offensivo.<br />
<br />
<br />
</div>Simonetta Pohttp://www.blogger.com/profile/13000408822511849578noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1421285090802206048.post-79157723409376197572012-05-02T18:15:00.001+02:002012-05-03T08:42:30.817+02:00Interrogazione parlamentare sulle associazioni antisette<div style="text-align: justify;">Ne dà notizia Raffaella Di Marzio sul suo <a href="http://raffaelladimarzio.blogspot.it/2012/04/senato-interrogazione-parlamentare.html" target="_blank">blog</a>. Il senatore Andrea Pastore (PDL) ha presentato una <a href="http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=16&id=659920" target="_blank">interrogazione</a> rivolta ai Ministri dell'interno, della giustizia e della salute, messa agli atti del Senato il 26 aprile. (Ricopio il testo in fondo a questo post).<br />
<br />
Personalmente, la ritengo una richiesta doverosa alle istituzioni, posto che un organo come la Polizia di Stato si affida in tema di "sette", cioè di "nuovi movimenti religiosi", ad associazioni che hanno già dimostrato di essere non meno fanatiche e intransigenti (dal "<i>carattere oltranzista ed intollerante</i>", sono definite nell'interrogazione) delle "sette" che dicono di combattere. <br />
<br />
Esiste questo inquietante canale privilegiato che vede coinvolte solo una parte, o meglio una fazione, di associazioni/enti che si occupano del fenomeno, sulla cui competenza e professionalità ci sarebbe molto da discutere.<br />
<br />
Scrive il Senatore, citando quello che ormai è diventato il "Caso Di Marzio":<br />
<blockquote>«<i>siano informati che il "Forum" delle associazioni sopra menzionato include nelle sue "segnalazioni" e "relazioni informative" alla squadra antisette della Polizia di Stato [...] anche dati relativi a esperti, studiosi e privati cittadini in quanto negano il carattere delittuoso e l'illiceità dei gruppi esoterici asseritamene "manipolatori" delle menti dei proseliti, così da mettere in atto una vera e propria azione di persecuzione ideologica in base a discriminazioni di carattere culturale, religioso o filosofico, non solo contro le minoranze spirituali, ma anche contro privati cittadini accusati pretestuosamente di esserne i "sostenitori"</i>.»</blockquote>Anche io, come ho più volte <a href="https://groups.google.com/forum/#%21searchin/free.it.religioni.scientology/digos/free.it.religioni.scientology/NhRbpCCBWBs/xB7ZwrRC3S8J" target="_blank">scritto</a> su free.it.religioni.scientology, nel 2008 fui sottoposta a indagine giudiziaria perché avevo osato criticare l'operato di una delle associazioni del "Forum". Mi si voleva a tutti i costi collegare al gruppo Arkeon, sulle cui dottrine e pratiche mi sono per altro espressa più volte in modo negativo sia su free.it.religioni.scientology che altrove e con cui non ho mai avuto nulla a che fare. <br />
<br />
Ma pratiche e dottrine sono una cosa, "Popolo di Arkeon" (o di Scientology, o di Sai Baba) sono un'altra cosa, eventuali reati sono un'altra cosa ancora.<br />
<br />
Stigmatizzare un gruppo intero come "setta criminale" significa criminalizzare anche chi non ha mai fatto del male e non ha mai violato la legge. Ancora oggi, e siamo nel 2012, si cerca in tutti i modi di presentarmi come una sostenitrice quando non proprio complice di Arkeon, che secondo il "Forum delle Associazioni" è una setta, quindi un "<a href="http://www.anti-sette.org/documenti/favis_20100814_lettera-Senatore-Schifani.pdf">cancro sociale</a>". Un allarmismo che i giornali vanno ripetendo da 5 anni (alcuni esempi; <a href="http://www.quotidianodibari.it/attualita/1793--io-perseguitata-e-minacciata-da-arkeon.html" target="_blank">qui</a>, <a href="http://www.unita.it/italia/da-predicatore-vaticano-a-supporter-di-arkeon-1.36283" target="_blank">qui</a>). Basta andare a leggere che cosa hanno <a href="http://www.cesap.net/forum//viewtopic.php?f=12&t=3076" target="_blank">scritto</a> anche di recente gli anonimi utenti di uno dei forum CeSAP (associazione che fa parte del "Forum delle Associazioni").<br />
<br />
Ma non solo. Ho saputo da poco che il "Forum delle Associazioni", costituito dalle due ARIS, dalla FAVIS, dal CeSAP e da un'oscura associazione denominata "Giù le mani dai bambini" di Ascoli Piceno, ha inviato alla Squadra Antisette della Polizia una informativa di numerose pagine su di me. Ne ho copia.<br />
<br />
In sostanza, secondo queste cinque associazioni (ripeto: ARIS con cui ho collaborato per anni, a cui ho fatto donazioni materiali e monetarie - e che ha la sua massima esponente in <a href="http://pensieribanali.blogspot.it/2012/02/intervista-maria-p-gardini-cap-1.html" target="_blank">Maria Pia Gardini</a> - FAVIS, CeSAP e l'altra) dovrei essere tenuta sotto controllo e si dovrebbe indagare ulteriormente su di me. <br />
<br />
Quale sarebbe il mio reato di settaria inveterata? Aver <a href="http://groups.google.com/group/free.it.religioni.scientology/browse_thread/thread/ae7c798f663924ed/b751b858a7e594a1?hl=it&q=#b751b858a7e594a1" target="_blank">commentato</a> su free.it.religioni.scientology (all'epoca questo blog non esisteva ancora) l'intervista di Fabio Alessandrini, figlio del fondatore della FAVIS Maurizio Alessandrini, referente della Squadra antisette, che da 10 anni va ripetendo che il figlio ultratrentenne è stato "plagiato" da una santona.<br />
<br />
Poiché quell'<a href="http://www.youtube.com/watch?v=og2t_vAOlkk&feature=relmfu">intervista</a> è stata poi segnalata anche da "<a href="http://eticaeverita.org/">Etica e Verità</a>", blog riconducibile a Scientology, e dal <a href="http://pietrobono.blogspot.it/" target="_blank">blog</a> di un arkeoniano, secondo la logica dei componenti il Forum questo sarebbe la riprova del mio filosettarismo. Evidentemente hanno colto qualche nesso che a me sfugge.<br />
<br />
Mi sarei anche macchiata di aver segnalato il racconto del figlio arkeoniano di una donna barese (che ha denunciato il fondatore del movimento, attualmente a processo a Bari), in cui il ragazzo e la sua fidanzata di allora raccontano la storia dal loro punto di vista. Quel <a href="http://veritasuarkeon.org/wp-content/uploads/2011/10/resoconti2.pdf" target="_blank">racconto</a> è presente sul sito di Vito Moccia, fondatore di Arkeon.<br />
<br />
Stranamente, nella segnalazione inviata alla Squadra Antisette si dimentica di dire che curo <a href="http://www.allarmescientology.it/" target="_blank">Allarme Scientology</a> da ormai 15 anni (sito da cui alcune delle associazioni del "Forum" hanno pescato per anni a piene mani) e che sono una "ex membro" di quella che io da tempo definisco "<b>setta antisette</b>" (si lamentano pure di questo), cioè una loro ex simpatizzante.<br />
<br />
Insomma, il "Forum" ha dimostrato ciò che io vado ripetendo già da un po': come le sette che dicono di combattere sono "<i>oltranzisti e intolleranti</i>"; come le sette non accettano il confronto; come i gruppi settari replicano a una critica argomentata con "atti persecutori". È inquietante che la Polizia di Stato abbia come referenti privilegiati individui come Alessandrini e Don Aldo Bonaiuto, che possiamo leggere/vedere in una delle sue performance <a href="http://alessiaguidi.provocation.net/varie/storievere_nov2011.pdf" target="_blank">qui</a>.<br />
<br />
<div style="text-align: center;">- - | - -</div><br />
Questo è il testo dell'interrogazione <a href="http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=16&id=659920" target="_blank">pubblicato</a> sul sito del Senato:<br />
<br />
Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-02822<br />
<br />
Atto n. 3-02822<br />
<br />
Pubblicato il 26 aprile 2012, nella seduta n. 716<br />
<br />
PASTORE - Ai Ministri dell'interno, della giustizia e della salute. -<br />
<br />
Si chiede di conoscere:<br />
<br />
quali ragguagli i Ministri in indirizzo siano in grado di fornire e quali provvedimenti intendano adottare: in presenza di episodi relativi all'attività di organizzazioni che si definiscono "Antisette", finalizzate al contrasto ed alla repressione di gruppi ed associazioni per lo più qualificabili come "di nuove religioni", in relazione all'attività di proselitismo delle stesse, asseritamene ottenuto attraverso la cosiddetta "manipolazione mentale". Tale attività dei gruppi "antisette" è strettamente connessa con quella di organi della pubblica amministrazione, in particolare di polizia, nonché con le attività della magistratura inquirente finalizzata all'esercizio dell'azione penale;<br />
<br />
in particolare, se debba considerarsi tuttora in vigore il provvedimento del Capo della polizia (all'epoca De Gennaro) n. 64767 del 1° novembre 2006, avente ad oggetto l'attività di contrasto agli illeciti connessi alle attività delle "sette sataniche" e l'istituzione della SAS (squadra antisette), o se siano intervenute modificazioni, specie in considerazione degli inconvenienti verificatisi in conseguenza delle attività previste e disposte con tale documento;<br />
<br />
se i Ministri in indirizzo, ed in particolare quello dell'interno, siano a conoscenza del fatto che le "squadre antisette" hanno finito per operare pressoché esclusivamente come "braccio secolare" del "servizio antisette" dell'associazione Comunità papa Giovanni XXIII e del cosiddetto Forum delle associazioni italiane di ricerca e contrasto dei movimenti settari e dei culti abusanti costituito da: Aris (Associazione ricerca e informazione sulle sette) Veneto e Toscana, Favis (Familiari vittime delle sette), Cesap (Centro studi abusi psicologici), e associazione "Giù le mani dai bambini" che è una sorta di federazione di organizzazioni presenti in varie città italiane. "Servizio" che costituisce pressoché l'unica fonte di informazione e di consulenza per le squadre antisette della Polizia di Stato, la cui opera è a giudizio dell'interrogante gravemente influenzata dal carattere oltranzista ed intollerante delle cosiddette organizzazioni antisette, una delle quali, in passato, si è resa protagonista anche di episodi di violenza per una cosiddetta "deprogrammazione";<br />
<br />
inoltre, siano informati che il "Forum " delle associazioni sopra menzionato include nelle sue "segnalazioni" e "relazioni informative" alla squadra antisette della Polizia di Stato (che, dal suo canto, scarso lavoro ha da compiere per mancanza di organizzazioni qualificabili come "sette", cosicché se ne potrebbe ragionevolmente ipotizzare lo scioglimento), anche dati relativi a esperti, studiosi e privati cittadini in quanto negano il carattere delittuoso e l'illiceità dei gruppi esoterici asseritamente "manipolatori" delle menti dei proseliti, così da mettere in atto una vera e propria azione di persecuzione ideologica in base a discriminazioni di carattere culturale, religioso o filosofico, non solo contro le minoranze spirituali, ma anche contro privati cittadini accusati pretestuosamente di esserne i "sostenitori";<br />
<br />
non intendano esaminare, per la gravità obiettiva che è loro propria e per il valore emblematico che rivestono per la valutazione di metodi e rapporti messi in atto dalle autorità di pubblica sicurezza, nonché per le necessarie valutazioni della natura e dei metodi delle associazioni private cui le SAS, squadre antisette, troppo facilmente si rimettono per notizie su cui fondare in gran parte la loro opera, casi di autentica persecuzione di persone che le associazioni antisette considerano corresponsabili di ogni malefatta attribuita alle "sette" per il fatto di essere sostenitori dell'infondatezza della fobia che accomuna esoterismo, "nuove religioni", "manipolazione mentale" e violenze o illeciti compiuti da appartenenti alle associazioni così definite ed "inquadrate". In particolare l'interrogante ritiene di dover segnalare, perché possa e debba farsene oggetto di un'attenta disamina da parte dei pubblici poteri responsabili, la vicenda della dottoressa Raffaella Di Marzio studiosa di fama internazionale delle "nuove religioni", dei fenomeni associativi e dei metodi di proselitismo ad essi connessi, nonché delle reazioni ed intolleranze che li circondano, che fu denunziata a Bari nel corso di una operazione di polizia nei confronti di un gruppo, al momento oggetto della sua osservazione e dei suoi studi, e di conseguenza indagata per associazione a delinquere, accusa archiviata nei suoi confronti dal pubblico ministero e dal giudice per le indagini preliminari di Bari, e che tuttavia ha continuato ad essere oggetto di denunzie e di esposti da parte di esponenti del Forum antisette e della Favis, atti persecutori che, dopo che la dottoressa Di Marzio si è iscritta all'albo degli psicologi, si sono concretati anche nel tentativo di provocare procedimenti disciplinari, con pretesti vari, a suo carico;<br />
<br />
infine, come i Ministri intendano, nell'ambito delle rispettive competenze, operare perché sia garantito pienamente, in ordine a siffatti episodi, il diritto di libertà di opinione e di ricerca scientifica, nonché quello di associazione.<br />
<br />
<br />
<span style="color: white;">.</span><br />
<br />
</div>Simonetta Pohttp://www.blogger.com/profile/13000408822511849578noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1421285090802206048.post-82473857384026729942011-12-27T11:40:00.002+01:002011-12-27T12:28:41.663+01:00Scientology - Lettera aperta del Prof. James R. Lewis<div style="text-align: justify;">Il Prof. James R. Lewis è uno dei più quotati studiosi di Nuovi Movimenti Religiosi. In gennaio 2011 ha pubblicato una "<i>Lettera aperta a scientologist, ex scientologist e critici della Chiesa di Scientology</i>" (<a href="http://xenu.com-it.net/txt/letteraperta_lewis.htm" target="_blank">qui</a> in italiano, <a href="http://isene.wordpress.com/2011/01/18/an-open-letter-to-scientologists-ex-scientologists-and-critics-of-the-church-of-scientology/" target="_blank">qui</a> l'originale) che contiene delle riflessioni decisamente interessanti. Particolarmente intriganti sono a mio avviso i suoi studi comparativi su ex membri deprogrammati e su ex non deprogrammati.<br />
<br />
La deprogrammazione era una pratica utilizzata dagli "antisette" negli anni '70/'80 che consisteva sostanzialmente nel <b>rapire </b>l'adepto "da salvare" e sottoporlo contro la sua volontà a un bombardamento di informazioni negative sul gruppo. Talvolta qualche sberla en passant, giusto nei casi più riottosi. (Interessante a tal proposito il film "<a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Holy_Smoke!" target="_blank">Holy Smoke</a>" di Jane Campion, che affronta deprogrammazione e "exit counselling", con una Kate Winslet più che mai raffaellesca.)<br />
<br />
Il presupposto era che l'unico motivo per cui una persona aderisce a un gruppo controverso sarebbe la "programmazione", in pratica il plagio. Era perciò considerato legittimo "deprogrammarla" (de-plagiarla), costi quel che costi. Una sorta di scientologico "maggior bene sul maggior numero di dinamiche".<br />
<br />
Questa pratica sollevò forti controversie e fu abbandonata, sostituita dal più soft "exit counselling" proposto, tra gli altri, da Steven Hassan e Margaret T. Singer. Il membro non veniva più rapito e tenuto prigioniero come nella deprogrammazione (Ted Patrick, uno dei deprogrammatori più noti, fu anche condannato per sequestro di persona), ma <b>attirato con l'inganno</b> a un incontro familiare, dove un team di counselor lo sommerge di informazioni negative sul gruppo e sulla sua affiliazione. In questa seconda modalità la coercizione è minore; rimane comunque una forte e indebita pressione psicologica.<br />
<br />
Dieci anni fa questa soluzione mi sembrava moralmente giustificata e percorribile poi, confrontandomi con decine (se non centinaia) di ex (e non ex), partecipando a convegni accademici e, soprattutto, proseguendo gli studi sull'argomento, sono giunta alla conclusione che deprogrammazione ed "exit counselling" si basano sulla stessa premessa che le rende entrambe inaccettabili: la tesi che la conversione sarebbe unicamente frutto del "plagio".<br />
<br />
Deprogrammazione ed "exit counselling" partono cioè dal medesimo presupposto, secondo cui l'<b>unico motivo plausibile</b> per l'affiliazione a un gruppo che propugna "idee tanto assurde" (cioè inviso alla famiglia o criticato dai media) sia la totale manipolazione della volontà dell'affiliato. Nell'ambiente "antisette" questo "unico motivo" viene considerato un dato acquisito. Alcuni esempi: <br />
<br />
- l'<a href="http://groups.google.com/group/free.it.religioni.scientology/browse_thread/thread/29a023608ec62395/b24987a4ef5a370b?hl=it&q=#b24987a4ef5a370b" target="_blank">intervista</a> radiofonica di Maurizio Alessandrini (FAVIS); <br />
<br />
- il materiale presentato alle conferenze organizzate dagli "antisette" italiani (<a href="http://loritatinelli.wordpress.com/tag/sette/" target="_blank">qui</a> un esempio emblematico);<br />
<br />
- il "contenuto occulto" del libro "Occulto Italia" di Pitrelli e Del Vecchio;<br />
<br />
- le trasmissioni televisive (es. <a href="http://iltemperinodioccam.blogspot.com/2011/12/il-plagio-in-tv.html" target="_blank">Storie Vere</a>) di taglio scandalistico o gli articoli a stampa recentemente usciti in tema di "sette"; <br />
<br />
- i <a href="http://www.senato.it/commissioni/4564/323931/323932/listadocumentazione.htm" target="_blank">documenti</a> presentati dagli "antisette" alla Commissione Giustizia del Senato per la reintroduzione del reato di plagio.<br />
<br />
Il materiale sopra citato evidenzia con chiarezza che questa corrente di pensiero non contempla altre alternative al fenomeno di conversione a certi sistemi di credenze: i Nuovi Movimenti Religiosi invariabilmente "plagiano", per cui dateci la possibilità di "splagiarli" e di punire adeguatamente i cattivi "plagiatori".<br />
<br />
Nessuno nega che certe forme di manipolazione siano presenti <b>anche </b>nei NMR, così come lo sono in <b>tutti gli aggregati sociali</b>, quelli "antisette" compresi. Una conferma ce la offrono proprio gli studi di Lewis, il quale riscontrò una particolare animosità e mancanza di obiettività negli ex membri deprogrammati rispetto a coloro che hanno lasciato autonomamente il gruppo.<br />
<br />
Se applichiamo al panorama italiano il raffronto fatto da Lewis, confrontando gli ex membri risocializzati da gruppi "antisette" (o loro rappresentanti) ed ex membri non risocializzati, il risultato appare simile. Naturalmente è un'opinione che non si basa su riscontri scientifici, solo sulla mia esperienza e sul mio personale sentire, che potrebbe essere sbagliato e deformato da pregiudizio. Occorrerebbero studi scientifici che non so se siano mai stati condotti. Cercherò di informarmi. Tuttavia, dopo aver parlato con tanti ex membri, dopo quasi 15 anni di lettura di <i>newsgroup</i> e forum dedicati all'argomento (sia nazionali che stranieri) ecc., il mio sentire è che esista una <b>marcata differenza</b> di valutazione/lettura dell'esperienza vissuta, tra chi è stato risocializzato in ambiente "antisette" rispetto a chi non lo è stato. <br />
<br />
Di particolare interesse, sotto questo aspetto, è il recente fenomeno del cosiddetto "movimento Scientology indipendente", consistente nell’abbandono della <b>struttura </b>“chiesa” ma non della <b>filosofia </b>spirituale e delle <b>pratiche </b>di “Scientology”, che dal 2009 ha portato un consistente numero di fedeli ad abbandonare la Chiesa di Scientology; anche in Italia. Il contenuto dei relativi blog evidenzia con forza quanto sia determinante, alla fine, l'ambiente di risocializzazione.<br />
<br />
Proviamo a chiederci quanti ex scientologist, che oggi sono attivi su <a href="https://groups.google.com/group/free.it.religioni.scientology/topics?hl=it" target="_blank">free.it.religioni.scientology</a> e <b>rigettano in toto</b> l'impianto fideistico di Scientology, sarebbero invece nel movimento indipendente - ostile verso la chiesa ma <b>devoto </b>ai testi hubbardiani - se quegli spazi fossero esistiti anche prima. È una considerazione che si basa su un dato interessante: da quando gli "indipendenti" italiani hanno aperto i loro blog, su free.it.religioni.scientology non è arrivato nessun nuovo utente. Potrebbe trattarsi di una semplice coincidenza, oppure dell'evoluzione nella fruizione del web, ma sembrano entrambe spiegazioni poco convincenti. <br />
<br />
L'elemento "indipendente" (al di là delle sterili polemiche su chi alza le mani di più o di meno) ci deve far riflettere sull'ipotesi "plagiaria" di Scientology. È chiaro che gli indipendenti ritengono di aver ottenuto <b>grandi benefici</b> dall'impianto fideistico/filosofico che hanno abbracciato, una dottrina a cui vogliono restare fedeli, ma si collocano fuori dalla struttura burocratica "Chiesa di Scientology" che non ritengono più fedele alla dottrina. Nessun "plagio" quindi per l'adesione alla dottrina di Hubbard, ma scelta consapevole e basata sull'esperienza.<br />
<br />
Insomma, alla fine direi che l'elemento chiave, la lente attraverso cui leggere la propria esperienza del passato, resta la struttura risocializzativa: se c'è o se non c'è, e in che direzione punta. E su questo sarebbe veramente opportuno riflettere in modo serio.<br />
<br />
Per tornare al volume (a cura) di James R. Lewis, "Scientology", per chi è primariamente interessato all'accademia è senz'altro un'opera senza precedenti che non può mancare nella biblioteca personale. Siccome però non costa poco, chi stesse pensando all'acquisto sappia che sono 400 pagine (più appendici e bibliografia, per un totale di 445 pagg.) fitte di analisi socio-storico-antropologica, scritte in inglese accademico, di non facile lettura per chi non ha qualche nozione sulle teorie fondamentali delle scienze sociali e di storia delle religioni.<br />
<br />
Per avere l'idea di dove si va a parare, questo è l'indice:<br />
<br />
- Introductory Essays (Birth of a Religion; The Cultural Context of Scientology; Researching Scientology: Perceptions, Premises, Promises and Problematics);<br />
<br />
- Theoretical and Quantitative Approaches (Making Sense of Scientology: Prophetic, Contractual Religion; Scientology and Self-Narrativity: Theology and Soteriology as Resource and Strategy; The Growth of Scientology and the Stark Model of Religious "Success"),<br />
<br />
- Community and Practices (Community in Scientology and among Scientologists; How Should We Regard the Religious Ceremonies of the Church of Scientology?; The Development and Reality of Auditing);<br />
<br />
- Sources and Comparative Approaches (Scientology as Technological Buddhism; Scientology: a "New Age" Religion?; Scientology: "Modern Religion" or "Religion of Modernity"?);<br />
<br />
- Controversy (The Nature of the New Religious Movements-Anticult "Culture War" in Microcosm: The Church of Scientology versus the Cult Awarness Network; Scientology in Court: A Look at Some Major Cases from Various Nations; The Church of Scientology in France: Legal and Activist Counterattacks in the "War on Sects");<br />
<br />
- International Missions (Scientology Mission International (SMI): An Immutable Model of Technological Missionary Activity; The Church of Scientology in Sweden; Scientology Down Under);<br />
<br />
Dimensions of Scientology ("His Name was Xenu: He used renegades...": Aspects of Scientology Founding Myth; Celebrity, the Popular Media and Scientology: Making Familiar the Unfamiliar; Sources for the Study of Scientology: Presentations and Reflections);<br />
<br />
Appendix.<br />
<br />
<br />
</div>Simonetta Pohttp://www.blogger.com/profile/13000408822511849578noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-1421285090802206048.post-2411783422895160162011-12-03T17:56:00.007+01:002011-12-27T12:36:09.274+01:00Eliana e Roberto: uno spettacolo penoso<div align="JUSTIFY">Il 23 novembre, Eliana A. pubblica sull'Indipendologo la sua "<a href="http://indipendologo.wordpress.com/2011/11/23/eliana-alaimo-auditor-di-ned-per-ots-lascia-la-chiesa/" target="_blank">dichiarazione di indipendenza</a>".<br />
<br />
Eliana è scientologist da quasi 25 anni. È una OT 7 <i>public</i>, cioè si è pagata tutto il percorso fino al penultimo livello di illuminazione spirituale della Chiesa di Scientology (qualche centinaio di migliaia di euro).<br />
<br />
È stata membro della Sea Org sulla Freewinds, cioè esponente dell'ordine religioso di Scientology a bordo della nave sacra del movimento.<br />
<br />
Come tale, era auditor di Classe IX (il massimo è Classe XII) vale a dire una consulente spirituale autorizzata ad assistere i fedeli che hanno raggiunto (e profumatamente pagato) i massimi livelli di illuminazione spirituale offerti dalla chiesa.<br />
<br />
Il 23 novembre 2011 Eliana decide di spiegare pubblicamente perché non si sente più di appartenere a un movimento religioso che l'ha profondamente delusa. Non per il messaggio spirituale che esso propugna - a cui Eliana ancora crede fermamente - ma per il trattamento che la struttura burocratica "Chiesa di Scientology" riserva ai suoi adepti. Soprattutto ai suoi fedeli che pagano somme ingenti e spesso si indebitano per poter beneficiare di quegli insegnamenti/procedimenti. (Si veda a questo proposito la recente, monumentale <a href="http://xenu.com-it.net/txt/macchina_soldi01.htm" target="_blank">inchiesta</a> del St. Petersburg Times.)<br />
<br />
Il post di Eliana e i commenti dei colleghi "indipendenti" (ossia seguaci della dottrina hubbardiana ma distaccati dalla chiesa ufficiale) fanno riferimento unicamente alla sua esperienza <b>con la Chiesa</b> di Scientology. Nessun accenno alla famiglia o a questioni private. La <a href="http://indipendologo.wordpress.com/2011/11/23/eliana-alaimo-auditor-di-ned-per-ots-lascia-la-chiesa/" target="_blank">storia</a> di Eliana è molto interessante e merita di essere letta.<br />
<br />
A distanza di tre giorni, il blog <i>Etica e Verità</i>, un'operazione anonima che pare essere diretta emanazione dell'Ufficio degli Affari Speciali [OSA] della Chiesa di Scientology, comincia l'opera di <a href="http://eticaeverita.wordpress.com/2011/11/26/squirrel-senza-vergogna-parte-seconda/" target="_blank">demonizzazione</a> di Eliana.<br />
<br />
Un'opera di distruzione della sua persona e credibilità portata avanti non da un anonimo qualsiasi (pratica a cui <i>Etica e Verità</i> ci ha abituati, in nome dei suoi scientologici concetti di "etica" e di "verità"), ma dal fratello stesso di Eliana, Roberto A., OT 8, che afferma di amare tanto sua sorella ("<i>una persona a cui voglio un bene dell’anima</i>"). <br />
<br />
Vale la pena spendere due parole su questo Roberto A., poiché è la persona che nel 2009 mi segnalò al garante della privacy perché quasi quattro anni prima avevo pubblicato su Allarme Scientology un <a href="http://xenu.com-it.net/txt/ildiko.htm" target="_blank">articolo</a> in cui la mia intervistata citava Enza G., zia di Roberto A., avvocata torinese di fama, a sua volta OT 8. <br />
<br />
Come ben sappiamo, Scientology promette che a OT 8 il <i>thetan</i> agisce <b>senza i limiti</b> imposti dal corpo fisico. Zia Enza però, morì di tumore. Un evento che colpì in modo traumatico la mia intervistata, che cominciò a porsi domande sul percorso spirituale intrapreso. <br />
<br />
Ma queste cose in Italia non si devono dire, perché violano la privacy di una OTVIII di Scientology, la quale "<b>scelse di sua volontà</b>" di morire di tumore quasi 20 anni fa. Così Roberto A. mi segnalò al garante della privacy il quale, visto che avevo scritto nome puntato e cognome per esteso invece del contrario (nome per esteso e cognome puntato), emise una sentenza a mio sfavore (senza sanzioni... almeno quello) e la pubblicò sul suo sito facendo il mio nome, cognome e indirizzo (alla faccia della privacy).<br />
<br />
Quella sentenza fu talmente inconsistente che nemmeno chi l'aveva istigata (penso infatti che Roberto A. si fosse soltanto prestato - ieri come oggi - agli scopi di qualcun altro) l'ha mai citata. È stata invece pubblicizzata da due "antisette":<br />
<b>-</b> Gianni Leone di mondoraro.org (qualcuno sa che fine ha fatto? Un paio di anni fa sembrava divenuto il nuovo eroe della SAS - <b>Setta Anti Sette</b> - ma è sparito nel nulla da cui era venuto);<br />
<b>-</b> Lorita Tinelli del CeSAP, il mediatico centro studi abusi psicologici di Noci, minuscolo comune agricolo perso tra i trulli delle Murge meridionali.<br />
<br />
Torniamo a Roberto, OT 8 di Scientology, quel livello che dovrebbe trasformare in semi-dei i pochi fortunati che possono permettersi di spendere cifre esorbitanti per raggiungerlo.<br />
<br />
Questo esemplare di massima illuminazione scientologica e paladino della privacy, fa <a href="http://eticaeverita.wordpress.com/2011/11/26/squirrel-senza-vergogna-parte-seconda/" target="_blank">pubblicamente</a> pelo e contropelo alla sorella, mentre si dichiara a lei legatissimo ("<i>Io ed Eliana siamo sempre stati molto uniti e ci siamo dati grande aiuto e supporto a vicenda</i>"). <br />
<br />
A suo dire, "<i>quei bastardi degli Indipendenti l’hanno portata via!</i>" e grida il suo inconsolabile dolore: "<i>Mia sorella ha disconnesso da me!!! Cari Indipendenti vergognatevi</i>". <br />
<br />
Quando l'ho letto non riuscivo a credere ai miei occhi, pensavo fosse un'allucinazione. Invece l'illuminato Roberto ha scritto proprio quelle cose: la quarantacinquenne sorella Eliana non aveva abbandonato la Chiesa di Scientology e non si era unita agli Indipendenti per una sua scelta ragionata e autodeterminata (lei che è una OT 7). No, Eliana era stata "<i>portata via</i>" da quei "<i>bastardi degli Indipendenti</i>". <br />
<br />
Proprio come tanti parenti preoccupati accusano quella "<i>bastarda</i>" di Scientology di "<i>portare via</i>" i propri cari.<br />
<br />
Scopriamo che Roberto è esterrefatto dalla decisione della sorella di <i>disconnettere</i> da lui. Eliana ha cambiato numeri di telefono e non risponde alle mail del fratello. Evidentemente, consapevole del "maneggiamento" a cui verrebbe sottoposta dagli emissari della sua chiesa (in primis, il fratello), Eliana ha deciso di preservare la sua privacy (tanto cara a Roberto) e la sua <b>tranquillità</b>.<br />
<br />
Quello che stupisce è che proprio Scientology rivendica a gran voce il <b><a href="http://xenu.com-it.net/txt/disconnessione.htm" target="_blank">diritto a disconnettere</a></b>. I portavoce della chiesa dicono che ogni decisione in questo senso presa dai suoi fedeli nei confronti dei propri familiari è del tutto autonoma. Evidentemente, anche questa - come tante altre affermazioni e rivendicazioni di diritti invocati dalla Chiesa di Scientology - vale solo a senso unico.<br />
<br />
Senz'altro notevole è l'appello dell'OT 8 Roberto, che scrive: <br />
</div><blockquote><i>Cari Indipendenti vergognatevi per ciò che avete fatto, per aver rovinato una famiglia [...] mia sorella è stata abbindolata [...] Eliana spero che un giorno tu rinsavisca e ti renda conto del male che stai cagionando a me e alla mia famiglia. A voi squirrel di m... [...] auspico solo che prima o poi realizziate in che razza di girone dell’infermo vi siete cacciati.</i></blockquote><div align="JUSTIFY">Mi pare di leggere gli angosciati appelli dei parenti, convinti che il proprio familiare sia stato abbindolato, drogato o ipnotizzato da "<i>quei bastardi</i>" di Scientology fino ad annullarne la volontà (e rovinando una famiglia). Perché vale la pena ricordare che la Chiesa di Scientology nega che esista la possibilità di manipolare l'altrui volontà senza l'uso di <b>droghe</b>, <b>violenze</b> o <b>ipnosi</b>. Le implicazioni sottese alle affermazioni di Roberto sono evidenti.<br />
<br />
Non pago, il paladino della privacy Roberto A., OT 8 di Scientology, il 28 novembre <a href="http://eticaeverita.wordpress.com/2011/11/28/squirrel-senza-vergogna-parte-terza/" target="_blank">rincara</a> la dose.<br />
<br />
Non so a quali "nefandezze" l'uomo si riferisca. La dichiarazione di Eliana e i commenti che seguono non accennano minimamente a <b>questioni private</b>. Lo fa invece Roberto, l'OT 8 di Scientology e paladino della privacy (della zia defunta, ma evidentemente non della sorella in vita).<br />
<br />
Bene, anzi, male perché si tratta di uno spettacolo penoso. <br />
<br />
Penoso per il conflitto creatosi tra fratelli, che sicuramente si vogliono bene e che Scientology - da una parte o dall'altra - ha messo uno contro l'altro.<br />
<br />
Penoso perché questi due fratelli (rispettivamente OT 7 e OT 8) dovrebbero essere - in base alle costosissime promesse di Scientology - dei "grandi esseri" (secondo Hubbard, uno scientologist sta a una persona normale, come una persona normale sta a un caso da manicomio). Invece ci appaiono come due poveracci presi (e magari sfruttati, usati) in un gioco più grande di loro, che non sanno gestire.<br />
<br />
Penoso perché il "fratello ortodosso", quello superiore come "grado spirituale", getta fango sulla sorella, colpevole di avere un'opinione diversa dalla sua, ossia di "pensare con la propria testa", esortazione che Hubbard ripete costantemente nei suoi testi.<br />
<br />
Grande solidarietà umana a entrambi. Sono convinta che entrambi stiano soffrendo e non poco. Viene però da chiedere: Roberto, tu che sei OT 8 e quindi un essere che come abilità ed etica è infinitamente <b>superiore a noi comuni mortali</b> e inoltre sei uno strenuo <b>paladino della privacy</b>, perché cerchi di <b>sputtanare pubblicamente tua sorella</b>, che dici di amare tanto? <br />
<br />
Le questioni di famiglia sono private e in privato vanno risolte, rispettando la dignità delle persone e i tempi di decantazione necessari, cioè - come dite in Scientology, "concedendo beingness".<br />
<br />
E ancora, perché coinvolgi anche <b>tua figlia</b> in questa indecorosa diatriba? Voi scientologist vi ritenete le persone di gran lunga più etiche sul pianeta, perché proprio <b>tu che sei OT 8 ti presti a questo scempio</b>? <br />
<br />
È difficile restare indifferente a questo tentativo di massacro. Qui abbiamo due persone, fratello e sorella, che incarnano <b>il massimo livello di consapevolezza spirituale</b> offerto da Scientology. Lei si limita a informare la platea della sua decisione, della sua presa di distanza dalla struttura ufficiale della chiesa, lui risponde con delle nefandezze. Uno spettacolo penoso. Uno spettacolo che ci mostra cosa si ottiene con l'applicazione dei precetti del fondatore di Scientology.<br />
<br />
Sorge una facile ironia: perché un OT 8 di Scientology, causa sul MEST, dotato di poteri straordinari tra cui la telepatia [1], deve dipendere dal telefono e dalla e-mail per comunicare con sua sorella pure lei Thetan Operante? Eppure Scientology sostiene che gli OT sono in grado di comunicare telepaticamente con vivi, morti, moribondi e persino feti, come attestano anche le <a href="http://xenu.com-it.net/txt/poteriot.htm" target="_blank">Storie di successo OT</a> pubblicate dalle riviste interne. Ma alla fine scopriamo che anche gli OT devono ricorrere a una penosissima "radio serva" via web.<br />
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<br />
Note:<br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br />
[1] In Storia dell'Uomo Hubbard scrive: "I thetan comunicano mediante telepatia. Possono spostare oggetti materiali dirigendo un flusso di energia su di essi. Possono viaggiare a velocità molto elevate. Non sono vincolati da atmosfere o temperature." </span></span><br />
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</div>Simonetta Pohttp://www.blogger.com/profile/13000408822511849578noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1421285090802206048.post-58954925470657926402011-12-02T15:17:00.032+01:002011-12-27T12:51:31.949+01:00RAI TV - Storie Vere: Sette e Santoni<p ALIGN="JUSTIFY">Nella rubrica "Storie Vere" di Uno Mattina, rotocalco di Rai Uno, si è parlato di <a href="http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-2536a90a-17ac-4bd8-aaa7-e623c8f51791.html" TARGET="_blank">sette e di plagio</a>.<br />
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Presenti in studio due vittime di "sette", Don Aldo Bonaiuto (il prete "antisette" e referente della polizia di Stato) e la psicologa <a href="http://www.dimarzio.it/srs/" TARGET="_blank">Raffaella Di Marzio</a>, studiosa di levatura internazionale di Nuovi Movimenti Religiosi e rappresentante della SIPR, Società Italiana di Psicologia della Religione.<br />
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Vi trasmetto alcune riflessioni che ho buttato giù mentre assistevo al programma.<br />
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Apertura con i racconti di tre persone che si sono presentate come delle vittime di setta:<br />
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- Intervista registrata a Maria Pia Gardini che ha ripercorso la <b>sua </b>visione di Scientology. L'essere giunta ai massimi livelli di Scientology, l'aver audito Travolta, l'averci speso 1.840.000 dollari, ecc. Eventi che già ben conosciamo. Gardini ci informa che lei, ora, combatte Scientology con ogni sua residua forza e ha anche "tirato fuori" 52 persone. <br />
<br />
- Una donna mascherata che racconta di un gruppo di preghiera presumibilmente cattolico in cui, ragazzina 12enne, l'aveva portata la madre, nel totale disinteresse del padre. Alla fine la giovane divenne oggetto sessuale del leader, dando anche alla luce dei bambini; <br />
<br />
- Una ex appartenente al gruppo R.E. Maia, di Danilo Speranza, "guru" in custodia cautelare da oltre un anno e mezzo e in attesa di processo.<br />
<br />
Dopo questa immersione nelle storie dell'orrore e dopo aver riscaldato l'<b>emotività</b> dei presenti e dei telespettatori a casa, si arriva ora al dibattito in studio. I conduttori dicono che da più parti si chiede una legge sul plagio per cercare di contrastare esperienze come quelle riportate. Poi si chiede alla Di Marzio: "<i>Lei non è d'accordo, perché?</i>" (Sorpresa! come si fa a non essere d'accordo dopo quel che abbiamo visto?)<br />
<br />
Di Marzio spiega perché una legge di questo tipo non risolverebbe affatto il problema e rischierebbe di criminalizzare gruppi interi e quindi degli innocenti. I singoli reati vanno puniti, ma bisogna smetterla di parlare di sette contrapposte alle religioni, quasi esistesse una demarcazione netta.<br />
<br />
L'affiliazione spiritual/religiosa, perché è di questo che si sta parlando, ha lati positivi e lati negativi. Quelli che abbiamo sentito sono i lati negativi che purtroppo esistono, ma esistono anche quelli positivi di cui non si parla. <br />
<br />
In Italia, dice la Di Marzio, non esiste un <b>allarme sociale</b> delle sette. Il pubblico in sala, dopo ciò che gli è stato fatto vedere, protesta. Di Marzio spiega che esiste sicuramente un fenomeno ed esistono le sue problematicità, ma che l'allarme sociale è un'altra cosa. È allarme sociale la mafia, l'usura, la droga, ma non le sette [1].<br />
<br />
Inoltre, c'è il grosso problema insito nella surrettizia distinzione tra setta e religione. Al centro di ascolto della Di Marzio telefonano infatti persone che hanno problemi con sacerdoti cattolici e con gruppi cattolici. Allora, come distinguere una religione rispettabile da una setta pericolosa?<br />
<br />
Infine, i numeri dati sulla quantità di sette presenti in Italia. Si è tornati alle famose <b>600 sette</b>, che come abbiamo visto in un post <a href="http://iltemperinodioccam.blogspot.com/2011/11/aabbcc.html" TARGET="_blank">precedente</a> non sono affatto "sette" ma religioni minoritarie. Questi numeri contribuiscono a <b>creare allarmismo</b>, e l'allarmismo è prodromo di invocazione di leggi speciali di cui non abbiamo bisogno.<br />
<br />
L'intervistatore allora chiede a Bonaiuto (spesso inquadrato mentre sorride sarcastico e con aria di superiorità alle parole della studiosa) quante sette ci sono in Italia, visto che il prete ci ha anche appena scritto un <a href="http://www.famigliacristiana.it/informazione/i-grandi-servizi/dossier/sette-in-italia_120711164006.aspx" TARGET="_blank">libro</a>. <br />
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Nel libro Bonaiuto parla addirittura di 8.000 sette, ma in trasmissione si astiene dal "<i>dare i numeri</i>" e dice che non si può sapere quante sono le sette, perché tantissime sono "<i>occulte</i>". <br />
<br />
Considerazione personale: se sono occulte, come facciamo a sapere che esistono? Come possiamo contarle? Come verificare la sua affermazione?<br />
<br />
Il prete cattolico Bonaiuto continua a parlare di "pseudo-religioni". Le sette, a suo dire, sono delle "pseudo-religioni" perché ingannano, truffano, riducono in schiavitù psicologica i propri membri.<br />
<br />
Considerazione personale: la storia della chiesa cattolica ce la siamo dimenticata? I suoi preti pedofili, coperti per decenni dal Vaticano? E i gruppi come i Legionari di Cristo, ufficialmente riconosciuti, ma costantemente nell'occhio del ciclone?<br />
<br />
La Di Marzio cerca di spiegare il suo pensiero, ma viene aggredita verbalmente da alcuni tra il pubblico. La accusano di difendere dei criminali e uno dice che non andrebbe mai da lei a farsi aiutare per un problema di sette. Le voci si accavallano, è una fase concitata.<br />
<br />
Sentendo quelle cose e guardando le facce infervorate di chi le urlava contro, mi è venuto il malevolo sospetto che il prete si fosse portato la <i>claque</i>. Un pubblico neutro non interviene di sua sponte con tale animosità contro una studiosa che sta cercando di esporre la sua opinione e, soprattutto, le conclusioni della scienza.<br />
<br />
L'emotività creata ad arte in studio è altissima e questo mi pare un dato interessante. Ci fa capire alcune cose, tra cui:<br />
<br />
a) personaggi emotivamente molto carichi come Bonaiuto (che tira in ballo anche il <b>demonio</b>) riescono ad arringare la folla, mentre il freddo uso della ragione della Di Marzio sembra fare poca breccia nei presenti; <br />
<br />
b) il linguaggio della ragione non è solo <i>emotivamente freddo</i>, ma richiede spiegazioni lunghe e articolate, mentre il linguaggio dell'emotività (o della "pancia", contrapposta alla "testa") può limitarsi a brevi slogan e frasi fatte. I cosiddetti <i>clichè blocca-pensiero</i>.<br />
<br />
Questo dimostra, ancora una volta, che più che sulle presunte "sette plagiatrici" bisognerebbe riflettere sulle (molte) persone che reagiscono su base puramente emotiva, proprio come coloro che finiscono "vittime" di certi gruppi detti "sette" [2].<br />
<br />
Anche Bonaiuto tende a presentarsi come vittima di soprusi e non so che altro. Soprusi derivanti dal solo fatto che lui e "<i>altre associazioni aiutano le vittime delle sette</i>" e le "<i>accolgono</i>" (ha usato più volte questo termine, reminiscente di calore umano e comprensione). <br />
<br />
In due occasioni, Bonaiuto si è pretescamente rivolto quasi implorante alla Di Marzio chiedendole di trovare una strada per poter collaborare "<i>per il bene delle vittime</i>". Un invito sorprendente inopportuno dal momento che la Di Marzio è <b><a href="http://raffaelladimarzio.blogspot.com/2011/03/calunniate-calunniate-qualche-cosa.html" TARGET="_blank">vittima</a></b> di una "setta", la <b><a href="http://raffaelladimarzio.blogspot.com/search/label/Tanti%20Tasselli%20per%20un%20grande%20Mosaico" TARGET="_blank">setta degli antisette</a></b>, ben rappresentata in trasmissione proprio da Bonaiuto. Infatti l'ecumenico Bonaiuto dovrebbe sapere che:<br />
<br />
- la Di Marzio fu messa nelle condizioni di andarsene dal GRIS (già Gruppo Ricerca e Informazione sulle Sette, ora Gruppo di Ricerca e Informazione Socio Religiosa, riconosciuto dalla CEI) perché la sua linea di pensiero non accettava quella intransigente e fondamentalista dei colleghi preti di Bonaiuto, che vedono Satana <b>in ogni gruppo</b> e forniscono "aiuto alle vittime" con il fine di riportarle in seno di Santa Madre Chiesa (altrimenti non ne vale la pena);<br />
<br />
- quando la Di Marzio cominciò a collaborare con il <a href="http://www.cesnur.org" TARGET="_blank">CESNUR</a> fu <b>ostracizzata</b> e <b>diffamata</b> dalle "associazioni antisette" che Bonaiuto rappresentava in trasmissione. Per alcuni anni ho frequentato l'ambiente e conosco la corrente continua di pettegolezzi e maldicenze contro la studiosa romana; quando le <a href="http://xenu.com-it.net/txt/rdm_solidarieta.htm" TARGET="_blank">espressi</a> pubblicamente la mia solidarietà per gli eventi del 2008, fui accusata di essere "sua amica" e a mia volta <b>ostracizzata</b> e <b>diffamata</b>;<br />
<br />
- il prete Bonaiuto sa che la Di Marzio è stata ingiustamente inquisita dalla procura di Bari per avere osato cantare fuori dal coro delle "associazioni antisette" (cioè la "setta antisette") e che quell'abnorme procedimento - archiviato su richiesta del PM per <b>insussistenza</b> di notizia di reato - fu istigato da personaggi afferenti proprio a quel mondo antisette che lui rappresentava in trasmissione. <br />
<br />
Ascoltando la trasmissione, mi è parso che il livello della discussione si sia svolto su due piani distinti. Piani che i due conduttori non hanno saputo distinguere, conciliare, riordinare.<br />
<br />
Da una parte la Di Marzio che ha parlato di leggi dello Stato, della pericolosità di leggi speciali, di allarmi sociali artatamente costruiti dai media su numeri falsi o non verificabili (per altro forniti dalle "sette antisette"). <br />
<br />
La Di Marzio non ha mai negato l'esistenza di gruppi problematici, di influenze indebite e manipolazioni, ha solo detto che chi delinque va punito e che leggi idonee esistono già, che occorre fare informazione e prevenzione, che bisogna rivolgersi alle famiglie perché è lì che si fa l'educazione ed è lì che tante volte nascono i problemi che spingono le persone verso certi gruppi. <br />
<br />
A mio avviso non le è stato consentito di articolare compiutamente questo discorso, mentre la tesi opposta ha goduto di una presentazione lunga 21 minuti. Bonaiuto tendeva continuamente a toglierle la parola, a sovrastarla e a deviare l'attenzione. <br />
<br />
L'altro piano della discussione era puramente emotivo: siccome le storie delle tre persone ascoltate in apertura appaiono oggettivamente atroci, allora bisogna brandire il metaforico forcone e partire alla caccia del malvagio manipolatore. Cioè invocare una legge sul "plagio" (a suo tempo già cassata perché ritenuta giuridicamente un obbrobrio). Il ragionamento pro legge è semplice, o meglio semplicistico: non è credibile che persone intelligenti si comportino come ci hanno raccontato, quindi erano state manipolate fino ad annientarne la volontà.<br />
<br />
Considerazione personale: ascoltando don Aldo Bonaiuto, mi pareva di sentire un tipico manipolatore di emotività/coscienza, uno di quei manipolatori che fanno la fortuna delle "sette": vocina sottile, apparente bonarietà pretesca (contrapposta a ciò che gli si leggeva in faccia), il premere continuamente il tasto emotivo ("poverino, lui è uno che si dà tanto da fare per aiutare queste povere anime in pena").<br />
<br />
Bonaiuto ha anche fatto un'affermazione piuttosto avventata, tipica dell'armamentario persuasivo degli imbonitori: da quando hanno iniziato a chiedere la legge sul plagio, "<i>le associazioni</i>" sarebbero "<i>sotto assedio</i>". L'affermazione è veramente forte, fa pensare a gente chiusa in casa, protetta dalla polizia, che si deve guardare costantemente alle spalle. <br />
<br />
"<i>Di che tipo di assedio si tratta?</i>" gli è stato chiesto. Di "<i>calunnie e diffamazioni in Internet</i>", ha risposto Bonaiuto. Ah beh, allora...<br />
<br />
Immagino che anche queste mie parole verranno da lui interpretate come parte di quell'"<i>assedio</i>", benché le mie siano semplici opinioni personali e, al più, critiche articolate. Come quelle che ho sempre fatto quando ho parlato di "associazioni antisette". <br />
<br />
Sempre in tema di santoni e "affiliazioni pericolose", il prete-pretesco Bonaiuto ha detto che bisogna diffidare dei "<i>mediatori</i>", di chi dice di parlare con la Madonna e di veicolare messaggi divini. Sarebbe questo il fattore chiave che distingue la vera-religione dalla pseudo-religione nociva. <br />
<br />
Al che viene da chiedere: Gesù Cristo dove lo mettiamo? E Padre Pio e tutti i santi cattolici? Secondo don Bonaiuto sarebbero tutti esponenti di pseudo-religioni e sette pericolose.<br />
<br />
In effetti, i giudei (con l'aiuto dei romani) inchiodarono Gesù alla croce perché rappresentava una "setta" pericolosa per l'ordine costituito. Sia spirituale che politico. Lo stesso trattamento che don Bonaiuto pare voglia riservare - con l'aiuto dello Stato laico e dell'emotività populista alla "<i>Volete libero Gesù o Barabba?</i>" - a quegli indirizzi spirituali diversi dal suo. La sua "Vera Religione" vs le infingarde "Pseudo-Religioni".<br />
<br />
A me pare che Bonaiuto, come le "sette", si senta depositario della verità e si arroghi il diritto di distinguere i buoni dai cattivi.<br />
<br />
La trasmissione si è conclusa con le interviste in studio a tre persone che sono state presentate come l'emblema stesso della serenità e della pace interiore: due appartenenti al movimento per la Coscienza di Krishna (Hare Krishna) e una appartenente al movimento di Rael. I tre hanno spiegato che cosa fanno, in che cosa credono, ecc. con tanti complimenti dei conduttori e tanti applausi del pubblico.<br />
<br />
Però attenzione: Hare Krishna e raeliani sono da sempre accusati dalle "associazioni antisette" di essere tra le "sette" <b>più pericolose</b> al mondo.<br />
<br />
<br />
Note:<br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br />
[1] In passato ho avuto modo di discutere con prestigiosi giornalisti italiani di questo presunto allarme. Con mio [all'epoca] vivo stupore mi hanno detto che loro, come addetti a "sentire il polso del paese", questo allarme non lo avvertono. È interessante anche rilevare come parecchie "associazioni antisette" nostrane si stiano dedicando più ad altro che non alle sette: pedofilia, pedopornografia, mobbing, "abusi psicologici" in generale. Viene da pensare che "l'allarme sette" non sia percepibile nemmeno all'interno dei gruppi antisette.<br />
<br />
[2] In merito al "Linguaggio della Ragione" contrapposto al "Linguaggio della Pancia/emotività", mi è venuto in mente l'interessantissimo dibattito interno al <a href="http://www.cicap.org" TARGET="_blank">Cicap</a> su come comunicare mediaticamente l'uso costante della ragione, una volta verificato che l'atteggiamento della vecchia guardia cicappina (es. Roberto Vacca e Steno Ferluga) era risultato inefficace.</span></span><br />
<br />
</P>Simonetta Pohttp://www.blogger.com/profile/13000408822511849578noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1421285090802206048.post-6839151602419267902011-11-18T11:49:00.005+01:002012-04-10T10:11:05.799+02:00Intervista di Maurizio Alessandrini, fondatore del FAVIS<p ALIGN="JUSTIFY">Alcune settimane fa ho postato i <a href="http://iltemperinodioccam.blogspot.com/2011/11/dddd.html" target="_blank">link</a> all'intervista a Fabio Alessandrini, figlio di Maurizio fondatore della FAVIS, e <a href="http://groups.google.com/group/free.it.religioni.scientology/msg/5d35bbb5865c050e?hl=it" target="_blank">alcuni estratti</a> delle cose che ha detto durante l'intervista.<br />
<br />
Ora ho trovato un'intervista radiofonica (<a href="http://www.youtube.com/watch?v=qeDlX70SN8A" target="_blank"><b>prima</b></a> parte, <a href="http://www.youtube.com/watch?v=0oaYplVthrg&feature=related" target="_blank"><b>seconda</b></a> parte) a Maurizio, il padre, rilasciata circa una settimana <b>prima</b> della decisione del figlio di parlare pubblicamente per la prima volta.<br />
<br />
Ascoltando ciò che dice il padre e le sue accuse, diventa ora più chiaro perché Fabio, nella sua successiva intervista, si è tanto dilungato sugli aspetti della vita sessuale dei genitori, cosa che a me era risultata all'epoca poco comprensibile e mi aveva decisamente infastidita.<br />
<br />
Le parole e il pensiero di Maurizio Alessandrini (il padre) sono molto interessanti perché rendono chiare le motivazioni delle associazioni antisette per la reintroduzione del reato di plagio abolito (con giusta ragione) oltre 30 anni fa. Sono parole che mi fanno rabbrividire e mi fanno ulteriormente riflettere su quanto una legge del genere sarebbe liberticida. Non sarebbe una legge a tutela della "<i>mente umana</i>", ma servirebbe a impedire alle persone di credere a ciò che vogliono. Nel caso si impuntassero a volerlo fare verrebbero punite dalle legge e con loro sarebbero puniti i propugnatori di filosofie, dottrine, credenze e pratiche che si discostano dalla "vera religione", qualunque essa sia.<br />
<br />
Alessandrini sostiene che è sempre necessario conservare lo spirito critico, anche per il bene della democrazia. Sono del tutto d'accordo. Non si offenderà quindi Alessandrini se uso il pensiero critico per analizzare molto brevemente le sue parole (<a href="http://groups.google.com/group/free.it.religioni.scientology/msg/b24987a4ef5a370b?hl=it&" target="_blank">qui</a> la trascrizione quasi integrale della sua intervista, su cui invito tutti a riflettere utilizzando il loro spirito critico).<br />
<br />
<b>A)</b> I numeri: Alessandrini cita uno studio da cui risulterebbe che un milione e mezzo di persone sono coinvolte in sette che distruggono la mente. Si tratterebbe di un "<i>cancro sociale</i>" di cui i politici non si interessano. Alessandrini non cita gli autori dello studio, ma noi sappiamo chi sono (se ne è anche <a href="http://groups.google.com/group/free.it.religioni.scientology/msg/80fda4b50f113af4?hl=it" target="_blank">parlato qui</a>).<br />
<br />
Il <a href="http://www.cesnur.org/religioni_italia/introduzione_01.htm" target="_blank"><b></b>censimento</a> del "<i>circa un milione e mezzo di aderenti</i>" è a cura del CESNUR. Il numero si riferisce agli appartenenti a <b>minoranze religiose</b> (scendere un po' per trovare le tabelle). Tra di essi, 409.000 protestanti, 107.000 buddisti, quasi 200.000 tra cristiani ortodossi o altri non riformati, ebrei, musulmani, tradizioni orientali varie.<br />
<br />
A sentire Alessandrini, però, si tratterebbe indistintamente di "sette" che praticano il "menticidio" e perciò seminano "<i>vittime</i>". Che lui difenderebbe.<br />
<br />
Il mio senso critico mi porta a temere che il risultato del discorso di Alessandrini sia la generazione di panico morale. Dipinge una realtà di "<i>cancro sociale</i>" che in effetti non esiste, a meno di non voler considerare cancerogeno chi si discosta dalla "vera religione" (cattolica? La sua?).<br />
<br />
<b>B)</b> Gli unici esempi italiani che Alessandrini e il giornalista fanno del plagio di cui si macchierebbero indistintamente le minoranze religiose sono Mamma Ebe, un non meglio identificato santone brasiliano, delle ancor meno identificate "sette sataniche" e naturalmente il figlio di Alessandrini, Fabio, che sarebbe stato plagiato, ipnotizzato, usato sessualmente e ridotto a una "regressione infantile" ("<i>peggio di un bambino</i>") dalla sua "santona".<br />
<br />
<b>C)</b> Secondo Alessandrini, tutte queste "sette" sarebbero l'incarnazione stessa del <b>Male</b>, cioè di Satana. Tutte le "sette" sarebbero quindi delle "altre forme" di satanismo. Aggiunge poi che "<i>il satanismo è un movimento che è anche a livello mondiale e che gestisce un certo potere.</i>" Un potere che "il satanismo" (??) condividerebbe con il sempreverde complotto giudaico/massonico (i giudei non vengono nominati, si parla di "<i>grandissima economia</i>" ma direi che il concetto sottostante non cambia) e con gli ideali del nazismo.<br />
<br />
Anche in questo caso, mi pare che l'esito del discorso di Alessandrini sia il panico morale. Paventa infatti complotti occulti e gli spettri di un passato le cui cause lui attribuisce alle credenze <b>esoteriche di Hitler</b> e delle SS, che sarebbero state un "<i>ordine monacale</i>".<br />
<br />
Alessandrini mi voglia perdonare, ma fatico a vedere differenze tra i suoi ragionamenti e quelli del <b>CCDU di Scientology</b> contro la psichiatria, considerata una "<a href="http://www.ccdu.org/psichiatria-industria-morte#" target="_blank">industria di morte</a>", o alla generale visione del mondo di L. Ron Hubbard, il fondatore di Scientology.<br />
<br />
<b>D)</b> Poi Maurizio Alessandrini passa a spiegare perché lui, "<i>uomo della strada</i>", si è interessato di sette, tanto da diventarne così esperto da essere audito in Senato (ed essere diventato referente della Squadra Anti Sette della Polizia di Stato assieme a Don Aldo Bonaiuto).<br />
<br />
Il figlio di 24 anni si unì a un gruppo di preghiera inviso ai genitori e a un certo punto abbandonò la casa materna per trasferirsi nella nuova comunità. A detta del padre, lo fece perché fu "<i>plagiato</i>" e "<i>ipnotizzato</i>" dalla "<i>santona</i>", di cui diventò trastullo sessuale.<br />
<br />
Maurizio Alessandrini descrive un rituale di iniziazione a cui fu presumibilmente sottoposto il figlio, che però gli è stato riferito da una ex appartenente. Questo rituale, che presumo sia avvenuto parecchi anni fa, pare abbia totalmente spezzato la volontà del ragazzo, che ancora oggi (devo presumere) resterebbe nel gruppo non di sua vera volontà, ma perché manipolato - anche a livello endocrino.<br />
<br />
Una umile studentessa di antropologia quale io sono, che ha dato soltanto tre esami quindi è agli inizi-inizi, non può esimersi dal pensare alla grande quantità e varietà di riti iniziatici e di passaggio che si compiono in ogni società, dove il rito sancisce proprio il passaggio, la trasformazione da uno stato precedente a uno successivo. Se dovessimo sanzionare tutti i riti iniziatici e di passaggio perché sintomatici di "menticidio" credo che dovremmo mettere in galera i quattro quinti della popolazione mondiale, o forse più. A iniziare dal battesimo e dalla cresima cattolici.<br />
<br />
Non posso nemmeno esimermi dal pensare, utilizzando proprio quello spirito critico a cui si appella Alessandrini, alle figure dei santi tanto cari ai cattolici, che raggiungevano l'estasi proprio tramite il <b>digiuno</b> e la <b>flagellazione</b> del corpo, la negazione dei suoi bisogni (sonno, cibo, sessualità). Non posso non pensare a chi indossa quotidianamente il <b>cilicio</b> o ai <a href="http://www.google.it/search?q=flagellanti&hl=it&biw=1024&bih=612&prmd=imvns&tbm=isch&tbo=u&source=univ&sa=X&ei=vEq-Tsi1O4vu-ga9yL3jBA&sqi=2&ved=0CCwQsAQ" target="_blank">Flagellanti</a> (le loro processioni sono note), a chi sceglie la <b>vita di clausura</b> - scandita dalle preghiere a notte fonda. Con buona pace del giusto riposo.<br />
<br />
E non posso non pensare a Gesù Cristo stesso, ai suoi 40 giorni di digiuno e contemplazione nel deserto. Secondo i cattolici, il Cristo e i santi dovrebbero esserci da esempio, ma quando poi la gente comincia a farlo sul serio... allora secondo alcuni è "plagiata".<br />
<br />
Penso a che cosa sarebbe successo se all'epoca di Gesù fosse esistita una legge sul "plagio" (magari in fondo esisteva... visto che fu inchiodato a una croce perché considerato sovversivo dell'ordine costituito... come i "plagiati" odierni), o se fosse esistita all'epoca di San Francesco, che pure devolvette tutte le sue ricchezze ed era convinto di dialogare con gli animali... San Francesco è, appunto, un santo molto caro. Ma oggi verrebbe considerato un plagiato, un ipnotizzato, un fuori di testa. Magari l'accusatore principale sarebbe il padre. <br />
<br />
Tornando a Maurizio Alessandrini, mi pare che tutto il suo discorso faccia leva sull'<b>emotività</b>, sulla <b>paura</b>... che sia un discorso che tende a colpire la <b>parte irrazionale</b> di noi e quindi sia un discorso persuasivo... cioè manipolativo.<br />
<br />
A ben pensarci (utilizzando lo spirito critico), si direbbe che anche Alessandrini pare essersi auto-investito di una "missione salvifica universale" e voglia portare avanti il suo discorso "manipolando le menti" di chi lo ascolta. Per "manipolare la mente", e un esperto del calibro di Alessandrini - audito in Senato - deve saperlo, bisogna necessariamente passare dal cuore. Ed è ciò che lui fa in tutta la sua intervista, ben coadiuvato dal giornalista che lo sta intervistando. Alessandrini parla "col cuore in mano"... fa leva sulle paure ancestrali (Satana, il "diverso", il male incarnato dal nazismo) e sulla famiglia. Non cita un solo elemento razionale, obiettivo, scientifico. E, quando prova a farlo (i numeri del punto <b>A</b>) non fornisce elementi di riscontro ma anzi, <b>stravolge il senso</b> di un censimento che in realtà dice tutt'altro.<br />
<br />
All'inizio dell'intervista, Alessandrini dice che la manipolazione mentale sarebbe "<i>lo strumento per entrare nell'individuo, per portare l'individuo <b>a credere all'incredibile</b> e accettare l'inaccettabile per chi è al di fuori di quelle situazioni</i>". A ben pensarci, mi pare che anche lui stia cercando di farci credere all'incredibile e ad accettare l'inacettabile, cioè che esistano tecniche e pratiche capaci di annullare totalmente la nostra volontà. Ma la scienza, quella razionalità critica che dovremmo seguire, non ha mai trovato evidenze che ciò sia possibile. Come non le ha trovate dei poteri taumaturgici di certi carismatici, o dei poteri "malefici" di diavoli e affini.<br />
<br />
Esistono sicuramente persone fragili, persone più influenzabili di altre, ma già la legge prevede <a href="http://xenu.com-it.net/txt/simonetta_po_perizie_psichiatriche.pdf" target="_blank">strumenti idonei</a> alla loro tutela.<br />
<br />
La "manipolazione mentale" sicuramente esiste, nel senso che tutti i gruppi sociali la praticano, perché tutti i gruppi sociali socializzano, "addestrano", "programmano" al proprio pensiero, ai propri usi e costumi. Anche le associazioni antisette.<br />
<br />
Il problema sorge quando si devono porre dei paletti. A chi spetta il compito? Su quali basi?Simonetta Pohttp://www.blogger.com/profile/13000408822511849578noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1421285090802206048.post-73199777417698181642011-11-12T10:39:00.007+01:002011-12-27T17:14:47.163+01:00I gruppi anti-sette e l'intervista di Fabio Alessandrini<p ALIGN="JUSTIFY">Nel post <a href="http://iltemperinodioccam.blogspot.com/2011/11/dddd.html" TARGET="_ blank">precedente</a> ho pubblicato i link dell'intervista a Fabio Alessandrini (e stralci della stessa) il quale per la prima volta dopo 11 anni di accuse del padre Maurizio aveva deciso di far sentire la sua versione dei fatti. (Qui la <a href="http://groups.google.com/group/free.it.religioni.scientology/msg/b24987a4ef5a370b?hl=it&" TARGET="_ blank">trascrizione</a> dell'intervista di Maurizio Alessandrini)<br />
<br />
Nel mio intervento si evince chiaramente (l'ho pure scritto) che non acquistavo a scatola chiusa le affermazioni di Fabio sul suo passato e la sua famiglia, ma solo che ritenevo giusto <b>ascoltare anche</b> l'altra campana. Dopo aver ascoltato per un decennio Maurizio Alessandrini (che è referente della Squadra Anti Sette della Polizia di Stato, è stato <a href="http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=SommComm&leg=16&id=616201" TARGET="_ blank">sentito</a> in qualità di "esperto di sette" e "problematiche della manipolazione mentale" dalla Commissione Giustizia del Senato in tema di DDL 569 - reintroduzione reato di "plagio", ha collaborato con <i>Occulto Italia</I> di Pitrelli e Del Vecchio; infine la FAVIS è federata FECRIS), valeva senz'altro la pena ascoltare anche il figlio. <br />
<br />
Oserei dire che sarebbe imperativo che la Commissione Giustizia ascoltasse anche Fabio Alessandrini, visto che il padre lo ha reso emblema di quella <b>manipolazione mentale</B> per cui auspica una legge fortemente punitiva.<br />
<br />
A distanza di un mesetto dall'intervista di Fabio, vorrei ora commentare la reazione su Internet del <b>mondo antisette</B>, quello che dovrebbe combattere il settarismo - cioè la chiusura a visioni diverse dalla propria. Sono riuscita a trovare due reazioni, ma se ne esistono altre per favore segnalatemele.<br />
<br />
La prima è una <a href="https://groups.google.com/group/exscn/browse_thread/thread/11909904c7f09ca6?hl=it#" TARGET="_ blank"><b>serie di post</b></a> del 16 ottobre 2011 di Maria Pia Gardini su EXSCN, intitolata "<i>OT;LA CATTIVERIA UMANA NON HA LIMITE</I>" <br />
<br />
Maria Pia Gardini, attiva e visibile esponente ARIS (federata FECRIS), mi taccia di "<i>cattiveria indicibile</I>" per aver dato visibilità all'altra campana. L'intervista a Fabio Alessandrini sarebbe una "<i>fogna</I>". Il suo post merita di essere letto, se non altro perché pare scritto da OSA, il temibile <i>Ufficio Affari Speciali</I> di Scientology, quando si occupa di un ex divenuto critico.<br />
<br />
Alcune affermazioni interessanti appaiono nel terzo post della serie, sempre a firma Gardini, secondo cui "<i>un ricercatore, un osservatore o uno studioso equilibrato e intellettualmente onesto, non conoscendo la realtà umana e intellettuale E PROCESSUALE legata a questo caso, si sarebbe dovuto limitare eventualmente a riportare questa testimonianza senza commenti personali di sorta.</I>"<br />
<br />
Con questa frase Gardini afferma implicitamente che lei stessa, così come tutto il mondo antisette a cui appartiene, non rientra nella categoria dei "<i>ricercatori, osservatori o studiosi equilibrati e intellettualmente onesti</I>" giacché è difficile non considerare la parola "<i>fogna</I>" un commento personale. <br />
<br />
La realtà è che ricercatori, osservatori e studiosi sono legittimati a dare giudizi e a trarre conclusioni, purché tengano separati i fatti (e nel caso dell'intervista a Fabio Alessandrini il "fatto" sono le sue stesse affermazioni, vere o false che siano) dalle opinioni personali. <br />
<br />
Poiché Fabio Alessandrini parla della sua vita in famiglia e non della sua vita nel gruppo, conoscere le vicende processuali della sua "santona" è irrilevante in questa sede.<br />
<br />
Gardini dice poi che (maiuscolo in originale): "<i>STRANAMENTE ALL'INDOMANI DELLA PARTECIPAZIONE DEL PADRE PRESIDENTE DELLA FAVIS, ALL'AUDIZIONE DEL 28 SETTEMBRE SCORSO, SU INVITO DELLA COMMISSIONE GIUSTIZUA DEL SENATO, AI FINI DELL'INDAGINE CONOSCITIVA SUL FENOMENO DELLA MANIPOLAZIONE MENTALE DEI SOGGETTI DEBOLI CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLE COSIDETTE "SETTE" CON RIFERIMENTO AL DDL 569. </I>"<br />
<br />
Perché "<i>stranamente</I>"? Come mi faceva notare un osservatore di EXSCN e di free.it.religioni.scientology, non c'è nulla di strano che Fabio abbia deciso di parlare "<i>all'indomani ecc.</I>", anche considerata la lunga <a href="http://www.youtube.com/watch?v=qeDlX70SN8A" TARGET="_ blank">intervista</a> del padre di una settimana prima che lo riguardava direttamente.<br />
<br />
Sono 11 anni che Maurizio Alessandrini/FAVIS porta la sua esperienza (padre di un figlio "plagiato") come simbolo stesso dell'esistenza del plagio, tanto da andare in Senato a perorare la sua causa. Che cosa c'è di strano che il "plagiato per eccellenza" decida di averne avuto abbastanza, visto che una legge del genere lo riguarderebbe in prima persona? Credo che a questo punto la Commissione dovrebbe sentire anche Fabio Alessandrini.<br />
<br />
La seconda "reazione antisette" proviene dal forum CeSAP (associazione federata FECRIS assieme a ARIS e a FAVIS) e a intervenire è la stessa presidente Lorita Tinelli. Il 18 ott. un utente dà il link all'intervista a Fabio pregando di visionarla per farsi un'idea più completa della situazione.<br />
<br />
La <a HREF="http://www.cesap.net/forum//viewtopic.php?f=14&t=1527" TARGET="_ blank">replica</A> della presidente del CeSAP, che elimina i link all'intervista, si commenta da sola e anch'essa ricorda molto ciò che si legge quotidianamente su blog come <a href="http://eticaeverita.wordpress.com/" TARGET="_ blank"><i>Etica e Verità</i></a> di Scientology:<br />
<blockquote><p ALIGN="JUSTIFY"><i>Gentile signora/e "verità nascoste" (siamo messi molto male con la fantasia, visto il numero dei blog che nell'ultimo periodo nascono sotto questo nome, sempre col desiderio di voler far emergere qualcosa di così profondamente nascosto che è così nascosto da doverselo inventare), conosciamo molto bene la storia che riguarda Fabio, anche dal punto di vista documentale e giuridico. Non ci prestiamo quindi alla divulgazione di notizie false e intenti diffamatori. Forse sguazzerebbe meglio negli altri ambienti che, in questi giorni, stanno offrendo tanto piacere a chi sa bene come galleggiare nel fango e soprattutto come lanciarlo sugli altri. Se avesse qualcosa di più costruttivo da raccontarci, sarà la/il benvenuta/o, ma informazioni di questo tenore e con questi obiettivi le vada ad offrire altrove dove, evidentemente, la sua comunicativa e la sua morale saranno più apprezzate.<br />
<br />
Lorita</i> </blockquote><p ALIGN="JUSTIFY">Mi pare che in entrambi i casi la reazione "antisette" (Gardini e Tinelli) sia di chiusura totale verso Fabio e la sua versione dei fatti, la quale sarebbe costituita solo da "<i>notizie false e intenti diffamatori</I>". O peggio, sarebbe una "<i>fogna</I>". Da un lato Fabio viene presentato come una <b>vittima di setta</B> che andrebbe aiutato. Dall'altro come um <b>diffamatore</b> che dice solo falsità. Purtroppo è così che funziona il <b>mondo antisette</B>, che a me ricorda molto il mondo delle "sette" - quello che ti ritiene degno di aiuto fino a che chini la testa e obbedisci.<br />
<br />
Inoltre in entrambi i casi si fa riferimento al "<i>punto di vista giuridico/PROCESSUALE</I>". Fabio è stato condannato per qualcosa? Mi pare di no. <br />
<br />
È invece in corso un procedimento parecchio controverso contro Patrizia Valmaggi, <a href="http://www.cesap.net/index.php?option=com_content&task=view&id=408&Itemid=59" TARGET="_ blank">assolta</a> in primo grado dall'accusa di maltrattamenti verso due minori, con una sentenza che fece molto scalpore e si meritò un'interpellanza dell'on. Meduri (uno dei sostenitori del plagio). Il giudice infatti decise che Valmaggi doveva essere assolta e la colpevole era la madre, entrata volontariamente nel gruppo e con patria potestà sulle figlie.<br />
<br />
Il reato è andato in prescrizione ma il giudice di appello ha stabilito una <a HREF="http://ricerca.gelocal.it/tribunatreviso/archivio/tribunatreviso/2011/04/12/TP7PO_TP703.html" TARGET="_blank">provvisionale</A> di 10.000 per ciascuna bambina. Se non capisco male, significa che ora dovrà esserci un giudizio civile per cui non è ancora stata detta la parola fine (e chissà quando lo sarà).<br />
<br />
Almeno questo è quanto si evince dai documenti presenti sul sito CeSAP, che però non mi pare citi la <b><a href="http://cs-comunicatistampa.blogspot.com/2009/10/il-caso-sui-presunti-episodi-di-persone.html" TARGET="_blank">condanna</a> in primo e in secondo grado</B> di un'esponente veneta della FAVIS ai danni della Valmaggi.Simonetta Pohttp://www.blogger.com/profile/13000408822511849578noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1421285090802206048.post-13116879030084864512011-11-10T11:27:00.019+01:002011-12-27T17:21:03.877+01:00L'intervista a Fabio Alessandrini, figlio dei fondatori FAVIS<p ALIGN="JUSTIFY">Fabio Alessandrini è figlio di Maurizio, fondatore e animatore del <a HREF="http://www.favis.org/favis2/index.php" TARGET="_blank">FAVIS</A> - Familiari Vittime delle Sette, associazione di Rimini.<br />
<br />
La FAVIS è membro permanente della FECRIS - federazione europea dei centri di ricerca sul settarismo - assieme ad altre tre associazioni italiane: ARIS Veneto, ARIS Toscana, CeSAP.<br />
<br />
Con le suddette associazioni si batte da anni per la reintroduzione del reato di plagio. Alessandrini è anche stato sentito di recente - in qualità di esperto - in audizione al Senato per il DDL sulla manipolazione mentale. Da molti anni rilascia interviste televisive e a stampa sulla triste vicenda del figlio "plagiato e irretito dalla setta distruttiva". Lui, come padre, ha sentito il dovere di attivarsi per mettere in guardia le altre famiglie dai pericoli che certi gruppi rappresentano per l'unità e la serenità familiare.<br />
<br />
Apparentemente di quel figlio si erano perse le tracce. Da parte sua, il ragazzo (ora uomo fatto) non aveva mai rilasciato dichiarazioni sulla campagna del padre contro di lui e il suo gruppo. Dai racconti di Alessandrini-padre, io me l'immaginavo "prigioniero" in qualche cascinale immerso nelle nebbie venete, isolato dal mondo.<br />
<br />
Il 6 ottobre scorso, Fabio Alessandrini ha rilasciato a una TV di Rimini la sua prima, lunga intervista sulla vicenda che l'ha visto involontario protagonista. Qui la <a HREF="http://www.youtube.com/watch?v=og2t_vAOlkk" TARGET="_blank">prima</A> parte, qui la <a HREF="http://www.youtube.com/watch?v=RJImW4hDUKg" TARGET="_blank">seconda</A>.<br />
<br />
Ho trovato molto interessante il suo racconto, se non altro perché ritengo sia sempre indispensabile sentire sempre tutte le campane. Finalmente abbiamo modo di ascoltare il punto di vista di quest'uomo, che il padre da anni definisce "plagiato".<br />
<br />
Mi hanno infastidita i racconti di Fabio sulla vita sessuale dei genitori, ma credo che per inquadrare quello che Alessandrini-padre descrive pubblicamente da 11 anni come "un figlio plagiato dalla setta che distrugge le famiglie, tanto che io non vedo più mio figlio da anni e lui ha troncato i rapporti con la sua famiglia", sia necessario capire come quel figlio abbia vissuto la famiglia e le relazioni familiari. <br />
<br />
Se ciò che dice Fabio è vero, allora siamo di fronte a un bambino cresciuto in una situazione familiare molto particolare dove da una parte il padre ha brillato per assenza, dall'altra si è distinto per ingerenze nelle scelte del figlio. <br />
<br />
Dalle parole di Fabio emerge il ritratto di un ambiente familiare destabilizzante per chiunque. Fabio viveva il padre Maurizio come uno "zio lontano" che si faceva vedere ogni tanto. I punti di riferimento affettivi di Fabio erano la madre e la sua compagna convivente. Non c'è da stupirsi se poi, una volta trovata un'alternativa a quel modo di vivere, vedere, strutturare il mondo e i rapporti interpersonali, Fabio abbia abbracciata al volo quell'alternativa.<br />
<br />
Fabio racconta che alla sua entrata nel gruppo (di cui non dice nulla) il padre, la madre e la di lei compagna cominciarono a dirgli che era un "plagiato", ovvero un incapace totale. <br />
<br />
Sono accuse che non aiutano a capire il suo disagio interiore e che sicuramente farebbero allontanare qualsiasi persona se le senta fare ripetutamente.<br />
<br />
I genitori e la compagna della madre fondarono addirittura una "associazione antisette" e lo hanno preso a emblema del "male che le sette fanno alla famiglia". Non solo: Fabio dice che il comportamento dei suoi parenti gli ha fatto terra bruciata nella sua comunità di riferimento (Rimini), tanto che alla fine si è trasferito.<br />
<br />
Sicuramente non prendo le sue parole per oro colato, ma se anche solo la metà di quello che dice è vero (e non ho motivo di ritenere che non lo sia), ce n'è già più che a sufficienza per farsi qualche domanda e inquadrare meglio la vicenda. <br />
<br />
Vicenda che, ripeto, Alessandrini padre - con la sua FAVIS e il suo attivismo - ha voluto far diventare il simbolo della "pericolosità delle sette" e l'emblema stesso della necessità di una legge sul plagio.<br />
<br />
Questa intervista mi pare anche un assaggio di ciò che potrebbe accadere se fosse approvata la legge sulla manipolazione mentale che FAVIS, ARIS e CeSAP reclamano a gran voce. Panni sporchi lavati in pubblico, il verdetto lasciato nelle mani degli psichiatri, ma soprattutto famiglie definitivamente distrutte.<br />
<br />
Non dimentichiamo che la stragrande maggioranza delle persone che entrano in un gruppo che noi definiamo "settario" ne escono autonomamente nel giro di alcuni anni. L'uscita diviene meno percorribile se l'alternativa al gruppo sono familiari che si lasciano convincere da qualche "associazione antisette" che i parenti sono dei "plagiati" e vanno a sollevare polvere sui media, piuttosto che affidarsi a esperti di mediazione familiare.Simonetta Pohttp://www.blogger.com/profile/13000408822511849578noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1421285090802206048.post-55934585672242757712011-11-10T11:26:00.016+01:002011-12-27T17:29:18.336+01:00Prelogica, logica classica, credenze e plagio<div style="text-align: justify;">Tra maggio e giugno 2011, sul newsgroup free.it.religioni.scientology si è tenuta un’interessante discussione sugli effetti psicologici a lungo termine, derivanti dall’affiliazione a gruppi denominati “ad alte pretese” (si veda il thread: <a href="http://groups.google.com/group/free.it.religioni.scientology/browse_thread/thread/fc171f99854e5468/53c370388d09b7c4?hl=it&q=#53c370388d09b7c4%20" TARGET="_blank">Erni: stato del mio problema</a>).<br />
<br />
Durante la discussione un utente diede i link a due blog collegati a Scientology, con questo commento:<br />
<blockquote class="tr_bq">"<i>Se qualcuno ha dei dubbi su come tale setta può ridurre la capacità analitica e critica di una persona non ha che da valutare i molteplici esempi concreti forniti dai suoi aderenti</i>"</blockquote>Prima di dare per scontato che sia “tale setta” a produrre effetti riduttivi delle capacità logiche dell'affiliato, è però necessario considerare anche le caratteristiche personologiche <b>pre-esistenti</b> all’affiliazione. <br />
<br />
Se è vero che la frequentazione di certi gruppi e l’interiorizzazione di certe credenze dà effetti che possono perdurare a lungo, anche dopo l'allontanamento dal gruppo (quelli lamentati da Erni), è altrettanto vero che alcune persone vengono attratte da certe dottrine perché già abituate a ragionare in un certo modo e perciò <b>predisposte</b> ad accettare certe credenze. Per esempio, gli esperti incaricati dal giudice istruttore Mulliri di periziare alcuni affiliati a Scientology, <a href="http://xenu.com-it.net/txt/simonetta_po_perizie_psichiatriche.pdf" TARGET="_blank">evidenziarono</a> quanto il “<b>pensiero magico</b>” <b>pre-esistente</b> avesse influito sulla scelta di aderire.<br />
<br />
Levy-Bruhl la chiamava "<a href="http://www.filosofico.net/levybruhl.htm" TARGET="_blank">mentalità prelogica</a>". Inizialmente la attribuì ai popoli "primitivi", ma in seguito si arrese all'evidenza che quel tipo di mentalità è presente anche tra i "civilizzati". Lo studioso francese sosteneva che non si trattava di <b>irrazionalità</b>, ma di un <b>modo diverso</b> di pensare. Un pensiero basato sulla "<a href="http://www.filosofico.net/levybruhl.htm" TARGET="_blank">legge di partecipazione</a>" e non sul principio aristotelico di non contraddizione e sulla <a href="http://www.bibliotecamarxista.org/Mao/libro_5/legge_id_legge_cd.pdf" TARGET="_blank">legge di identità</a>, che secondo Levy-Bruhl sono tipiche delle mentalità occidentali. <br />
<br />
La dottrina che si è scelto di abbracciare, quindi, non fa che legittimare e confermare una visione del mondo che <b>già appartiene all'individuo</b> (anche se poi la maggioranza non resta a lungo perché capisce che quel gruppo non risponde efficacemente alle aspettative). <br />
<br />
Anche la lettura degli innumerevoli newsgroup, forum e blog dedicati alle religioni, alle terapie alternative o alle teorie del complotto, induce a pensare che <b>non sia l'adesione</b> alla "setta" a ridurre le capacità critiche e analitiche dell'affiliato, ma al contrario siano i suoi <b>pre-esistenti schemi</b> logici a <b>fargli accettare</b> i principi e le promesse del gruppo.<br />
<br />
Diventa perciò interessante ragionare sul concetto di "legge di partecipazione" vs "logica classica" (che Levy-Bruhl identificava con quella greca). <b>Entrambe ci appartengono</b>, facciamocene una ragione. Il peso di questi due differenti parametri varia per ognuno di noi, in alcune persone una è preponderante sull'altra, una è emotivamente più utile dell'altra, ecc., ma è facile constatare che la "setta" altro non fa che legittimare quello che <b>già ci appartiene</b>: il nostro modo di ragionare e il nostro "essere globale".<br />
<br />
Mi interesso di Nuovi Movimenti Religiosi da una quindicina d'anni e ho avuto modo di rapportarmi con decine di ex. Quello che forse non tutti sanno [1] è che non sono pochi quelli che, dopo l'uscita da Scientology, abbracciano sistemi di credenza non meno "prelogici" (rif. Levy-Bruhl) di quello che hanno appena lasciato: gruppi cattolici di frangia, carismatici-indovini e veggenti stigmatizzati, profeti per il cui tramite ci parlano la Madonna o una divinità o gli extraterrestri, contattisti istruiti da intelligenze aliene, channeler posseduti dalle più svariate entità, audaci forme sincretiche, fantasiose terapie alternative, ecc. <br />
<br />
Conversando con ex membri di Scientology in merito alle loro <b>attuali credenze</b> (e quelle pre-Scientology), è facile constatare come spesso dimostrino quella "mentalità prelogica" di cui parlava Levy-Bruhl e abbraccino ogni possibile "illogicità" (rif. logica classica). Dalle scie chimiche ai cerchi nel grano, ai vari "dibellismi". Diventa quindi doveroso porsi qualche domanda sulla "truffa di Scientology". <br />
<br />
Interessante in tale senso è il caso di un ex di Scientology, gruppo a cui aveva aderito a fasi alterne per una ventina d'anni, facendo dentro e fuori e lasciandoci diverse migliaia di euro (che ora rivoleva indietro). Questo ex affiliato, ora ferocemente critico verso il gruppo che accusava di ogni sorta di nefandezza, un giorno mi disse che l'autorità carismatica (maestra? Guru?) suo attuale punto di riferimento, dà (cioè promette) le "<i>stesse cose che ti dà Scientology</i>" (il ricordo delle vite precedenti, la spiegazione di comportamenti inconsci, "proprietà magiche" di "riti" o "pozioni" [2], ecc.), solo che - testuali parole - "<i>le paghi molto meno, magari 200 euro dove Scientology te ne chiede mille</i>". Sua conclusione: "<i>vale la pena, no?</i>"<br />
<br />
È ovvio che ne vale la pena, se è la <b>magia</b> ciò che si sta cercando. Diventa però evidente che non siamo di fronte a una "<i>certa setta</i>" in grado di "<i>ridurre la capacità analitica e critica di una persona</i>" (per usare le parole dell’utente sopra citato). <br />
<br />
A questo punto il problema non verte più solo sulle capacità critiche/analitiche individuali. Entrano in gioco questioni ben più prosaiche, come ad esempio <b>i soldi</b>. Nell'esempio appena citato, scopriamo che le veementi critiche di truffa, plagio, ecc. rivolte all'ex gruppo di appartenenza, sono dovute al risentimento per gli alti costi (in denaro e energie) sostenuti per "promesse magiche" che altrove sono disponibili a prezzi/costi inferiori e non al supposto plagio, ecc. <br />
<br />
Si tratta del "mercato dello spirituale", come l'ha brillantemente definito Introvigne, dove l'accusa di "plagio" diventa un alibi. Tra l'altro si tratta di una alibi che - attribuendo ad altri la facoltà "magica" di spogliare l'individuo della sua volontà e delle sue capacità critiche - fa nuovamente ricorso al "pensiero magico". E risulterà vano ricordare a questi "plagiati" che la scienza (frutto del pensiero critico e analitico) non trova riscontri oggettivi che tale capacità esista.<br />
<br />
Il paradosso è che per giustificare la loro personale avventatezza e "prelogicità", queste persone invocano una legge sulla "manipolazione mentale" (nuova denominazione del vecchio plagio), che come tale riguarda la libertà di pensiero di <i>tutti</i> i cittadini. <br />
<br />
Sarebbe una soluzione inaccettabile. È innegabile che certi gruppi adottano forme manipolative molto forti, che certe persone sono più fragili di altre, ecc., ma per l'avventatezza e per il desiderio di "proprietà magiche" (o l'incapacità intesa in senso legale) di <b>pochi</b> non devono pagare <b>tutti</b>. Le leggi per tutelare certe forme di violenza psicologica, di condizionamento indebito, di circonvenzione di incapace e di truffa esistono già, basta farvi ricorso. O certuni pensano forse che sia più facile dimostrare un plagio (scientificamente inesistente) di una circonvenzione di incapace?<br />
<br />
<br />
Note:<br />
<br />
[1] <span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Tra gli altri, certi giornalisti scandalistici, che si limitano a porre quelle poche domande utili a confermare le proprie tesi/pregiudizi, per scrivere poi articoli allarmistici fatti apposta per solleticare la curiosità pruriginosa del lettore, notoriamente risvegliata dalle famose "quattro esse": sesso, sangue, soldi, salute. Le cronache recenti ce lo confermano, con tanto di onnipresenti "esperti", come la bionda e plastificata criminologa televisiva, che si ripete come un disco rotto per dire tutto e il contrario di tutto. </span></span><br />
<br />
[2] <span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Proprietà magiche, riti e pozioni: sto applicando le categorie delle scienze sociali dove per proprietà magiche si intende il tentativo di agire sul mondo naturale e modificarlo a proprio piacimento attraverso riti, rituali, parole speciali, incantesimi, contatti con la divinità di riferimento, ecc. I riti sono le azioni compiute per entrare in contatto con questa alterità sovrannaturale (es. l'auditing di Scientology che metterebbe in contatto con il "vero io", cioè "il thetan che tu sei"), le pozioni sono quei preparati a cui vengono attribuite proprietà speciali, si tratti del “cal-mag” scientologico o di acque/preparati dotati di coscienza.</span></span><br />
<br />
</div>Simonetta Pohttp://www.blogger.com/profile/13000408822511849578noreply@blogger.com1